Come educatore cinofilo ho avuto modo di affrontare diverse tematiche comportamentali del cane. Una di queste è un termine che comprende una miriade di sfumature e motivi, tanto da esser divenuta una delle maggiori problematiche anche per l’uomo: l’ansia.
Partendo dalla mera definizione da vocabolario, possiamo capire l’entità dei suoi sintomi: “affannosa agitazione interiore provocata da bramosia o incertezza”. Nel caso del cane è generalmente un’ansia da separazione, dal padrone o da un luogo. Un libro che ho avuto il piacere di leggere è Il cane che amava troppo di Nicholas Dodman, un esperto etologo canino e comportamentalista. L’autore riporta numerosi casi clinici di cani nevrotici, fifoni, ossessivi e con disturbi d’ansia più o meno gravi.
Questi disturbi possono spingere il cane ad azioni distruttive talvolta in grado di compromettere irrimediabilmente il suo rapporto con il proprietario.
Come succede a noi umani, anche i cani subiscono traumi che li segnano per la vita. L’esempio più concreto è prendere un cucciolo troppo precocemente; la mancanza di uno svezzamento completo e dell’educazione fondamentale che la madre trasmette ai suoi piccoli viene difficilmente colmata dal proprietario, per due motivi che io giudico molto importanti: il primo è la frenesia ed emozione che i nuovi proprietari hanno quando prendono un cane di pochi mesi; il piccolo viene talvolta trattato in modo iper-protettivo nonché erroneamente, ma anche inconsapevolmente viziato. Il secondo motivo è la mancanza di esperienza nella gestione e nella scelta dell’animale più adatto al proprio stile di vita. Non è raro che un cane venga selezionato per il suo aspetto piuttosto che per le sue caratteristiche. Molte persone hanno conosciuto il border collie dopo aver visto la pubblicità di un noto operatore telefonico ma la maggior parte di queste non aveva idea dell’impegno richiesto dalla razza. Se mal gestito, un cane così altamente attivo ed energico può diventare un vero incubo per i proprietari, sfociando in comportamenti che possono rientrare nella grande sfera dell’ansia: un abbaio molto frequente, la distruzione di mobili e oggetti della casa e, nei casi più gravi, un’aggressività nevrotica potenzialmente pericolosa.
Forme d’ansia sono inoltre facilmente riscontrabili nei cani presi in un canile, spesso sopravvissuti a traumi di abbandono o maltrattamenti. Da due anni ho una simil-bassotta che proviene da un rifugio, aveva subito una ferita da arma da fuoco con relativa operazione per salvarle la zampetta. Ad oggi, riesco ancora a leggere nei suoi occhi l’enorme trauma che l’ha segnata per la vita; il rovescio della medaglia è la sua taglia che la rende facilmente gestibile e potenzialmente innocua in caso si manifestassero episodi aggressivi. È una cagnolina molto impaurita ma il suo essere spesso in uno stato di allerta è comunque una forma d’ansia.
Tornando ad esempi più comuni, il cane può diventare ansioso quando viene lasciato solo, sfociando in abbai continuativi o distruggendo arredi e vestiti in casa. Mi è capitato di lavorare con un meticcio femmina di taglia media che, quando la sua proprietaria era via, aveva l’abitudine di aprire tutte le mensole della cucina, afferrando ciò che trovava. Per risolvere questo fastidioso comportamento, consigliai di applicare le chiusure che prevengono l’apertura accidentale dei mobili; sono facilmente reperibili su internet per la sicurezza dei bambini, ma in questo caso risultarono molto utili per impedire al cane di creare danni agli arredi o a sé stesso. Il risultato fu soddisfacente ma non risolse il problema legato all’ansia da separazione dell’animale. Nonostante fosse presente un altro cane, la femmina soffriva terribilmente il momentaneo distacco dal suo padrone. Gli suggerii di lasciare aperta la porta della terrazza perché il cane potesse muoversi liberamente e mi impegnai ad effettuare diverse lezioni per lavorare sull’aspetto sociale: classi con i suoi simili e passeggiate in luoghi verdi ove l’animale potesse rimanere libero e a contatto con la natura.
Sono molto convinto che ogni cane ha la sua storia e questa deve essere raccontata e compresa. Prediligo l’adozione da canile per una mia forma mentis ma, ritornando al mio pensiero precedente, il cane va scelto in base alle proprie esperienze e tempo. Un esemplare da canile potrebbe racchiudere numerosi problemi difficili da affrontare ed ognuna di queste sfaccettature ha reso l’animale ciò che è ora; esattamente come per noi, sono le esperienze di vita che formano il presente dei nostri amici.
Allo stesso modo degli umani, l’ansia può essere scaricata associando un buon movimento fisico al cane e consiglio di prediligere aree verdi con poco passaggio. Piuttosto che un argine, scegliete un sentiero di un bosco ove è anche possibile lasciare il cane libero ed in sicurezza. La completa immersione negli odori e nei suoni della natura è un vero toccasana per qualsiasi animale stressato.
Secondo punto molto importante è lavorare sui comandi più semplici quali il seduto, fermo, resta, terra almeno un paio di volte alla settimana.
Molto efficace è il contro-condizionamento, circostanza che trasforma un evento possibilmente ansioso in una situazione piacevole. Il classico esempio, che funziona meglio con i cani golosi, è fornire loro un osso sintetico o uno stick alimentare alcuni minuti prima di lasciare l’abitazione. Non è certo una ricetta magica ma tutto può aiutare!
È importante sottolineare che qualsiasi sfogo negativo dovuto all’ansia dell’animale non va assolutamente punito. Il mio polso riporta una cicatrice lasciatami da un pastore Malinois che aveva vissuto diversi anni rinchiuso in una gabbia, isolato. Durante la sua permanenza con me, il cane si girò quando lo presi per il collare; avevo dimenticato l’associazione che lui aveva sempre vissuto di collare=chiusura in gabbia. Se in quel momento l’avessi punito, avrei probabilmente istigato un suo lato aggressivo vanificando il mio lavoro.
Accadde solo una volta ed ora, a distanza di mesi, è un cane felice con la sua nuova famiglia
La psicologia canina vanta decine di libri ed è praticamente impossibile avere la giusta soluzione per ognuno. Ricordate che solo il proprietario conosce appieno il proprio cane ed è suo dovere aiutarlo a vivere serenamente, raggiungendo un equilibrio e riconoscendo i limiti che il proprio amico ha, esattamente come noi.
Luca Calegaro, Educatore Cinofilo
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