Il gatto. Conosciamolo meglio

Tanti di noi condividono la loro casa con un gatto. Ma siamo sicuri di conoscerlo bene? Ecco quali sono le sue esigenze e come farlo vivere bene in casa.
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Quando accogliamo un gatto in casa abbiamo il dovere di fare tutto il necessario per farlo ambientare al meglio e assecondare la sua natura, perché possa vivere bene anche in un ambiente domestico apparentemente privo di stimoli.

La storia del gatto

La storia del gatto inizia più di cinquemila anni fa. Gli antichi egizi lo venerarono, ma ancor prima un uomo a Shillourokambos, vicino Cipro, venne sepolto con un gatto acciambellato vicino a sé e circondato da una fila di 24 conchiglie di mare. Cosa si può dedurre da questo? Che l’uomo sicuramente avesse un forte legame con questo gatto e che ci fosse una parte di addomesticamento. Ma è corretto affermare che il gatto sia un animale domestico? La risposta è “ni”. Il piccolo felino tutt’ora non può essere definito tale, la sua doppia anima di cacciatore e preda, che lo contraddistingue e che ci ammalia tanto, lo rendono ancora un animale un po’ selvatico. Basta guardare il suo cugino selvatico e il nostro gatto di casa per poter constatare che sono estremamente simili per non dire uguali.

Come far combaciare la sua felinità con le mura domestiche?

Basta conoscerlo a fondo e cercare di adeguarsi alla sua felinità, che è quella parte che continua ad affascinarci. Il gatto è un piccolo cacciatore solitario notturno, e già da questa frase possiamo capire molte cose di lui. Piccolo perché fra i felini è il più minuto della sua specie, cacciatore perché lui non caccia per mangiare, ma caccia per cacciare! Anche se questo atto può non essere gradito a molti proprietari che amorevolmente gli forniscono il pasto quotidiano, il gatto ha il suo istinto e il suo essere predatore che lo porteranno comunque a cacciare e ad essere incuriosito da qualsiasi cosa si muova. Ecco spiegato il perché del piacere di giocare con topolini di pezza, palline o anche con mani e piedi (questi ultimi assolutamente da evitare).
Se ha la possibilità di uscire ci porterà un “regalino”, lucertole o uccellini mal capitati. Essendo un animale notturno crepuscolare, la sua preda d’elezione è il topo perché è di piccole dimensioni ed è un pasto che il gatto può fare in notturna e in solitaria, senza condivisione con altri suoi simili. Non è un animale che ama stare da solo, piuttosto che sta bene con se stesso, ed è uno dei tanti motivi per cui lo amiamo così tanto. Gradisce la compagnia e la ricerca, infatti sono moltissimi i proprietari che possono testimoniare di avere gatti che ricercano la compagnia del loro amico umano. Indipendente, fiero ed elegante, anche questo è il gatto. La sua doppia anima lo rende dolce e irritabile, domestico e selvatico, perché è sia cacciatore che preda. Un mix di emozioni fa del gatto un animale meraviglioso.

Sensi estremamente acuti

  • Il tatto è molto sviluppato, soprattutto intorno al muso e nei cuscinetti plantari dove si trovano, fra l’altro, le vibrisse (peli sensoriali situati sulla fronte e ai lati del muso) e i peli carpali (peli rigidi posizionati posteriormente nelle zampe anteriori), organi sensibilissimi che forniscono informazioni su posizione e movimenti rispetto all’ambiente, e hanno sia funzione tattile che di amplificazione degli odori.
  • La vista è un po’ più sviluppata della nostra. Il suo campo visivo è di duecento gradi rispetto ai nostri centottanta. E in più il gatto ha il tapetum lucido che migliora la percezione della luce quando questa è debole (ed è per questo che si dice che i gatti vedono al buio).
  • L’udito è sensibilissimo perché il gatto percepisce fino a settantamila hertz (quindi anche gli ultrasuoni) rispetto ai nostri ventimila. Il suo padiglione auricolare amplifica il suono fino a tre volte, ed ecco spiegato il motivo per cui i gatti non amino i rumori forti.
  • L’olfatto e il gusto sono uniti grazie a un organo che nell’uomo è scomparso, l’organo di Jacobson attraverso il quale il gatto assaggia le molecole dell’aria e invia messaggi al cervello, e che dà informazioni importantissime al gatto, tra le quali se è passato un suo conspecifico, se era amico o nemico, se maschio o femmina, ecc…

Come farlo vivere bene in una casa?

