Il coniglio, un eccellente animale da compagnia

Il coniglio è il terzo animale da compagnia. Socievole e affettuoso, è poco adatto ai bambini e richiede molto tempo e attenzione nell’accudimento.
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È molto socievole, cerca spontaneamente la compagnia delle persone e può stabilire un forte legame affettivo con il proprietario. È intelligente e attivo, ama giocare e interagire con coloro che lo accudiscono, purché non rimanga costantemente rinchiuso in una gabbia e abbia la possibilità di uscire regolarmente. Spesso può essere educato a utilizzare la cassetta per i bisogni, anche se a volte si dimostra meno preciso e affidabile di un gatto.
Soprattutto se di taglia nana, non è indicato come animale per bambini al di sotto di 6-7 anni, a causa della sua estrema fragilità. Accade spesso, infatti, che in queste circostanze il coniglio cada di mano al bambino fratturandosi un arto o i denti, o venga strapazzato come se fosse un oggetto di peluche. Inoltre i conigli non amano, in genere, essere sollevati da terra e portati in giro in braccio.
Il suo accudimento deve essere quotidiano e ha bisogno di essere lasciato anche libero di muoversi al di fuori della gabbia, e ciò richiede del tempo da dedicargli quotidianamente. Va tenuto sotto controllo perché in giro per la casa può provocare danni, lasciando i suoi bisogni e rovinando il mobilio con i denti.

Classificazione e origini

Il coniglio non appartiene all’Ordine dei Roditori, come comunemente si crede e come è tuttora riportato in certi dizionari, ma a quello dei Lagomorfi. Questi si differenziano dai roditori principalmente per la presenza di quattro incisivi superiori, che nei secondi sono due.
Esistono numerose razze di conigli (quelle riconosciute sono più di 60), che variano notevolmente per taglia, struttura delle orecchie, colorazione, tipo di pelliccia, forma del cranio. Si va dalle razze giganti, come il gigante fiammingo che può superare gli 8 kg, al nano olandese che pesa meno di un kg. Tutte appartengono però alla stessa specie.
Il coniglio è originario dell’Europa del sud e del Nord Africa. Già i Fenici, nei loro viaggi, ne conoscevano e apprezzavano le carni, tanto che chiamarono la Spagna “Terra dei Conigli” (i-shepan-im, da cui il nome poi latinizzato in Hispania). Gli antichi Romani ne iniziarono l’allevamento e anche, involontariamente, la diffusione, a causa di alcuni soggetti fuggiti che iniziarono a replicarsi allo stato libero adattandosi a diversi tipi di ambienti. Furono i monaci medioevali che iniziarono il vero e proprio processo di addomesticamento, iniziando ad operare una selezione in base alle caratteristiche di docilità (adattamento alla cattività) e funzionali (taglia e tipo di mantello).

Comportamento e carattere

I conigli sono di natura animali socievoli, gregari e gerarchici. Vivono in gruppi familiari, composti in media da 6-10 conigli, al cui intero si stabilisce una gerarchia: la femmina ed il maschio dominanti comandano sugli altri individui. Tramite le ghiandole poste sotto il mento e vicino all’ano marcano sia il territorio sia gli altri conigli, comportamento manifestato più frequentemente dagli individui dominanti. I diversi conigli del gruppo si riconoscono tramite l’olfatto e gli individui estranei, il cui odore non viene riconosciuto, vengono scacciati. Il coniglio di casa mantiene questo comportamento: marca il territorio con il suo odore, in modo da renderlo “familiare”, e ricavarne quindi un senso di sicurezza. I conigli marcano in modo molto efficace anche con l’urina, come i gatti; questa fastidiosa abitudine viene eliminata con la sterilizzazione.
I conigli selvatici, soprattutto le femmine, scavano nel terreno profonde e complesse tane sotterranee, composte da diverse camere e provviste di numerosi ingressi. Le tane sono spesso costruite al limite di zone boscose che bordano prati o campi coltivati. L’abilità di scavare tane permette ai conigli non solo di sfuggire ai predatori e di tenere i piccoli al sicuro, ma anche di mettersi al riparo dalle condizioni atmosferiche avverse.
I conigli passano la giornata al sicuro dentro le tane ed escono soprattutto al crepuscolo e all’alba in cerca di cibo. Si nutrono di erbe, foglie, germogli, radici e in inverno, quando il cibo scarseggia, anche della corteccia degli alberi. Sopperiscono a una dieta relativamente povera dal punto di vista nutritivo con la coprofagia (l’assunzione delle proprie feci), che permette una più efficace utilizzazione dell’alimento sfruttando la digestione della fibra operata dalla flora intestinale.

