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Cani e Covid 19: secondo uno studio i cani riconoscono i positivi dall’odore

cani e covid 19

Della straordinaria capacità dei cani di fiutare le malattie avevamo già parlato in un precedente articolo ma le notizie che riguardano l’eccezionale fiuto di cui sono dotati i nostri fedeli amici non finiscono qui. Pare, infatti, che se opportunamente addestrati, i cani siano in grado di identificare le persone contagiate dal virus del Covid 19, con una efficacia anche superiore a quella dei test antigenici attualmente in uso.

Lo studio

La ricerca, denominata “C19-screendog”, è stata coordinata dall’Università Politecnica delle Marche grazie alla professoressa Maria Rita Rippo, docente dell’Università Politecnica e presidente del corso di laurea in infermieristica della sede di Macerata, con la collaborazione del professor Antonio Domenico Procopio, direttore del Laboratorio di Patologia Sperimentale Univpm. Il progetto coinvolge gli atenei di Macerata e Camerino e diverse unità sanitarie e cinofile. Il protocollo ad hoc è stato ideato dal dottor Roberto Zampieri, fondatore dell’associazione cinofila “Progetto Serena Onlus”.

Lo studio ha testato in 5 mesi 1251 soggetti, ottenendo risultati sorprendenti, perché i cani hanno mostrato di riconoscere tra il 98 e il 100% dei casi positivi (i test antigenici si fermano a un range che va dall’87 al 98%). 

I cani riescono ad individuare la positività al coronavirus Sars-CoV2 annusando i campioni di sudore ascellare ma superano anche la fase di test nei drive in. Infatti questo è il primo studio in Italia – e forse nel mondo – in cui la validazione dei test è stata eseguita anche direttamente su persona. 

La ricerca si è svolta in più fasi: inizialmente sono stati raccolti i campioni di sudore e conservati nei laboratori. In seguito, i cani sono stati addestrati a riconoscere i campioni positivi da quelli negativi, segnalando con un apposito segnale solo quelli positivi. Il passo successivo è stato quello di far annusare direttamente le persone nei drive in, quindi non più i campioni di sudore, con risultati davvero sorprendenti. I soggetti sono stati annusati da un cane e, nel caso di risposta poco chiara, anche da un secondo esemplare, per aumentare la sensibilità del test. Le risposte date dai cani sono poi state incrociate con i risultati dei tamponi molecolari effettuati il giorno stesso.

cani coronavirus

L’obiettivo

L’obiettivo di questi test è quello di validare un protocollo di addestramento di cani specializzati nel rilevare le persone positive al Covid 19 e dimostrare che, con un addestramento da parte di educatori cinofili esperti, i cani possono rivelarsi preziosi come sistema di screening su persona, senza l’utilizzo di campioni biologici. 

La diagnosi per l’individuazione del coronavirus Sars-CoV2 prevede indagini invasive e anche costose. I cani da rilevamento hanno dimostrato di poter essere una valida alternativa ai test attualmente in uso.

Grazie alla collaborazione dei ricercatori veterinari di UNICAM, si è prestata molta attenzione al benessere dei cani, in tutte le fasi del test. Si è potuto affermare, quindi, che i cani non hanno subito stress o stanchezza in nessuna delle fasi dell’esperimento.

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