La primavera è sicuramente una stagione ben gradita ai più e pare che il bel tempo e le giornate più lunghe facilitino anche l’adozione di cani. Nell’ultimo mese almeno una decina di persone mi hanno contattato per cuccioli da poco entrati a far parte della famiglia e sono sempre molto volenteroso di aiutarli nell’inserimento del nuovo compagno di vita.
La gestione del cane nei primi mesi è abbastanza semplice e le regole da seguire sono molto simili; incoraggio sempre il neo proprietario ad abituare il nuovo arrivato alle circostanze più disparate: dalla cuccia ai comandi base, dal trasporto in macchina o nel kennel, sino a qualche esercizio più avanzato come la ricerca o il richiamo. Quest’ultimo lo giudico fondamentale per qualsiasi padrone perché il vostro cane deve essere in grado di rispondere velocemente al richiamo, per sicurezza sua e altrui.
Innanzitutto, ricordiamo che non tutti amano i cani e la legge prevede che il nostro fido sia tenuto al guinzaglio e con museruola appresso, ma non necessariamente indossata. Ricordo di aver incontrato una sedicente guardia forestale che, alla vista del mio cane libero nel bel mezzo di un bosco voleva multarmi per omessa custodia!
Non è raro che l’arrivo di un cucciolo sia fortemente voluto dai figli e mi piace rassicurare la madre con queste parole: “se il cane non ti ascolta, ripensa ai tuoi figli quando erano piccoli.” È vero che noi e i cani non parliamo la stessa lingua ma questi animali seguono il loro istinto innato e noi dobbiamo semplicemente interpretarlo e trattarlo di conseguenza. Durante una recente lezione a domicilio, un neo proprietario di pastore belga mi aveva addirittura chiesto se poteva lasciarmi il cane per alcuni mesi, per poi riaverlo perfettamente addestrato. A parte la richiesta assurda, mi ha fatto ben pensare del perché una persona voglia complicarsi la vita scegliendo un cane altamente impegnativo se non ha voglia di seguirlo.
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Addestrare un cane è un lavoro che inizia dal primo giorno in cui lo abbiamo. Scegliamo il posto dove dovrà dormire, lo introduciamo nel suo nuovo ambiente, lo educhiamo al cibo, lo facciamo sfogare e lo abituiamo al nostro stile di vita. Non dobbiamo mai far influenzare le nostre giornate dal cane ma deve essere lui/lei ad adattarsi ai nostri stili di vita perché il cane, fedele come è, verrà dietro i nostri tempi e saprà adattarsi alle esigenze.
Durante la fase di crescita dobbiamo essere in grado di uscire in passeggiata in modo “sano”, ovvero evitando di essere trascinati, padroneggiando una buona andatura anche incontrando altri cani o persone.
Affrontate queste situazioni, possiamo lavorare sul richiamo che servirà per due punti fondamentali: spazzerà via il timore che il cane, una volta libero, possa scappare o allontanarsi troppo e contribuirà a rafforzare il legame del binomio padrone/animale.
Chi abita in città potrà sfruttare un’area cani pubblica ma tendo sempre a consigliare di prendere la macchina per fare qualche chilometro in più e raggiungere aree verdi quali argini o sentieri a ridosso della campagna. Per mia fortuna, abito a pochi chilometri da una zona collinare per cui prediligo sempre quelle zone per lavorare sul richiamo. Dovrà essere un’area distante da strade pubbliche, con una buona visibilità e lontano da tentazioni potenzialmente pericolose come un bosco o un fiume, ove potrei facilmente perdere di vista il mio cane o peggio, doverlo recuperare in mezzo all’acqua! L’imminente stagione primaverile ha allungato le giornate per cui possiamo approfittare di orari in cui siano presenti meno persone per poter lavorare in tranquillità. È consigliabile essere in due per evitare che il cane si allontani troppo.
