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Le zecche molli: anatomia, ciclo vitale e specie più diffuse

zecca

Le zecche molli, dette anche Argasidae, sono degli aracnidi e possiedono dunque quattro paia di arti e un corpo diviso in due porzioni (capitulum e idiosoma); sono prive di antenne e sono ectoparassiti temporanei con un comportamento prevalentemente endofilo: ciò significa che le specie appartenenti a questa categoria tendono ad annidarsi nelle tane degli animali selvatici, perché per sopravvivere hanno bisogno di temperatura e umidità costanti. A differenza delle zecche dure, sono sprovviste di uno scudo chitinoso e il loro rostro (lo strumento adoperato per aggredire la cute dell’ospite) non è sporgente, bensì inserito in una loggia ventrale chiamata camerostoma; altra caratteristica che distingue le zecche molli è l’incapacità di aumentare di dimensioni dopo il pasto di sangue. Gli adulti sono particolarmente resistenti e possono resistere anche per diversi anni in ambiente in condizioni di digiuno.

Il ciclo vitale delle zecche molli

La vita delle zecche molli ha inizio dopo la schiusa delle uova, che vengono deposte dalla femmina in ambiente esterno e da cui originano delle larve esapodi; la produzione delle uova, in questo caso, avviene in numero limitato e in fasi successive dopo ogni pasto di sangue. Dalle larve, una volta effettuato il pasto, evolveranno le ninfe, che sono dotate di quattro paia di arti; a differenza delle zecche dure, le zecche molli prima di raggiungere lo stadio adulto attraverso ben tre diversi stadi ninfali, ognuno dei quali ricerca un ospite per compiere il pasto di sangue necessario a proseguire nel ciclo di sviluppo. All’adulto spetta il compito di accoppiarsi e riprodursi, e la notevole resistenza gioca certamente a loro vantaggio.

Le zecche molli rappresentano un problema per la sanità pubblica (in particolare, Argas reflexus), in quanto tendono a parassitare i piccioni, che sono molto diffusi in ambiente urbano. Quando i nidi o i ricoveri ricavati negli edifici vengono abbandonati, le zecche penetrano all’interno delle abitazioni e aggrediscono l’uomo, situazione che si verifica soprattutto in primavere; il problema è che il morso di A. reflexus è associato a fenomeni di sensibilizzazione, causa la formazione di un ponfo pruriginoso e può trasmettere il virus dell’encefalite. Per tutte queste motivazioni, le autorità hanno richiesto l’aiuto di esperti veterinari e parassitologi per mettere a punto una strategia che possa ridurre il numero dei piccioni nelle aree urbane, a tutela non solo dei monumenti pubblici, ma anche e soprattutto della salute dei cittadini.

Un’altra specie di zecca molle piuttosto diffusa è Argas persicus, la quale colpisce prevalentemente il pollame, i tacchini e le oche ed è quindi limitata agli allevamenti avicoli; il motivo per cui questi parassiti persistono ancora oggi, nonostante l’allevamento di avicoli sia diventato sempre più intensivo e quindi controllato, è la presenza di allevamenti familiari tradizionali, in cui spesso si osservano forme anemiche correlate proprio alla presenza della zecca, che è anche responsabile della trasmissione della Borrelia anserina. Questo parassita è in grado di colpire anche l’uomo, dove però non causa problemi particolari.

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