Vibrisse: cosa sono e a cosa servono i baffi del gatto

Conosci la funzione delle vibrisse, i baffi dei gatti, e scopri come li usano per navigare nel loro ambiente e comunicare.
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Anche se li chiamiamo comunemente baffi, i peli lunghi e rigidi che spuntano dalle guance dei gatti hanno un nome ben preciso: vibrisse. Spessi e profondi, rappresentano il “sesto senso” dei nostri amici felini, con cui captano tutto ciò che avviene intorno a loro. Non hanno, quindi, solo una funzione estetica, ma sono un importante centro di trasmissione di impulsi nervosi al cervello. Scopriamo più da vicino cosa sono le vibrisse e cosa servono.

Cosa sono le vibrisse

Per capire a fondo come è fatto il nostro amico gatto, è importante conoscerne anche l’anatomia. I baffi dei felini sono molto più lunghi e spessi degli altri peli del corpo e, come abbiamo già detto, tecnicamente si chiamano vibrisse. Sono circa 24, 12 per lato, e sono disposte su 4 file orizzontali al lato del musetto dei mici. Le due file superiori sono semi indipendenti rispetto a quelle inferiori, inoltre, i baffi più forti sono quelli della seconda e della terza fila.

Non tutti ci fanno caso ma i gatti hanno vibrisse anche sulle sopracciglia e dietro le zampe anteriori, anche se sono molto più corte rispetto a quelle presenti sul muso.

Le vibrisse sono composte di cheratina, sono spesse il doppio dei normali peli e hanno radici profonde circa tre volte in più rispetto agli altri peli del corpo del gatto. Essendo collegate al sistema nervoso, possono essere considerate un vero e proprio organo, tra i più indispensabili per la vita del nostro gatto.

Gli unici gatti a non avere peli e, quindi, neanche baffi, sono quelli appartenenti alla razza Sphynx.

A cosa servono le vibrisse

Le vibrisse sono dei “peli tattili” che servono al gatto per rilevare tutti i cambiamenti nell’ambiente circostante. Funzionano come un radar, con cui il micio “prende le misure” per determinare la presenza di un oggetto, la sua forma e le sue dimensioni.

Attraverso i baffi, il gatto acquisisce tutta una serie di informazioni senza dover necessariamente toccare una superficie. Riesce a percepire anche solo una minima variazione o spostamento nel flusso d’aria. Addirittura, attraverso le vibrisse, i gatti rilevano la direzione del vento, l’umidità dell’aria e le vibrazioni impercettibili nell’atmosfera circostante. Questo avviene perché i baffi sono collegati direttamente al sistema nervoso e hanno delle estremità dotate di veri e propri organi sensoriali, i propriocettori. Ecco perché i gatti riescono a percepire l’arrivo di un terremoto con grande anticipo.

Le vibrisse servono al gatto anche per cacciare, poiché gli forniscono informazioni importanti sulla forma e sui movimenti della preda in una frazione di secondo. In questo caso, gli tornano utili soprattutto quelle sulle zampe, che fungono come degli occhi supplementari per avere sotto controllo la situazione e capire il punto dove sferrare il colpo per agguantare la preda.

Le vibrisse delle sopracciglia, invece, servono al gatto anche per proteggere gli occhi avvisandolo di un pericolo e inducendolo a chiudere la palpebra per non ferirsi.

Essendo animali notturni, i gatti usano le vibrisse per riuscire a orientarsi al buio e captare ogni spostamento d’aria.

I baffi sono lunghi quanto la larghezza del corpo del gatto per permettergli di prendere le misure quando deve passare negli spazi stretti. Se per caso il vostro micio si rifiuta di mangiare nella ciotola in cui gli mettete il cibo, molto probabilmente è perché i baffi toccano i bordi del recipiente e gli provocano fastidio. A questo punto, per evitargli ulteriore stress, cambiate la ciotola con una più grande, il vostro gatto vi ringrazierà.

L’importanza delle vibrisse per comunicare

Vi sarete certamente accorti che i baffi del vostro gatto si muovono a seconda del suo umore e del suo stato d’animo.

Appena nati, i micini sono sordi e ciechi ma riescono a captare tutto quello che avviene intorno a loro proprio grazie ai baffi. È per questo che le vibrisse diventano il principale strumento per comunicare anche da adulti.

Quando il micio tiene i baffi tesi verso l’esterno, possiamo stare tranquilli perché vuol dire che è rilassato e sereno, al massimo più curioso del solito. Se, invece, vediamo che il gatto li ha dritti ai lati del muso, è segno che è spaventato o infastidito. I baffi tesi in avanti indicano che è aggressivo o in modalità caccia.

Perché non devi tagliare i baffi del tuo gatto

Vista la loro importanza, va da sé che non bisogna mai tagliare, accorciare né strappare i baffi del gatto, perché significherebbe privarli di un importante organo sensoriale.

Il gatto non vede bene entro i 30 cm e per individuare prede o pericoli si affida esclusivamente alla percezione tattile delle vibrisse. Eliminandole, gli fareste un danno enorme, rendendolo indifeso, insicuro e disorientato.

Senza baffi, il micio non ha alcun senso dell’equilibrio e non riesce a orientarsi nel buio,avendo una ridotta capacità di captare i movimenti intorno a sé e un eventuale pericolo. Inoltre questi, essendo altamente innervati e vascolarizzati, se strappati possono causare dolore e sanguinamento al nostro micio.

Un gatto con i baffi lesionati non è in grado di sopravvivere in autonomia. Quando è cucciolo, infatti, la mamma gli morde i baffi in modo da accorciarli e non farlo allontanare troppo.

Non preoccupatevi se trovate i baffi in giro per la casa perché è assolutamente normale: i gatti li perdono naturalmente come i peli e, come questi, ricrescono da soli.

Nel caso in cui il gatto dovesse perdere i baffi con una frequenza molto ravvicinata senza che avvenga la sostituzione, allora molto probabilmente c’è un problema più serio. Potrebbe trattarsi di alopecia, dermatite o di qualche malattia cutanea di natura allergica. Oppure il gatto potrebbe aver contratto un’infezione batterica o i pidocchi. Anche alcuni disturbi ormonali come l’ipertiroidismo causano la perdita di pelo e vibrisse. In questo caso, per comprenderne l’origine, è opportuno rivolgersi sempre al proprio Veterinario di fiducia.

Foto di copertina @Serge Goujon/Shutterstock