Per cominciare possiamo utilizzare una lunghina di 5/6 metri, acquistabile online o che possiamo realizzare con una corda e un moschettone. Agganciamola al collare, che rende i nostri interventi più sensibili, e lasciamo che il cane passeggi davanti a noi con tutta la lunghezza disponibile.
Non dobbiamo intervenire sulla direzione da prendere ma lasciare che il cucciolo decida dove soffermarsi e se trotterellare al nostro fianco piuttosto che distaccato. Di tanto in tanto, fermiamoci e attendiamo che l’animale si sieda o quantomeno rivolga l’attenzione verso di noi. In questo momento il nostro amico sta tentando di interpretare le nostre azioni e possiamo inginocchiarci chiamandola con un “vieni” per poi premiarlo con una carezza o bocconcino a seconda della sua responsività. È un piccolo esercizio da compiere 4/5 volte senza nulla pretendere oltre quanto descritto. Queste tipologie di passeggiate sono molto rilassanti per l’animale e per i proprietari più ansiosi che potrebbero invece trovarsi in difficoltà negli ambienti cittadini.
Il secondo step da compiere è un atto di fiducia nel nostro animaletto, lasciandolo libero ma solamente per pochi metri. Il modo migliore è posizionarsi a una decina di metri l’uno dall’altro, ove la persona senza il cane dovrà inginocchiarsi e dare il comando al cucciolo; battere le mani può aiutare nel compito perché il cane interpreterà il rumore come un invito al gioco, attirandone l’attenzione. Il guinzaglio può essere lasciato attaccato all’animale, ovviamente assicurandosi che non possa impigliarsi nel tragitto; la persona che trattiene il cane dovrà attendere che l’animale sia concentrato sull’altro individuo e poi lasciarlo. Non è necessario essere troppo distanti, bastano una decina di metri inizialmente per poi allontanarsi gradualmente.
Questo esercizio è più semplice a farsi che a dirsi ed è molto efficace sin da subito, iniettando una bella dose di fiducia nel proprietario. Dobbiamo comunque ricordare che abbiamo a che fare con un cucciolo e la sua concentrazione è molto breve in questa fase della vita. Se non avete occasione di spostarvi in periferia, potrete comunque farlo anche in ambiente urbano ma assicurandovi che non ci siano pericoli nelle vicinanze; l’approccio è il medesimo ma va usato un guinzaglio da tre metri anziché cinque ed effettuerete il richiamo tra due persone su distanze ben minori.
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Il richiamo è un passaggio fondamentale per costruire un rapporto di completa fiducia tra il binomio ed è la base per passare ad esercizi più impegnativi quali la ricerca o il riporto. Per questi, il cucciolo dovrà diventare più maturo e responsivo nei confronti del proprietario e sarà opportuno avvalersi di apposite aree chiuse, coadiuvati da un addestratore che porrà quantomeno le basi per un lavoro che potrà poi essere praticato in autonomia.
A volte mi piace nascondermi durante le passeggiate e osservare i cani accorgersi della mia assenza, ritornando sui loro passi annusando l’aria. Ricordo con grande nostalgia un incontro nella nebbia con un mio cagnolino che ora non c’è più. Si era perso durante una passeggiata invernale in cui le nuvole si erano abbassate all’improvviso. Camminando nel sentiero, il cane ed io riuscimmo a vederci giusto ad un paio di metri di distanza ma fu per me una forte emozione comprendere quanto straordinari siano questi animali, in grado di sopperire mancanze fisiche (la vista) con la loro straordinaria memoria olfattiva e, ne sono sicuro, un profondo attaccamento al proprio padrone.
Faccio sempre i complimenti a chi adotta un cucciolo ma ne faccio ancora di più a chi prende un cagnone più anziano perché il richiamo e la ricerca possono essere insegnati in tutte le età: non è mai troppo tardi per un cane imparare ad essere ubbidienti ed educati. Questa scusa con me non regge.
Luca Calegaro, educatore cinofilo Cinofilia Padova