Il mantrailing è un’attività di ricerca che può essere utile in molte situazioni. In altri articoli abbiamo già descritto le caratteristiche generali del mantrailing che lo distinguono da altre tipologie di attività cinofile. Di seguito, invece, vedremo come avviene l’addestramento e come si insegna al cane a “seguire una pista”. Ci sono, infatti, alcune procedure standard che consentono al cane (e al padrone) di apprendere tutti i segreti del mantrailing. Vediamo quali.
Per svolgere mantrailing e, quindi, insegnare al cane a seguire una pista, occorre innanzitutto procurarsi il corretto materiale per l’addestramento. Oltre a una buona dose di pazienza, occorre dotarsi di:
Il materiale di cui sopra è indispensabile poiché il cane, in futuro, alla sola visione di esso, dovrà già capire cosa si sta andando a fare e, quindi, atteggiarsi in tal senso. Nel momento in cui tireremo fuori la pettorina, ad esempio, il cane dovrà già aver associato che la “pettorina” vuol dire “ricerca” e, di conseguenza, ritrovo del figurante (la persona che il peloso deve riuscire a trovare), quindi “premio”.
Teniamo presente che il mantrailing è tutta una questione di associazioni stimolo-risposta che, per il cane, non sarà altro che giocare con il proprio padrone. E, come tale, almeno all’inizio dell’addestramento dovremo intendere il mantrailing anche noi.
Dopo esserci procurati il materiale necessario, possiamo iniziare l’addestramento vero e proprio. Naturalmente, si andrà per gradi, partendo da esercizi semplici per poi passare, di volta in volta, a esercizi più complicati. Non c’è un limite di tempo da rispettare per l’addestramento: bisogna seguire i tempi di apprendimento del cane (e del padrone). Teniamo presente che il cane non sa quello che stiamo andando a fare, almeno le prime volte. All’inizio è necessario, pertanto, stimolare la motivazione per riuscire a catturare la sua attenzione e spingerlo a svolgere l’esercizio di mantrailing.
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Mettiamo come prima cosa la pettorina e togliamo il collare, creando già una minima associazione tra “pettorina” e “mantrailing”, che il cane ancora non sa cos’è, ma con il tempo imparerà. Attacchiamo la lunghina alla pettorina e posizioniamo il “figurante” davanti il cane con un premietto in mano. Facendogli annusare il premietto, allontaniamo di qualche metro il figurante dal cane che, da parte sua, non lo perderà d’occhio perché sa che ha per lui una ricompensa piuttosto gustosa. A questo punto, si dà il comando al cane per iniziare l’esercizio. Al nostro comando, lasciamo andare la lunghina e vedremo che il cane raggiungerà il figurante, ricevendo da lui il premio. Si ripete questo primo esercizio più volte, con distanze figurante-cane sempre maggiori.
In estrema sintesi, i primi esercizi dell’addestramento si svolgono in più fasi:
a) Mettere la pettorina al cane e attaccare ad essa la lunghina.
b) Posizionare il figurante di fronte al cane.
c) Far annusare al cane il premio che il figurante ha nelle proprie mani.
d) Allontanare il cane dal figurante.
e) Dare il comando al cane affinché raggiunga il figurante e ricevi il premio.
Ci sono due aspetti da considerare:
Questi esercizi devono ripetersi in maniera costante, con l’obiettivo di creare nel cane l’associazione tra odore, figurante e premio, che si rafforzerà con il passare del tempo. In tal modo, peraltro, il cane non solo imparerà a svolgere attività di mantrailing, ma anche ad affinare le proprie qualità olfattive in relazione all’attività di ricerca che sarà chiamato a svolgere. Apprenderà cioè a “seguire una pista” in tutto e per tutto.
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Con il procedere dell’addestramento, il figurante, che nei primi esercizi rimarrà “alla vista” del cane, si allontanerà sempre di più, fino a scomparire o a nascondersi anche a distanza di centinaia di metri. Il cane allora sarà chiamato a far leva soltanto sul proprio fiuto, piuttosto che su altri sensi, se vuole ricevere la ricompensa finale. A poco a poco, il cane imparerà cioè ad andare in cerca del figurante partendo solo dall’odore (che potrà prelevare da un maglione, un cappellino, o persino da un capello).
Teniamo presente che gli esercizi di mantrailing non devono mai essere uguali tra loro. Al di là dei primi esercizi motivazionali di cui sopra, il cane deve imparare a seguire una pista in qualsiasi condizione meteo, contesto o ambiente si trovi. Le circostanze in cui, in futuro, potrà infatti essere chiamato per ricercare una persona che, per esempio, si è persa, potranno davvero essere le più varie. È bene quindi abituare il cane a svolgere mantrailing in più contesti differenti: pioggia, fiumi, città, boschi, etc.
Seguendo sempre lo stesso schema odore-ricerca-premio, gli esercizi diverranno allora sempre più complessi e, al contempo, saranno svolti in circostanze ogni volta diverse tra loro, in luoghi ricchi di stimoli, odori, rumori. Il tutto sotto la supervisione dell’addestratore cinofilo e del proprio padrone, che dovrà in un certo senso “leggere” i suoi segnali, al fine di aiutare l’amico a quattro zampe a condurre nel modo ottimale l’attività di ricerca. Di quest’ultimo aspetto, però, ne parleremo in un altro articolo.
Luca Calegaro, educatore cinofilo Cinofilia Padova