Vi sarà senz’altro capitato di osservare in gattile o tra i gatti di colonia che gironzolano in quartiere degli esemplari “senza orecchie”: ebbene, quasi certamente si tratta del risultato di un’operazione chirurgica finalizzata a rimuovere una neoplasia molto aggressiva, il carcinoma squamoso, un tumore maligno che ha origine dall’epitelio squamoso che forma la cute e il rivestimento del cavo orale e di altri organi, come ad esempio le tonsille. Il carcinoma squamoso è presente in tutte le specie, uomo compreso, ma compare frequentemente in cane, gatto e cavallo. Cerchiamo di capire meglio di che cosa si tratta.
Il carcinoma squamoso nasce come tumore maligno ed è molto aggressivo: quando colpisce il cavo orale, arriva persino a deformare la base ossea sottostante, compromettendo la corretta funzionalità masticatoria e impedendo quindi all’animale (quasi sempre un gatto) di sopravvivere. La neoplasia si può presentare come una massa vegetante, cioè che si sviluppa in dimensioni, e deformante oppure come semplice ulcerazione, aspetto alquanto insidioso, poiché non fa pensare immediatamente a un tumore. Se la diagnosi è tempestiva, l’animale può essere salvato, ma non sempre è possibile riconoscerlo in tempo: spesso la diagnosi arriva quando ormai si sono sviluppate delle metastasi e resta ben poco da fare.
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Come ho accennato all’inizio dell’articolo, si ritrova di frequente nel cane, nel gatto e nel cavallo, ma si presenta in punti diversi. Nel caso del cane, lo osserveremo prevalentemente nelle razze grandi e giganti, posizionato a livello del terzo dito: la ragione di questa insolita localizzazione risiede nel fatto che il tumore è una risposta al traumatismo a cui l’arto è sottoposto a causa dell’elevato peso dell’animale. Quando il carcinoma squamoso si presenta in questo preciso punto è importante non confonderlo con il melanoma, una neoplasia altrettanto maligna che però colpisce i melanociti, non le cellule epiteliali, e che si localizza a livello del letto ungueale.
Un discorso differente può essere fatto nel caso del gatto e del cavallo, specie in cui il carcinoma squamoso è indotto dall’esposizione ai raggi UV: per tali ragioni, il tumore si presenterà nelle aree più vulnerabili del corpo, come per esempio le zone glabre (ovvero prive di pelo) e quelle in cui il mantello è di colore bianco. Sì, avete capito bene, il colore del mantello può fare la differenza quando parliamo di carcinoma, ma per quale motivazione? Semplice, perché le zone in cui la cute è più chiara o quelle in cui il pelo è bianco sono caratterizzate da assenza di melanociti, ovvero di quelle cellule responsabili della produzione di melanina, il pigmento che protegge l’uomo e gli altri animali dalle radiazioni ultraviolette. Senza questa barriera di difesa, la cute è più esposta all’effetto mutageno degli UV, che possono quindi indurre delle alterazioni nel DNA cellulare, con conseguente sviluppo di un tumore. Il consiglio è quello di tenere i vostri amici pelosi lontano dalla luce del sole, almeno nelle ore più calde, e di utilizzare la crema solare.