Sangue nell’urina del gatto: c’è da preoccuparsi?

L’ematuria ha molteplici cause che il veterinario saprà escludere alla luce dei diversi esami diagnostici utili per valutare il caso a 360 gradi.
Indice argomenti
Ascolta il nostro podcast!
Ascolta il nostro podcast dedicato agli animali!
RDA - La Radio degli Animali
Ascolta tutte le puntate del nostro podcast
Ultima puntata

Può capitare di trovare del sangue nella lettiera del nostro gatto, anche solo piccole gocce che colorino di rosso la sabbietta. Cosa fare in quel caso? Di cosa si tratta?

Cos’è l’ematuria?

Tecnicamente si parla di “ematuria”, ossia la presenza di globuli rossi nelle urine che può essere visibile a occhio nudo o anche dopo un’analisi delle stesse. Perché si ha ematuria? Per diversi motivi, tipicamente come conseguenza di:

  • litiasi;
  • processi infiammatori, traumatici o neoplastici;
  • deficit della coagulazione.

Se riusciamo a osservare il nostro gatto durante l’urinazione, possiamo renderci conto anche se la presenza di sangue si verifichi nella prima fase della minzione, durante o nella fase terminale. Come ci accorgiamo che c’è qualcosa che non va? Probabilmente il gatto è irrequieto, entra ed esce frequentemente dalla lettiera, a volte associandovi delle vocalizzazioni, e si lecca eccessivamente la zona genitale. Già solo questi segnali devono metterci in allarme e sono sufficienti per condurre subito l’animale in visita. In questi casi, l’ideale sarebbe anche portare con sé un campione di urine che può essere raccolta mediante semplici kit: si tratta di speciali sassolini che, messi al posto della solita sabbietta della lettiera, non raccolgono l’urina e permettono di poterla raccogliere con una siringa per metterla poi all’interno di una provetta e farla analizzare.

Gli esami da effettuare

Nel gatto la causa più comune di ematuria è la cistite, ossia un’infiammazione della mucosa intestinale. La visita clinica, però, è molto importante, perché permette al veterinario di verificare il grado di replezione della vescica e l’elasticità della parete vescicale mediante la palpazione. Può anche capitare, infatti, che l’uretra si ostruisca e che quindi l’urina non riesca a defluire fuori dalla vescica determinando un blocco completo dell’urinazione. A quel punto sarà utile anche effettuare un’ecografia, che permetterà di valutare pure tutto il tratto urinario, e quindi anche i reni, gli ureteri, la vescica e l’uretra, sia dal punto di vista del contenuto che della morfologia. La radiografia, inoltre, può mettere in evidenza la presenza di calcoli mineralizzati, qualora ve ne fossero. Tutti questi esami collaterali insieme restringono il corollario delle diagnosi differenziali e la valutazione è completata con l’esame delle urine, attraverso il quale è possibile valutare il ph, l’eventuale presenza di proteine, glucosio, ecc., e la presenza di sedimento al microscopio (causa di un’eventuale ostruzione). I cristalli possono essere di diversa natura, ma i più frequenti sono quelli di struvite che alcalinizzano le urine rendendole terreno fertile per eventuali batteri. Se questi cristalli hanno causato un’ostruzione totale o parziale dell’uretra, sarà necessario seguire un determinato iter clinico che consisterà, probabilmente, nella necessità di cateterizzare il gatto e somministrare un’alimentazione specifica (per tutta la vita) che permetta di abbassare il pH delle urine e renderle, quindi, più acide, in modo che i cristalli possano sciogliersi. Infine, bisognerà valutare l’esame colturale (ossia la presenza di batteri) e, nel caso in cui questo sia positivo, procedere con un antibiogramma, cioè capire quale antibiotico sia il più adatto per sconfiggere quel determinato batterio.

Problemi di stress

Può capitare anche che tutti gli esami diagnostici siano nella norma e l’unico segno clinico che permane sia l’ematuria. In tal caso si parla di “cistite idiopatica” che nei gatti è quasi sempre da riferire a un problema di stress, causato per esempio dall’arrivo di un nuovo membro in famiglia, o da condizioni di sovraffolamento, o minori attenzioni che il proprietario sta dedicando all’animale, o un cambiamento improvviso, ecc. In questi casi, identificare la causa potrebbe essere molto utile e sufficiente per risolvere il problema.

di Manuel Felici, Medico Veterinario in Roma
Specialista in patologia e clinica degli animali d’affezione, perfezionato in cardiologia dei piccoli animali

È possibile fissare una visita comportamentale con il dott. Felici chiamando lo 068182106.

Foto di copertina @NewAfrica/Shutterstock