L’istinto predatorio è il movimento che fa scattare nel cane il desiderio di rincorrere la “preda”, ancora prima che questo riesca a riconoscerla visivamente. Possiamo definirlo una sorta di riflesso ed è ovviamente insita nel dna canino di alcune razze specifiche.
Da orgoglioso proprietario di un gordon setter ormai in pensione, rimanevo affascinato dalle sue ferme ai tempi d’oro. Le fa tuttora in passeggiata ed è sempre bello osservare cosa accade nel cervello di queste razze predatrici. I cani da pastore – ma anche piccole razze come i jack russel, i beagle e i bassotti – hanno uno spiccato istinto da caccia o da “stanatore” (il beagle viene usato per la caccia alle volpi).
Ricordando sempre l’origine lupoide del cane, i cani primordiali avevano bisogno di cacciare per mangiare, anche se già convivevano con l’uomo. Nel corso dei secoli, alcune caratteristiche predatorie sono state mitigate e poi te, in particolare quella di mangiare la preda catturata. Questo è stato possibile grazie a una selezione che ha assicurato una resa genetica ottimale, potenziando gli aspetti più importanti, quali la ricerca e l’inseguimento, a scapito degli istinti antichi quali scuotere e consumare.
Come sempre, l’uomo ha ri-adattato l’animale, esaltandone le caratteristiche per lui più importanti. Dall’altro canto, il cane ha potuto godere di un sostentamento che, nel corso dei secoli, lo ha reso il docile animale da compagnia quale è.
Ricordo con tanto piacere una simil lupoide che ho avuto; nel primo periodo di convivenza aveva così tanta fame che catturò e uccise alcune povere galline, sotterrandole nel giardino di casa. In quel caso, il suo istinto predatorio era talmente forte che, nonostante le ciotole di buon cibo, doveva comunque fare scorta per il futuro. Ovviamente, quando comprese che aveva finalmente trovato una casa e un padrone, lo sterminio di galline cessò, con buona pace del vicino contadino.
Sappiamo benissimo che la caccia è anche fonte di benessere per il cane, perché attiva ricettori che trasmettono piacere e soddisfazione. È facile capire quando un cane è felice di ciò che fa: basta misurare la lingua!
Bisogna comunque comprendere che esiste un limite tra predazione ricreativa e disagio sociale. Mi riferisco ai cani che corrono dietro alle biciclette o alle auto: in questo caso bisogna trattare tempestivamente gli aspetti problematici, con l’aiuto di un professionista. Questo è il lato negativo delle razze con spiccato senso predatorio perché una pulsione alta può essere pericolosa soprattutto con le persone o i bambini, che tendono a correre parecchio facendo molto chiasso! È quindi buona regola tenere in un luogo sicuro i cani predatori, senza cancelli o reti troppo basse e soprattutto senza mai – e sottolineo mai – sottovalutare un istinto di millenni racchiuso in un muso dolce e gentile. Provate a osservare un lupo cecoslovacco; è una razza bellissima ma ho incontrato tanta difficoltà negli occhi di alcuni di loro, faticano a esprimersi perché mal capiti e mal gestiti.
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In quale modo possiamo migliorare la predazione o mitigarla, se necessario? Innanzitutto lavoriamo sull’attenzione che il cane deve darci a comando. Prima di scattare, il nostro Fido si pone sempre in perlustrazione e, una volta agganciato il bersaglio, parte all’inseguimento. Il proprietario deve essere in grado di interrompere questo ciclo qualora sia necessario, richiamando l’attenzione dell’animale a sé. Come? Non è necessario un urlo alla Tarzan ma bisogna lavorare su esercizi base, il richiamo innanzitutto, per poi passare a comandi più specifici quali la ricerca visiva cane-conduttore.
Utilizziamo una lunghina all’aperto (almeno 6/7 metri), lasciamo che il cane passeggi liberamente e attendiamo che saltuariamente ci cerchi con lo sguardo. Questo atteggiamento lo aiuterà a dare maggiore attenzione al conduttore piuttosto che ad un fruscio sospetto nei cespugli.
Non dimentichiamo che alcune razze predatorie non possono e non vanno lasciate libere perché non sono rari i casi di cani che si perdono (volontariamente o meno), creando situazioni pericolose per l’animale in primis che, in preda ad una forte eccitazione, può attraversare strade o centri abitati senza curarsi di macchine, persone o biciclette nel percorso. Se proprio volete lasciarlo libero, ricercate un’area cani vicino casa dove poterlo far correre e socializzare, aspetti fondamentali per il benessere del nostro Fido cacciatore.
Luca Calegaro, educatore cinofilo Cinofilia Padova