Premesso che è fondamentale non “umanizzare” i nostri cani, nel senso che uomo e cane sono specie diverse con esigenze diverse, età evolutive ed etogramma diversi, soffermiamoci su alcune considerazioni che riguardano un periodo particolare dei nostri pet: l’adolescenza.
I cani attraversano una fase di sviluppo simile a quella che negli esseri umani viene anche definita come stadio della “delinquenza giovanile”. Sia per gli umani che per i cani è il segnale della iniziata pubertà, momento in cui l’organismo subisce un bombardamento di ormoni che il soggetto fatica a gestire. I cani attraversano questo stadio in media tra gli otto e i quindici mesi, che dal punto di vista evolutivo corrispondono ai quattordici/venti anni di un ragazzo/a. Come succede agli umani, anche il comportamento canino diviene spesso irrazionale, e proprio il modo in cui gestiremo questo periodo deciderà se siamo stati in grado o meno di crescere un adulto equilibrato e fiducioso, che si tratti di un ragazzo o di un cane.
Nel cane, l’inizio della pubertà può manifestarsi con un aumento dell’aggressività nei confronti di conspecifici, più frequente nei maschi, meno nella femmina. Raramente questa aggressività può manifestarsi anche nei confronti dei proprietari, perché in questo periodo il cane sta cercando di costruirsi la propria identità e il suo ruolo nel gruppo “branco/famiglia”. Riconoscere il fatto che si tratti di un periodo transitorio è il primo passo per affrontare bene questo momento così difficile e fare in modo che il cane abbia ben chiare le idee su quale sia il suo ruolo.
Durante l’adolescenza, il cane tende anche a ubbidire meno e a essere maggiormente interessato agli esponenti dell’altro sesso, proprio come gli umani. E così come gli adolescenti, il cane cerca di capire qual è la sua identità e il suo ruolo all’interno della famiglia.
In questa fase il cane cambia il suo aspetto fisico, e questo cambiamento può influire anche sul suo comportamento.
Ora, se quando parliamo di adolescenti umani siamo consapevoli che si tratti di un periodo transitorio e quindi tendiamo ad avere molta pazienza e a concedere molto, nel cane dobbiamo tenere ben presente che, per il suo modo di apprendere e costruire il pattern comportamentale, se assecondiamo comportamenti irrazionali e indesiderati, questi diverranno comportamenti appresi e cronicizzeranno.
Prendiamo, ad esempio, un cane che durante la pubertà diviene improvvisamente aggressivo con gli altri cani: se lo puniamo o lo portiamo via ogni volta che ringhia contro un suo simile, gli insegniamo che la presenza di un altro cane prelude alla punizione o all’allontanamento, e il problema peggiorerebbe. Se invece usiamo delle tecniche avversative sonore (un “no!” o un battere forte le mani) tenendolo in sicurezza al guinzaglio, ma senza allontanarlo o strattonarlo, e abbiamo la pazienza di attendere, vediamo che quegli atteggiamenti aggressivi dapprima si affievoliscono e poi spariscono del tutto. A quel punto allora dobbiamo rinforzare con un premio o una coccola l’atteggiamento raggiunto di calma: ripresentando sempre la stessa risposta ogni qualvolta il cane manifesti lo stesso atteggiamento, otteniamo l’apprendimento desiderato. In caso contrario, l’animale avrà solo un aumento di ansia e nervosismo, che non aiutano in fase di apprendimento.
Luca Buti, Medico Veterinario in Roma
Master di II livello in Medicina Comportamentale degli animali d’affezione
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