Il prurito: le cause più comuni e come risolverlo

Le cause del prurito sono diverse. Il veterinario deve conoscere alcuni dati importanti per fare una diagnosi corretta e prescrivere la giusta terapia.
Indice argomenti
Ascolta il nostro podcast!
Ascolta il nostro podcast dedicato agli animali!
RDA - La Radio degli Animali
Ascolta tutte le puntate del nostro podcast
Ultima puntata

Può causare leccamento, masticazione, sfregamento, rimozione di peli, irritabilità e perfino modificazioni comportamentali. È il prurito, quella sensazione fastidiosa indotta da mediatori chimici presenti nella saliva degli artropodi o nel veleno, nei batteri e anche nei miceti. Attraverso le terminazioni nervose, gli impulsi sensoriali vengono trasmessi al sistema nervoso centrale che a sua volta trasmette la sensazione del prurito.

Cause e predisposizioni di razza

Inoltre, pare che esistano delle razze, come il Golden Retriever, il Dalmata e piccole razze terrier, maggiormente predisposte allo sviluppo di dermatite atopica, o come il West Highland più a rischio di dermatite da Malassezia, o lo Shar Pei soggetto a dermatite atopica, allergia alimentare, piodermite e demodicosi. E pare che alcune malattie cutanee si verifichino più comunemente negli animali giovani, come la rogna sarcoptica e la demodicosi, mentre altre dermatosi si osservano più frequentemente in animali di media età o anziani, quali ad esempio la dermatite atopica, l’allergia alimentare e la piodermite.
Le cause possono essere diverse, ma le più comuni sono:

  • allergia al morso di pulci (più frequente nel cane);
  • malattie cutanee da ectoparassiti (rogna sarcoptica, demodicosi, ecc.);
  • dermatofitosi;
  • piodermite;
  • allergia o intolleranza al cibo;
  • dermatite atopica;
  • dermatite da contatto;
  • eruzione da farmaci.

I dati da tenere in considerazione sono:

  • la dieta;
  • l’ambiente in cui vive l’animale;
  • l’impiego dell’animale;
  • la cura della cute a casa;
  • le recenti esposizioni;
  • la presenza o assenza di prurito in altri animali o persone che vivono nello stesso ambiente.

Inoltre, al veterinario possono risultare utili la sede iniziale di sviluppo delle lezioni cutanee, la loro insorgenza e progressione, l’intensità del prurito, la stagionalità e la risposta o mancanza di risposta a una precedente terapia. Questo perché molte malattie cutanee pruriginose si presentano con un aspetto visivo simile, quindi una anamnesi corretta è fondamentale ai fini della diagnosi.

Come si fa la diagnosi?

Per fare diagnosi, esistono diverse procedure diagnostiche. Sarà il veterinario a decidere quale eseguire, in base alla diagnosi differenziale più probabile:

  • raschiati cutanei;
  • citologia esfoliativa;
  • esame delle feci;
  • biopsia cutanea;
  • colture micotiche;
  • dieta a eliminazione per l’identificazione delle allergie;
  • test intradermico in caso di sospetta dermatite atopica;
  • esami sierologici.

La terapia può essere somministrata per via orale o topica, a seconda della diagnosi, da accompagnare magari con shampoo ed emollienti o risciacqui antipruriginosi.

Di Cinzia Montagnoli, Medico Veterinario in Roma

Foto di copertina @Susan Santa Maria/Shutterstock