Il gatto è considerato l’animale anarchico per eccellenza e alcuni non provano nemmeno a impartirgli i fondamentali, pensando che tanto farà di testa sua. Invece l’educazione del gatto non solo è possibile, ma può anche farvi scoprire che i mici possono essere animali molto obbedienti.
Per ottenere buoni risultati dall’educazione del gatto è necessario cominciare fin da cuccioli, quando non hanno ancora scoperto la loro natura indipendente. È vero che ci sono caratteristiche innate, che vogliono i gatti ribelli per natura, ma possiamo insegnargli a usare la lettiera, a non graffiare indistintamente tutto quello che gli capita a tiro e anche alcuni comandi base.
Rispetto al cane, che riconosce il proprio padrone come capobranco, il gatto ha più difficoltà a eseguire degli ordini. È fondamentale, quindi, agire con tempestività e prontezza ogni volta che fa qualcosa che vogliamo correggere. Per impedirgli di salire sul tavolo o sul divano nuovo, è importante dirgli un “No!” fermo e deciso senza urlare, spostando contemporaneamente il micio dal luogo “incriminato”. Non dimentichiamo che il gatto ha un udito molto sviluppato e un tono di voce troppo alto potrebbe infastidirlo più del dovuto.
Tutte le volte che vediamo che il gattino fa qualcosa che riteniamo sbagliato, dobbiamo agire in pochissimo tempo, non più di 2-3 secondi. Questo perché il micio deve capire la reazione di rinforzo negativo (o positivo) all’azione che ha appena commesso.
I gatti non reagiscono alle punizioni, per cui vanno addestrati con le ricompense, soprattutto se sotto forma di cibo. Il gatto che corre non appena sente il rumore della scatoletta che si apre, o qualsiasi altro suono o gesto associato al momento del pasto, ha già appreso un comportamento indotto, senza che nessuno glielo abbia insegnato.
Si può sfruttare questa capacità di associazione per addestrarlo a riconoscere i comandi. Ogni volta che il micio obbedisce, andremo a premiarlo con una ricompensa, scegliendo un cibo che gli risulta particolarmente gustoso.
In questo modo, riusciamo a stabilire con lui una relazione educativa sana ed equilibrata. Premiare il gattino quando fa la cosa giusta, invece di rimproverarlo quando sbaglia, permette un apprendimento molto più veloce e intuitivo.
La punizione non fa che alzare un muro tra noi e l’animale, creando un rapporto conflittuale che faticherà ad ammorbidirsi.
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Per l’educazione del gatto è fondamentale che nei primi mesi stia molto a contatto con la sua mamma. È dalla mamma che il gattino impara le regole principali: a pulirsi, a cacciare, a difendersi e a relazionarsi con i suoi simili.
Solo dai tre-quattro mesi possiamo intervenire con brevi sessioni di addestramento. All’inizio è meglio non superare i 2-3 minuti, in modo da non stressare troppo il micio.
Tra gli insegnamenti fondamentali, c’è quello a usare correttamente la lettiera. Per farlo, bisogna posizionarla in un posto discreto e appartato e mettervi sopra il gatto soprattutto dopo il pasto. Una volta fatti i propri bisogni, provvederemo a premiarlo con uno snack, per dimostrargli di aver fatto la cosa giusta. È importante che non associ l’uso della lettiera solo al momento del pasto, quindi è bene fare in modo che la usi tutte le volte che ne ha bisogno.
Per evitare che il gatto graffi i mobili, possiamo innanzitutto comprare un bel tiragraffi su cui affilare le unghie. Se scopriamo il micio intento a graffiare la porta, un mobile o un divano, possiamo interromperlo e portarlo verso il suo tiragraffi, sempre con movimenti rapidi e decisi ma non violenti.
Un gatto che sale sempre sui mobili può essere educato a non farlo togliendo innanzitutto il cibo a vista, che è uno dei motivi che lo spinge a salire su tavoli e credenze. Possiamo anche mettere sui mobili un panno su cui avremo spruzzato del succo di limone o un profumo alla menta: sono odori che i gatti non gradiscono e il micio li assocerà al tavolo o ai mobili in genere.
Se nei momenti di gioco il nostro gatto tira fuori gli artigli o morde, smettiamo subito di giocare in modo che capisca che non deve più farlo.
Possiamo anche insegnare al gatto a riconoscere il proprio nome, per fare in modo che risponda al nostro richiamo.
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Anche se nell’immaginario collettivo i gatti sono visti come animali freddi e distaccati, sono invece molto dolci e amano le coccole. Oltre a gratificarli con un premio in cibo, è importante accarezzarli con delicatezza quando fanno qualcosa di buono.
In questo modo, riusciamo a stabilire con il gatto una connessione di fiducia e di rispetto reciproco. L’amore è probabilmente la forma di educazione più alta e un micio che riceve attenzioni e affetto sarà di sicuro più obbediente e diligente.