Gravidanza e alimentazione: i rischi legati agli animali

In gravidanza occorre prendere degli accorgimenti legati all’alimentazione. L’informazione è importante ma è necessario che sia corretta e attendibile.
Indice argomenti
Ascolta il nostro podcast!
Ascolta il nostro podcast dedicato agli animali!
RDA - La Radio degli Animali
Ascolta tutte le puntate del nostro podcast
Ultima puntata

Sono molte le informazioni che le donne in stato di gravidanza cercano di reperire per tutelare se stesse e il nascituro, e la maggior parte di queste informazioni spesso proviene dal web: il 17% degli italiani infatti consulta siti generici sulla salute; il 6 % siti istituzionali; il 2,4% social network. Spesso i consigli che vengono dati in tv sono fuorvianti: ricordiamo qualche anno fa lo scalpore che fece l’affermazione di un noto giornalista scientifico che, rivolgendosi a una donna in dolce attesa, le suggerì di liberarsi dei suoi animali domestici per tutelare il bebè in arrivo.

Siti di informazione

Oggi, per fortuna, esistono siti istituzionali dove si possono reperire documenti di assoluta certezza e chiarezza, come il portale ISSalute dell’Istituto superiore di sanità, che nella sezione “La salute dalla A alla Z” alla lettera “G” fornisce le principali indicazioni per una gravidanza serena, sfatando anche diverse bufale; o il sito del Ministero della Salute, nella sezione “La nostra salute/Vivere in salute” alla pagina “Gravidanza, corretta alimentazione/Vivi sano“. Esiste inoltre un portale finanziato dal Ministero della Salute e nato dalla collaborazione dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie e dell’Università degli studi di Padova (nell’ambito del progetto di ricerca IzsVe 02/15), www.alimentigravidanza.it, in cui è possibile approfondire la conoscenza dei principali patogeni che mettono a rischio futura mamma e bambino. Le indicazioni sono veramente utili, dal cibo alle caratteristiche delle malattie che potrebbero derivare dagli agenti patogeni da esso veicolati, alle indicazioni per mangiare in sicurezza.
Sicurezza in gravidanza” è un manualetto realizzato da Asl 18 regione Piemonte e CeIRSA (Centro interdipartimentale documentazione e ricerca sicurezza alimentare), in collaborazione con Assessorato sanità direzione 28, Facoltà di Medicina Veterinaria, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Dors (Centro documentazione per la promozione della salute) e Rete strutture di dietetica e nutrizione clinica Regione Piemonte.
Un altro manuale che è possibile scaricare è Alimentazione e gravidanza” sul portale www.progetto-eat.it, un progetto nato per i ragazzi ma che si è poi rivolto a tutte le fasce di età. Altro decalogo è “Nutrizione e sicurezza alimentare in gravidanza” sul sito dell’Istituto superiore di sanità e interessanti indicazioni sono presenti alla pagina “Affrontare la gravidanza in modo sano” sul sito dell’Eufic (European food information council).

Rischi reali

Cosa succede nel corpo della donna durante la gravidanza? Una serie di cambiamenti ormonali che provocano effetti anche sul sistema immunitario, aumentando la sensibilità e riducendo la capacità di resistenza alle malattie infettive con possibili conseguenze sul feto. Ecco perché occorre prestare maggiore attenzione all’alimentazione. Il rischio più elevato è probabilmente la Listeria monocytogenes derivante dal consumo di cibi pronti contaminati: pesce affumicato e stagionato, carne sottoposta a trattamento termico e formaggi molli e semi-molli, insalate pronte, alimenti preparati e conservati in frigo. Ma la malattia più famosa tra le donne in gravidanza è senz’altro la toxoplasmosi, più facile da contrarre attraverso gli alimenti che non dai nostri animali domestici: rispettando, infatti, le normali norme igieniche riguardanti la pulizia della lettiera, il rischio è praticamente pari a zero. Seguono salmonellosi, escherichia coli, campylobacteriosi, epatite A, norovirus, anisakiasi. Rischi non microbiologici sono poi connessi al consumo di pesci di grosse dimensioni, che contengono alte quantità di mercurio, e di quelli a maggior contenuto di grassi in cui sono presenti diossine e policlorobifenili (PCB).

Fonte: La Settimana Veterinaria n.1072

Foto di copertina @Di Africa Studio/Shutterstock