Sono denominati cani da ricerca i cani appartenenti a quelle razze addestrate per agire in determinate situazioni: il ritrovamento di dispersi, l’intervento durante catastrofi o disastri naturali, per dare qualche esempio. Sono cani che dispongono di un incredibile olfatto, cui deve essere impartita una solida educazione e un buon addestramento. Vediamo dunque quali sono le caratteristiche dei cani da ricerca e quali quelli più diffusi in questo ambito.
L’utilizzo dei cani nei disastri naturali o nella ricerca di persone disperse è diventato piuttosto comune a partire dagli anni sessanta del secolo scorso. Ci sono però delle testimonianze, nel merito, che affermano che già durante la Prima Guerra Mondiale i cani venivano utilizzati per ritrovare i soldati rimasti sepolti nelle trincee.
L’utilizzo sempre più massiccio dei cani in situazioni di ricerca è diventato, tuttavia, abituale soltanto in epoca più recente, quando ci si è accorti dell’incredibile capacità olfattiva di cui questi animali dispongono. Caratteristiche che possono essere utili in qualsiasi tipo di situazione, anche le più spaventose, come valanghe o disastri naturali. Con il tempo, si sono così formate delle vere e proprie scuole di addestramento.
La prima, in Europa, a sviluppare questo tipo di scuole fu la Gran Bretagna, per essere seguita, a livello internazionale, dagli Stati Uniti, dalla Germania e dalla Svizzera. In Italia, l’Unità Cinofile Italiane da Soccorso (UCIS) è nata soltanto nel 1988. Da allora si è diffusa in tutto il Paese con l’istituzione di veri e propri corsi di addestramento che si sono ramificati in più situazioni di vita e/o di lavoro.
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In alcuni casi vengono chiamati cani molecolari, in altri cani da ricerca, ma una cosa è fuori dubbio: a differenza di tutti gli altri amici pelosi, questi cani hanno un olfatto particolarmente sviluppato. Olfatto addestrato soprattutto per uno specifico compito: quello della ricerca in superficie.
Il segreto più grande di un cane da ricerca è proprio la straordinaria attitudine del suo “naso”. Ricordiamo, infatti, che i cani appartengono alla categoria dei “macrosmatici”, ovvero animali per i quali l’uso dell’olfatto è sempre stato fondamentale per la sopravvivenza. Al contrario di noi umani, che invece siamo microsmatici. Se tale fiuto viene attentamente ammaestrato, allora i risultati nel campo della ricerca possono essere davvero sorprendenti per un qualsiasi cane.
Avere un buon olfatto, tuttavia, non è sufficiente per divenire dei buoni cani da ricerca. Servono una serie di abilità che possano consentire di svolgere al meglio il lavoro. Tra le abilità cui i cani devono essere addestrati ci sono in primo luogo la capacità di eseguire gli ordini del proprio padrone, la capacità di non farsi distrarre da stimoli che non siano quelli riconducibili alla ricerca, un’ottima stabilità emotiva e un’elevata concentrazione. In aggiunta, specie nei cani che vengono utilizzati in situazioni estreme come le catastrofi, questi cani devono avere anche una buona stazza, nonché essere in grado di sopportare carichi di impegno intensi e prolungati. Il percorso per addestrare un cane da ricerca è, quindi, piuttosto lungo, poiché a volte può durare anni, ma il suo ruolo potrà essere fondamentale nelle circostanze in cui sarà chiamato ad operare.
Quali razze sono le più adatte per questi lavori? Lo scopriremo nel nostro prossimo articolo!
Luca Calegaro, educatore cinofilo Cinofilia Padova