I cani da soccorso agiscono in più circostanze, quali calamità naturali o eventi di emergenza, sfruttando il proprio olfatto e cooperando con gli esseri umani, con l’obiettivo di salvare vite. La loro preziosa capacità di soccorrere, seguendo la fonte odorosa emanata dal disperso o da chi si trova in pericolo, li rende insostituibili compagni di pronto intervento. Vediamo perché, quali sono le razze più adatte al soccorso e in quali circostanze possono essere chiamate ad operare.
Indipendentemente dalle situazioni in cui il cane da soccorso è chiamato a intervenire, ci sono alcune caratteristiche che deve possedere. Essendo quello del soccorso (in mare, in montagna o anche in ambiente urbano) un lavoro complesso, specie quando ci sono situazioni di emergenza, il cane deve in primo luogo essere coraggioso e risoluto.
Inoltre, deve godere di perfetta salute, e quindi non essere eccessivamente anziano. La questione dell’età, tuttavia, va considerata in relazione alla situazione di soccorso in cui il cane è chiamato a intervenire. Ci sono casi, come ad esempio le valanghe, che richiedono prestazioni fisiche più elevate; altre, come la ricerca di persone in ambiente urbano, in cui non è necessario che il cane sia giovane e prestante sotto un profilo fisico, poiché anche gli “anziani” danno ottimi risultati (appurato che siano in buona salute).
Posto che l’educazione e l’addestramento dell’amico a quattro zampe sono aspetti imprescindibili perché il cane operi un servizio di soccorso efficace, ci sono poi ulteriori caratteristiche che dovrebbero appartenergli. Deve essere resistente, di medie dimensioni, con un folto sottopelo, socievole ed equilibrato. Ancora, il cane deve avere spirito d’iniziativa, persistenza, alta autostima, concentrazione, energia, sensi sviluppati, nonché spirito di adattamento. Queste caratteristiche sono di basilare importanza nel momento in cui si verifica un’emergenza e il cane è chiamato a intervenire.
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Parlare di “soccorso” in termini generali può essere fuorviante, poiché ci sono vari ambiti in cui il cane può essere utilizzato: il soccorso in mare, il soccorso in montagna, il soccorso in caso di catastrofi (naturali o meno), nelle valanghe e altri ancora. In ognuno di questi casi l’educazione del cane avviene in maniera particolareggiata.
Ciò vuol dire che l’addestramento per il soccorso in montagna avrà necessariamente delle caratteristiche diverse rispetto a quello in mare, oppure in caso di valanghe. In tal senso, l’educatore dovrà sviluppare nel cane capacità e abilità a volte differenti. Pur partendo dalle caratteristiche temperamentali di base, di cui abbiamo detto in precedenza.
Per esempio, nel soccorso in mare, il cane dovrà essere in grado di sentirsi a suo agio con l’acqua, nonché essere particolarmente agile nel nuotare e soccorrere una persona, magari riportandola a riva. I cani da valanga, invece, devono dominare la paura del vuoto quando scendono dall’elicottero sul luogo della tragedia, né farsi distrarre dalle stesse pale dell’elicottero, o dall’andirivieni dei soccorritori.
Quel che accomuna tutte le situazioni a tutti i cani da soccorso è di certo il fiuto: l’arma segreta dei nostri amici a quattro zampe che, attentamente sviluppata in base alle circostanze, permette loro di essere d’aiuto all’uomo in ogni contesto.
I migliori cani da soccorso sono senza dubbio quelli appartenenti alle razze del pastore tedesco, il pastore belga, il border collie, il labrador retriever, il golden retriever, il cane d’acqua spagnolo. Queste razze hanno in sé tutte le caratteristiche che abbiamo elencato in precedenza, in merito a stazza, dimensioni, attitudini e temperamento. Tali abilità, se indirizzate da un addestratore, li rendono ottimi cani da soccorso in qualsiasi contesto vengono chiamati ad operare. Non dimentichiamo, tuttavia, che anche i meticci possono diventare degli ottimi cani da pronto intervento.
Un discorso a parte è da fare per quanto riguarda il San Bernardo, il celebre soccorritore del XIX secolo, entrato nell’immaginario collettivo di molte generazioni. Fin dall’Ottocento, infatti, il San Bernardo fu utilizzato dai religiosi dell’Ospizio del Gran San Bernardo per guidare i viaggiatori che valicavano il passo in inverno. L’incredibile mole del cane lo rese celebre per aver aiutato e salvato persone smarrite. È proprio però la sua enorme stazza che, nel tempo, lo rese meno preferibile ad altre razze più prestanti!
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Addestrare un cane da soccorso non è semplice e spesso richiede particolare dedizione e impegno, non soltanto da parte del quattro zampe, ma anche e soprattutto del padrone. Come in altri ambiti della cinofilia, come il mantrailing, infatti, il temperamento e l’attitudine del cane non sono mai sufficienti per rendere efficace un cane da soccorso, ma possono occorrere anche mesi e mesi di allenamento.
Si deve creare in primis una sintonia perfetta tra cane e padrone, nella capacità di rispondere ai richiami. Lo stesso padrone dovrà essere istruito e addestrato su vari argomenti per quel tipo di soccorso: supponendo il cane sia chiamato a operare in situazioni di valanga, ad esempio, il padrone deve comprendere i concetti di assideramento, ipotermia, saper fare manovre di rianimazione.
In seguito, in base alla tipologia di soccorso in cui è chiamato a intervenire, il cane deve essere in grado di saper seguire una pista, riconoscere l’odore di un essere umano, scavare, non aver paura, essere prestante e coraggioso, nonché saper comunicare l’eventuale presenza di un essere umano o di un imminente pericolo.
Per saperne di più sui percorsi da seguire, ci si può rivolgere alla più vicina Unità Cinofila della Protezione Civile, per poi approfondire il tutto con un bravo addestratore cinofilo. Un percorso lungo e faticoso, ma che cambierà la vita sia del quattro zampe che del suo padrone. E perché no, salverà anche qualche vita umana.
Luca Calegaro, educatore cinofilo Cinofilia Padova