Caratteristiche anatomiche e fisiologiche

Il coniglio è una preda per eccellenza, e la sua anatomia e psicologia sono adattate a questo suo ruolo nella catena alimentare. Questo mammifero ha due mezzi di difesa: una è l’immobilità totale, con il corpo appiattito al suolo, atteggiamento che utilizza nel tentativo di rendersi invisibile ai predatori, l’altro è la fuga precipitosa. La struttura corporea del coniglio si è evoluta proprio in funzione di una rapida fuga, che gli consente di raggiungere la tana nel più breve tempo possibile. Il coniglio ha, infatti, uno scheletro leggero (rappresenta l’8% del peso corporeo) e una muscolatura ben sviluppata, caratteristiche che gli permettono di correre velocemente. Poiché lo scheletro è fragile, e la muscolatura degli arti posteriori molto forte, se l’animale è afferrato in modo inadeguato e si divincola energicamente, può con la forza dei suoi stessi muscoli causare la frattura o la lussazione della colonna vertebrale, paralizzandosi.
I conigli hanno una vista eccellente, con un campo visivo di quasi 190° per occhio, che permette di vedere in tutte le direzioni senza muovere la testa, con una visione binoculare anteriormente, posteriormente e in alto. Davanti al naso è invece presente un punto cieco, per cui il coniglio afferra il cibo aiutandosi con il tatto fornito dalle labbra, anziché con la vista. A causa delle loro abitudini crepuscolari, i conigli hanno una sensibilità alla luce otto volte superiore a quella umana: sono in grado di vedere nella penombra molto meglio di noi. Per quanto riguarda la percezione dei colori, sembra che i conigli riescano a distinguere il blu ed il verde.
Le orecchie sono molto vascolarizzate e hanno un ruolo importante nella termoregolazione, dal momento che rappresentano il 12% della superficie corporea; sono delicate e sensibili, e non devono mai essere utilizzate per afferrare il coniglio. I conigli utilizzano le orecchie anche per segnalare i loro stati d’animo: attenzione, irritazione, aggressività. In alcune razze nane le orecchie sono piuttosto piccole; le varietà di razze ariete hanno le orecchie pendenti, incapaci di movimento.
I denti costituiscono una struttura molto complessa e specializzata. La formula dentale è: 2/1 incisivi, 0/0 canini, 3/2 premolari e 3/3 molari; significa che da ogni lato della testa hanno due incisivi superiori e uno inferiore, non hanno canini, hanno tre premolari superiori e due inferiori, e tre molari superiori e tre inferiori. Dei quattro incisivi superiori, solo due sono visibili quando si scostano le labbra: gli altri, molto più piccoli, si trovano dietro. Gli incisivi inferiori sono due. Gli incisivi hanno la funzione di tagliare in pezzi della giusta lunghezza i fili d’erba afferrati dalle labbra.
All’interno della bocca, non visibili ad un esame diretto, si trovano i denti interni, con cui il coniglio mastica il cibo. Dal punto di vista anatomico sono divisi in premolari e molari, ma hanno tutti un aspetto e una funzione simile, vale a dire masticare e triturare il cibo.
