Dopo aver scoperto tutti i segreti del mantrailing, riprendiamo il nostro viaggio analizzando cosa ci serve e come affrontare i primi esercizi.
Per svolgere mantrailing servono:
I primi esercizi in genere fanno leva sulla motivazione: un “figurante” (ovvero la persona che il cane deve trovare) si posiziona davanti al cane, facendogli annusare la ricompensa. Successivamente, fa cadere a terra un oggetto da lui toccato in precedenza e si allontana. Il cane, a quel punto, memorizza, annusandolo, l’odore dell’oggetto che il figurante ha fatto cadere, lo associa ad esso e, motivato dalla futura ricompensa che lo attende, è stimolato a cercarlo “seguendo la pista” (ovvero la scia di odore lasciato dall’individuo, che può permanere sul terreno anche per giorni).
In passato ho scritto alcuni articoli sulla ricerca e come affrontare i primi approcci con il proprio cane. È da tenere a mente che, pur sembrando molto simili, gli esercizi da affrontare hanno delle radici diverse. Il mantrailing è una disciplina che richiede un approccio molto ferreo e una grande pratica. Bisogna essere un conduttore già maturo con un background cinofilo importante.
Per quanto sembri che tutto il lavoro lo faccia il cane, il feeling tra il conduttore e il suo animale deve essere totale, rispettando i vari step di questa disciplina e senza forzare la mano se i risultati non arrivano nel breve periodo. Ricordate che il mantrailing è un’attività che richiede mesi, se non anni di pratica frequente.
L’associazione odore-ricerca-ricompensa si rafforza sempre di più con il passare del tempo e con la ripetizione degli esercizi, motivando il cane a svolgere mantrailing e permettendogli al contempo di affinare le proprie qualità olfattive in funzione dell’attività di ricerca.
Gli esercizi si susseguono poi in maniera sempre più complessa, finché il cane non sarà pronto per andare alla ricerca del disperso, in qualsiasi condizione ambientale, anche partendo da un semplice odore (un capello, una maglietta, un pezzo di carta). Per il cane, in definitiva, sarà come giocare con il proprio padrone: e quando troverà il figurante, la soddisfazione per entrambi sarà davvero enorme.
75372,”sizeSlug”:”full”,”linkDestination”:”none
Nell’attività di mantrailing si possono presentare svariate situazioni ambientali che possono mettere a dura prova il cane da mantrailing, come luoghi ricchi di stimoli, odori, rumori. Ecco perché l’addestramento mantrailing è molto lungo e non riguarda soltanto il quattrozampe, ma anche il padrone e la sua psicologia.
Quest’ultimo, infatti, dovrà essere in grado di leggere i segnali che dà il peloso: capire quando il cane lavora (testa china sulla pista), comprendere la direzione che bisogna prendere, capire quando l’odore non c’è.
Ricordate che anche il cane può avere una “giornata storta”, per cui un bravo conduttore deve capire quando è il momento di praticare e quando di agire. Non bisogna avere fretta ma andare al passo con le abilità del nostro amico.
Qui subentra il ruolo indispensabile dell’addestratore cinofilo, il cui compito è quello di aiutare, con la propria esperienza, il padrone a intensificare il feeling con il proprio cane.
Per chi volesse approcciarsi a questa esperienza, il consiglio che mi sento di dare è di ricercare un addestratore specializzato e con molta esperienza. Un bravo educatore non può fare tutto; io stesso mi sento molto più esperto in alcuni campi della cinofilia piuttosto che in altri e, come tale, nel caso non rientri nelle mie competenze, ho il dovere e la responsabilità di indicare al conduttore quale percorso sia meglio per lui e per il proprio cane.
Luca Calegaro, educatore cinofilo Cinofilia Padova