Sicuramente cercando di trasferire tutto quello che farebbe in natura tra le mura domestiche. È un cacciatore? Gli piace rincorrere e tendere agguati? Allora cerchiamo di giocare con lui lanciandogli palline, usando il laser (e dopo dandogli qualcosa da afferrare realmente per appagarlo), lasciandogli a disposizione dei giochi nascosti per casa o usando i kong per gatti. È un enigmista, gli piace risolvere enigmi? Perfetto! Usiamo i problem solving per gatti, o creiamo noi una scatola delle sorprese, con un barattolo di plastica semichiuso, per esempio, come quello dello yogurt, con dentro una golosità, così attiviamo in lui la voglia di raggiungere il premio che gli abbiamo riservato. È un esploratore, in natura perlustra il suo territorio fino a 6 km al giorno. In casa come possiamo fare? La sua anima da esploratore fa anche in modo che mangi nei posti più disparati, non mettiamo il cibo solo in un unico punto, ma frammentiamo il pasto in più luoghi. Lasciamogli sempre il cibo a disposizione, perché il gatto non ha organi adatti a un solo unico pasto, ma ne può fare tanti e piccoli, fino a sedici al giorno. Visto che è un cacciatore crepuscolare/ notturno, sicuramente preferirà mangiare di notte piuttosto che a mezzogiorno come noi. Anche per l’acqua è la stessa cosa. Inoltre il gatto non beve vicino all’alimento, perché in natura pensa che l’acqua sia contaminata. Se possiamo, quindi, separiamo anche queste due risorse, e soprattutto la cassetta igienica che può essere tenuta in qualsiasi posto della casa, purché sia un luogo appartato e tranquillo, ma soprattutto lontano dal suo punto cibo. In fin dei conti basta immedesimarsi in lui, noi ceneremmo nella stanza da bagno? Direi di no.
Essendo un perlustratore del suo territorio, quindi della sua casa, facciamo in modo che possa salire sui mobili creando dei piccoli percorsi con mensole o con i mobili stessi. Non ci vuole molto per farli e possono anche essere economici. Possiamo usare delle semplici mensole per creare un bel percorso passando anche sopra alle porte, scendendo per poi risalire, e usando le librerie che abbiamo, lasciando l’ultimo ripiano libero in modo che il gatto lo possa utilizzare per salire o scendere. Il gatto adora arrampicarsi e stare in alto, l’uso della terza dimensione per lui significa la salvezza dai suoi predatori e dai pericoli in cui può incappare e può avere tutta la situazione sotto il suo controllo stando in alto. Facciamoglielo fare, dandogli accesso ad alcuni mobili sopraelevati o con delle mensole o con delle passerelle.

Mimetizzarsi

Al gatto piace molto mimetizzarsi, in natura lo fa meravigliosamente con il suo mantello, non lo vediamo neppure in città. Come può farlo in casa? Diamogli una scatola di cartone dove può nascondersi (e se abbiamo dei bambini possiamo far decorare a loro la scatola del gatto). Un’attività da fare insieme, che ai gatti piace tantissimo, è il cambio di stagione. E un’altra cosa che piace molto, e che spesso noi sottovalutiamo, è il riposare insieme. Se stiamo leggendo un libro o guardando la televisione e il gatto si mette vicino o su di noi, non disturbiamolo perché lui in quel momento sta comunque facendo “un’attività” con noi. Possiamo provare ad accarezzarlo nei punti freddi che sono la testa, il mento e il dorso, e non nei punti caldi, come le zampe, la pancia e i lati del corpo. Se non dovesse gradire smettiamo e lasciamo soltanto che ci tenga compagnia.

Assecondiamo la sua natura

Quando accogliamo un gatto dobbiamo pensare non solo al nostro piacere ma anche al suo, cercando di assecondare la sua natura. Sapere la sua provenienza è un parametro molto importante perché se era abituato a vivere libero in campagna avrà bisogno di una casa che gli permetta di uscire fuori, mentre se è nato in gattile o in casa potrà più facilmente abituarsi alla vita in appartamento dove dobbiamo dar libero sfogo alla sua natura, alla sua felinità. Farlo giocare lo incoraggerà alla scoperta di ciò che lo circonda, lo renderà un “atleta” specializzato in una determinata attività. I giochi preferiti sono quelli che gli permettono di arrampicarsi, saltare e mettersi alla prova. Gli oggetti che si muovono o che sono appesi sono quelli che maggiormente lo stimolano. Anche le diverse consistenze e materiali lo incuriosiscono, ma il gioco preferito in assoluto è quello che emula la preda.
In qualità di felino il gatto ha bisogno di affilarsi le unghie, dobbiamo dargli un supporto in questo, quindi forniamogli un tiragraffi che sia più alto di lui, in modo che possa stirarsi e allungarsi, e posizioniamolo nel luogo più vissuto della casa. Il gatto vive la casa come se fosse il suo territorio, ed è lì che deve lasciare segnali visivi e olfattivi tramite, appunto, le graffiature proprio per marcare i suoi luoghi di privilegio.

di M. Virginia Cesarini
Infermiera veterinaria e Consulente della relazione felina

Foto di copertina @KDdesignphoto/Shutterstock