Tutti i denti del coniglio, sia gli incisivi sia i denti interni, hanno la particolarità di essere a crescita continua, vale a dire che si allungano in modo continuo per tutta la vita. La loro lunghezza resta in realtà costante perché l’allungamento viene controbilanciato dal consumo causato dalla masticazione di alimenti ricchi di fibra, quali erba, fieno, vegetali fibrosi. Se l’alimentazione invece non è corretta, ed è ricca di alimenti energetici e poco abrasivi (semi, cereali, carboidrati) si determina una grave patologia a carico dei denti, detta malocclusione.
La cavità toracica, che contiene il cuore e i polmoni, è relativamente piccola rispetto all’addome. Il coniglio è un erbivoro stretto, con un apparato digerente fortemente specializzato. Lo stomaco ha essenzialmente la funzione di immagazzinare il cibo ingerito, ed è costantemente pieno di alimento; anche dopo diversi giorni di digiuno nello stomaco è ancora presente dell’alimento. Una particolarità dei conigli è che sono incapaci di vomitare.
L’organo più voluminoso dell’addome è rappresentato dall’intestino cieco, in cui si trovano batteri e altri microrganismi che aiutano nella digestione dell’alimento, producendo sostanze utili come ad esempio molte vitamine. Per il corretto funzionamento dell’intestino è di fondamentale importanza che l’alimento contenga molta fibra (che si trova nell’erba, nel fieno e nelle verdure). La fibra infatti stimola la motilità intestinale e permette lo sviluppo di batteri benefici. Se la fibra è insufficiente, si possono avere problemi di rallentamento della motilità intestinale (e quindi un blocco o stasi) o lo sviluppo di batteri pericolosi, e quindi diarrea e anche morte.
Anche i carboidrati sono dannosi per la salute dei conigli, perché permettono lo sviluppo intestinale di batteri pericolosi per la salute; pertanto a questi animali non devono essere somministrati alimenti quali dolciumi, biscotti, pane, fioccati, ecc.
Alternate alle normali feci dure, che vengono abbandonate in giro, i conigli producono un altro tipo di feci, dette “ciecotrofo”, che mangiano direttamente dall’ano appena emesse. Questo tipo di feci, più tenere e umide delle feci normali, e coperte di muco, sono ricche delle sostanze nutritive prodotte dalla flora batterica intestinale.
I testicoli fino a 12 settimane di età restano dentro l’addome, e poi scendono nello scroto attraverso un’apertura della parete addominale detta canale inguinale; il canale inguinale resta sempre aperto per cui i testicoli possono rientrare nella cavità addominale. Ogni testicolo è dotato di un proprio sacco scrotale, quasi del tutto privo di peli. Il coniglio ha la caratteristica che, come i marsupiali, i testicoli si trovano davanti al pene anziché dietro. Le mammelle sono 4-5 paia e si estendono dall’inguine alla gola; nei maschi i capezzoli sono rudimentali e non si vedono. Lateralmente al pene o alla vulva sono presenti due fossette, dette tasche inguinali, che contengono ghiandole odorifere utilizzate per marcare l’ambiente.
La cute, protetta dalla folta pelliccia, è molto sottile e delicata, ed è priva di ghiandole sudoripare; essendo incapace di sudare, il coniglio tollera male le alte temperature. Le zampe non hanno cuscinetti plantari: la loro superficie inferiore è protetta da un folto rivestimento di pelo. Le dita, che sono 5 nelle zampe anteriori e 4 in quelle posteriori, sono tutte dotate di unghie non retrattili.

