Durante il corso istruttori ho affrontato una miriade di argomenti teorici, e alcuni di questi – come la conduzione del cane al guinzaglio – hanno richiesto un tempo di pratica ben superiore alla durata del corso. Per cui ho dovuto studiare molto a casa.
Con il cane ovviamente.
Per quanto appaia semplice vedere una serie di persone camminare in cerchio con il proprio cane, vi assicuro che è un’operazione dalle molteplici insidie. Da spettatore osservavo sei/sette cani e relativi conduttori camminare in un cerchio quasi perfetto, ben distanziati e all’unisono con il proprio animale. Da conduttore, mi sono scontrato con un esercizio più difficile di quanto pensassi: il mio braccio era troppo teso, il cane si muoveva annusando il terreno ed io ero più concentrato ad osservare gli altri binomi piuttosto che pensare al motivo per cui stavo conducendo male.
Camminare è l’attività più antica del mondo e racchiude diverse posture e andamenti che, se errati, possono causare dolori articolari nel tempo; è un’attività semplice ma bisogna farla bene. A mio parere, la nostra camminata influisce sull’andamento del nostro cane.
Chi ha fatto equitazione sa quanto importante è il linguaggio del corpo con i cavalli, splendidi animali dalla sensibilità estrema che possiamo condurre solo con le giuste pressioni e posture del corpo; un cavaliere novizio tende ad “anticipare” l’animale, ovvero portare avanti il busto, prima di saltare. Questo cambio di peso repentino può portare il cavallo a scartare l’ostacolo oppure a fermarsi bruscamente e, nel peggiore dei casi, sarete solo voi a saltare l’ostacolo.
Le redini sono sensibili strumenti di comunicazione con l’equino e il guinzaglio lo è altrettanto per un cane. Partiamo dalla giusta scelta del collare o pettorina, entrambi strumenti efficaci da utilizzare a seconda della necessità. Non consiglio di usare la pettorina con il cane che tira perché la forza contraria che esercitiamo andrà a scaricarsi sulle spalle dell’animale risultando inefficace sull’andatura. Non è un caso che i cani da slitta abbiano una specie di corpetto anziché un collare ed è proprio da questo lavoro che sono nate le pettorine moderne. Il punto di traino per la pettorina degli Husky è alla base della coda, lascia il corpo del cane sostanzialmente libero e il peso è ovviamente suddiviso su più esemplari.
La rachide cervicale del cane è molto robusta e riesce ad ammortizzare movimenti rapidi e forti; il motivo è la sua evoluzione che ha costretto generazioni di canidi a cacciare per sopravviere, lottando con la preda e stordendola con veloci movimenti.
Se osserviamo due cani giocare ed azzuffarsi amichevolmente, potremo notare che compiono movimenti da far rabbrividire chi soffre di cervicali. In questi momenti è più facile che si danneggino i denti piuttosto che il collo, altrimenti la specie canina si sarebbe già estinta; ergo, il loro rachide è molto mobile e ben fornito di muscoli in grado di sopportare qualche strattone da collare. Ovviamente deve essere una correzione etica, ho mandato via dal mio campo un ragazzo che aveva corretto il suo pit bull con un tirone a doppia mano! La regola è semplice: se il cane non collabora, non insistere e riprova più tardi perché non c’è niente di peggio che agire per nervosismo o sfinimento. Chiedete ad un cavaliere di dare un calcione ben assestato ad un cavallo e sarà lui, il cavallo, a darvelo.
Ben diversa è la muscolatura del torace del cane: il loro sterno è formato da piccoli ossicini che si collegano alle costole più o meno indirettamente e non hanno una piastra rigida come noi. È una parte relativamente debole e alcuni appoggi della pettorina possono provocargli dolore o comunque disturbi lievi o più gravi.
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Non sono un negazionista delle pettorine; a mio avviso, dobbiamo essere in grado di portare il nostro cane anche con una semplice corda ma entrambe le soluzioni hanno sia vantaggi che svantaggi che il conduttore deve conoscere e saper applicare a seconda del momento. Dovendo impostare la passeggiata, io prediligo il collare, morbido, in tela con un occhiello in acciaio a cui attaccare il guinzaglio che deve essere lungo, molto lungo inizialmente.
Va scelto il giusto luogo per imparare, lontano dal traffico, possibilmente rettilineo e con buona visibilità. Se abitate in città, indivduate un’area cani dove poterlo fare, sfruttando orari meno frequenti per poter essere soli. Ho sempre in macchina una lunghina da 10 metri ed utilizzo questa per insegnare ai conduttori a passeggiare correttamente con il proprio cane. Una volta assicurato l’animale, lasciate che il guinzaglio scorra e cominciate a camminare. Il cane dovrà essere libero di andare dove vorrà, annusare, fermarsi, restarvi dietro o precedervi.
Non dovete usare alcun richiamo ma semplicemente proseguire sul vostro percorso. Anche se non sembra, il cane non vi perde mai di vista e potrà venirvi vicino per poi allontanarsi nuovamente. Se è davanti a voi, provate a fermarvi e lasciate che venga utilizzata la massima lunghezza; a questo punto, Fido si fermerà per forza e lì aspettate perché perde chi cede prima. Un cane un po’ ostinato potrebbe semplicemente sedersi e aspettare ma lo scopo di questo esercizio è che lui venga da voi; con la dovuta pazienza vi assicuro che verrà.
Continuando sul vostro percorso potete cambiare direzione tornando indietro: anche questa volta il cane verrà “bloccato” dalla lunghezza e tornerà indietro con voi, in questo momento potrete premiarlo con una buona dose di carezze.
Ovviamente non voglio che andiate in giro per la città con 10 metri di guinzaglio ma lo scopo di questo esercizio è aumentare la concentrazione del cane su di voi e potete farlo anche in casa, legandolo e facendovi seguire per le varie stanze; sarà ancora più facile perché il vostro amico diventerà subito attivo quando vedrà il guinzaglio.
Come tutte le pratiche, anche questa richiede pazienza e avrete modo di ridurre la lunghezza del guinzaglio proseguendo nel tempo e nelle passeggiate. Mi piace molto lavorare sulla conduzione perché non è un esercizio scontato e non c’è nulla di più gratificante che vedere un padrone essere all’unisono con il proprio cane.
Luca Calegaro, educatore cinofilo Cinofilia Padova