Rinforzo positivo e negativo | Educazione del cane

Approfondisci la differenza tra rinforzo positivo e negativo nell’addestramento del cane e scopri come utilizzare entrambi i metodi per promuovere comportamenti desiderati.
Indice argomenti
Ascolta il nostro podcast!
Ascolta il nostro podcast dedicato agli animali!
RDA - La Radio degli Animali
Ascolta tutte le puntate del nostro podcast
Ultima puntata

Chi ha frequentato centri di addestramento o ha seguito dei corsi di cinofilia, avrà sicuramente sentito parlare di rinforzo positivo e negativo. Il padre di questi concetti  fondamentali è Burrhus Skinner, che ha elaborato il condizionamento operante di cui abbiamo già parlato. È giusto che tutti i proprietari di un cane capiscano questi punti e sappiano applicarli in autonomia.

Mi è capitato più volte di assistere ad “omicidi” di cuscini o divani, rei di essere stati oggetto di sfogo per un cane lasciato solo. Innanzitutto, il cane non compie questi gesti per dispetto perché semplicemente non ha la concezione di cosa sia. Non fate l’errore di associare comportamenti canini a emozioni umane perché non funziona così; il cane agisce su stimoli e istinti in base alla situazione in cui si trova. Può essere condizionato e migliorato, educato o addestrato e alla base di questi percorsi esistono i rinforzi positivi e negativi.

Rinforzo positivo e negativo: cosa sono e come applicarli

Potete leggere tutti i trattati di Skinner dei suoi esperimenti oppure potete semplicemente pensare ai simboli + e – (più e meno). Il rinforzo positivo consiste nell’aggiungere qualcosa per modificare il comportamento mentre il negativo ovviamente si riferisce al sottrarre. Punto molto importante è che sono entrambi una cosa giusta. “Negativo” non vuol dire fare del male all’animale ma togliere qualcosa che modifichi il suo comportamento. 

Il rinforzo negativo

Passiamo agli esempi pratici: do una bella ciotola di cibo al mio cane, vado per toccarla e di risposta sento un bel ringhio. Piuttosto che dargli una pacca sul didietro, gesto che in questo caso non serve a nulla, gli tolgo la ciotola. Magia! Il cane non brontola più. Provo a ridare la ciotola e compio il medesimo gesto, sinché il nostro fido si farà sfilare tranquillamente il cibo da sotto il naso.

Per modificare la sua aggressività possessiva, tolgo un elemento che la induce (il cibo). Applico quindi un rinforzo negativo al cane perché voglio inibire un elemento pericoloso e superfluo, visto che non lo farò morire di fame! 

Questo tipo di aggressività la riscontro con molti cani, anche quelli che vivono in famiglia da molti anni. Una domanda spontanea è: il mio cane non si accorge che ho sacchi pieni di cibo umido e svariati bocconcini che gli vengono dati durante la giornata? Certo, ma esiste sempre una grande verità: un cane che ha sofferto la fame nei primi anni di vita, la soffrirà sempre perché ha dovuto combattere per mangiare.

Un altro esempio calzante di rinforzo negativo è il classico fido che tira al guinzaglio. Premettendo che questa problematica richiede un lavoro di educazione vario e lungo, possiamo comunque applicare il nostro rinforzo semplicemente fermandoci. Il cane continuerà a tirare quasi a strozzarsi e dobbiamo avere la pazienza di attendere che il rinforzo si applichi da sé. A un certo punto, l’animale sarà stanco di sentirsi strangolato e si fermerà, togliendo l’elemento di stress al collo. Una volta calmato potremo riprendere la camminata e ripetere qualora sia necessario. Con la mia azione ho indotto il cane a togliere un elemento controproducente per la sua salute e non ho dovuto fare assolutamente nulla se non aspettare.

Consiglio di provare questo tipo di rinforzo in un posto isolato perché non ci siano altri stimoli a indurre il cane a tirare. Io l’ho applicato con la mia setter, da sempre una grande tirona in cerca di tracce e odori.

Il rinforzo positivo

Chiarito il negativo, passiamo al positivo, che consiste nell’aggiungere un elemento a raggiungimento di uno scopo. Cominciamo con l’abc: mettete il cane seduto e porgetegli un croccantino a ricompensa. È importante che il rinforzo, ovvero il cibo, appaia solamente una volta compiuto l’esercizio. Non va bene avere la crocchetta in mano perché il cane salterà come un canguro e si metterà seduto quasi per sbaglio. Perché il rinforzo sia utile, deve essere applicato nel modo giusto, altrimenti rischio di vanificarlo. Per cui do il comando al mio cane e, una volta eseguito, lo premio aggiungendo un elemento gratificante all’esercizio.

Questo concetto di base può essere applicato in tante altre situazioni, anche dandogli semplicemente una carezza se ho a che fare con un cane un po’ sovrappeso.

Possiamo applicare il rinforzo positivo con il cane che sporca in casa. Anche questa problematica richiede un approfondimento che meriterebbe un capitolo a parte perché innanzitutto dobbiamo giocare sul metabolismo dell’animale. Se beve una ciotola d’acqua poco prima di andare a dormire è molto probabile che la notte gli venga uno stimolo, per cui è giusto limitarla nelle ore notturne. Allo stesso modo possiamo fare con il cibo, ritardando il pasto serale e limitando o eliminando gli snack di mezza giornata.

Ad ogni modo, applico il rinforzo positivo quando il cane esce e fa i suoi bisogni nell’area adibita; immediatamente lo premio, senza troppe cerimonie e magari mettendolo seduto per fare una combo di super rinforzo!

Questi sono i concetti positivi e negativi che posso e devo applicare in autonomia con il cane. Si tratta di un comportamento operante semplice ma di grande efficacia e come tale va eseguito ripetutamente e in varie occasioni. 

Bisogna però notare che ogni stimolo può diventare inefficace a lungo andare, perché è stato ormai completamente assorbito dall’animale. Per evitarlo, bisogna alternare diversi rinforzi, una volta lo snack, una carezza, poi un momento di gioco o una passeggiata. Traslandolo su di noi: una giornata invernale può essere affrontata diversamente con una bella tazza di caffè caldo o la nostra brioche preferita, a rinforzo del nostro stato mentale con cui affrontiamo gli impegni del giorno.

Se funziona con i cani…

Luca Calegaro, educatore cinofilo Cinofilia Padova