Longevità

I dati riguardanti la longevità dei conigli tenuti come pet sono piuttosto discordanti. Nei testi meno recenti la vita media è considerata di 5-8 anni, ma con il miglioramento delle conoscenze scientifiche, che hanno permesso di impostare una corretta alimentazione e di eseguire vaccinazioni sicure ed efficaci, la durata della vita si è allungata a 10 anni e oltre. Il potenziale di vita è considerato di 15 anni.

Come maneggiare il coniglio

Saper afferrare un coniglio in modo corretto è molto importante per evitare di procurargli delle lesioni; i conigli hanno infatti un apparato scheletrico delicato, che può facilmente fratturarsi o in seguito ad una caduta o a causa della contrazione violenta dei muscoli del posteriore, che può provocare la frattura della colonna vertebrale. Pertanto occorre porre molta cura a contenere il coniglio in modo sicuro e fermo, in modo che non cada e non si agiti violentemente.
Non si deve mai cercare di immobilizzare con la forza un coniglio che lotta e si divincola: se l’animale cerca di resistere violentemente perché non vuole essere afferrato deve essere immediatamente lasciato, e riavvicinato dopo un po’, quando si è calmato. Funziona bene avvicinare il coniglio in modo calmo, usando un tono di voce rilassato, ed eventualmente coprirgli occhi e carezzarlo dolcemente. Non afferrare/sollevare mai il coniglio per le orecchie o per il coppino!
Esistono diverse tecniche per sollevare in modo sicuro un coniglio. Un tipo di presa consiste nel far scivolare una mano sotto il torace afferrando saldamente gli arti anteriori, mentre l’altra mano afferra e sostiene gli arti posteriori. Con gli arti ben immobilizzati, e il peso del corpo sostenuto da entrambe le mani, si appoggia la schiena del coniglio contro il proprio torace, con una presa sicura. Un coniglio spaventato può tranquillizzarsi se si infila la sua testa sotto un braccio, in modo da coprirgli gli occhi. E’ importante mantenere sempre intorno alle zampe una presa decisa, in modo da non farselo sfuggire nel caso compia movimenti improvvisi, e soprattutto non permettere alle zampe posteriori di scalciare.
I soggetti più spaventati e irrequieti possono, in caso di necessità, essere afferrati e sollevati dopo averli coperti e avvolti con un asciugamano. Quando si ha a che fare con un coniglio spaventato si deve anche fare attenzione a non ricevere morsi, calci e graffi.
I bambini piccoli devono essere educati su come trattare il coniglio, evitando di afferrarlo e portarlo in giro come un giocattolo, soprattutto se si tratta di conigli di taglia nana o molto giovani, che vengono spesso lasciati cadere dai bambini, riportando come conseguenza fratture e lussazioni.

La razza

La razza ed il colore sono fattori puramente estetici, e non dovrebbero interessare nell’adozione di un animale. Più importante è invece il discorso legato alla taglia. Vi è un forte e diffuso pregiudizio che solo i conigli di razza nana siano adatti al ruolo di animali da compagnia, ma questo è completamente falso. È come sostenere che i pinscher possono essere dei buoni cani da compagnia, mentre labrador o terranova no perché sono grandi. Al contrario, i conigli di razza nana sono generalmente più nervosi, sono più delicati per le loro piccole dimensioni (soprattutto nelle mani di un bambino) e sono molto più difficili da curare (fare un prelievo di sangue o una terapia endovenosa in un coniglio poco più grande di un criceto è certamente più difficile che farlo in un coniglio di tre chili). Ogni coniglio, di qualunque razza, può essere un animale affettuoso e vivace, anche un coniglio “da carne”, anche un coniglio di razza gigante. I conigli di alcune razze nane, inoltre, essendo brachicefali (con il cranio più corto rispetto al normale, per conferire loro un eterno aspetto da cuccioli) tendono ad avere una malocclusione congenita dei denti incisivi.
Per quanto riguarda invece i conigli delle razze a pelo lungo, questi richiedono molte più attenzioni perché devono essere spazzolati tutti i giorni, altrimenti il loro mantello si trasforma presto in un ammasso infeltrito e inestricabile. Se non avete tempo e pazienza per questo lavoro, optate per un animale a pelo corto, anche perché tosare i conigli non è facile.

Attenzione all’età

Nei negozi si trovano spesso piccoli messi in vendita a 4-5 settimane, perché inteneriscano il possibile acquirente con la loro taglia minuta da “peluche”, e a volte per spacciare per nani soggetti di taglia media. Togliere i piccoli alla madre così piccoli è una crudeltà, ed è un ulteriore motivo per non comprare animali.
Non esiste un’età massima per adottare un coniglio: è un’ottima iniziativa dare casa a un coniglio già adulto, o addirittura anziano, che deve essere ricollocato per i motivi più diversi. Un coniglio già adulto è in genere più calmo, avendo già superato la fase di irruenza giovanile, e il suo carattere è noto e non riserverà sorprese. Inoltre si può abituare alla nuova casa e affezionare ai nuovi proprietari come qualunque altro animale, a meno che non sia stato trascurato o maltrattato (nel qual caso può essere necessario un maggior periodo di adattamento e di “recupero”).

Foto di copertina @Africa Studio/Shutterstock