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L’importanza dello zinco e la sua integrazione

Esistono carenze ed eccessi di zinco. Entrambi vanno evitati ed è possibile raddrizzare il tiro attraverso l’alimentazione e un esperto in nutrizione.
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La Repubblica degli Animali | RDA

Lo zinco è uno dei microminerali più conosciuti, la sua integrazione è diffusa e utile in moltissimi cani, ma perché? Esso è un costituente o un attivatore di più di duecento enzimi, per questo motivo è coinvolto in un numero molto elevato di funzioni biologiche. Facciamo però una piccola premessa per inquadrare la situazione. Il termine “minerali” si utilizza generalmente per identificare tutti gli elementi inorganici in un alimento. Questi elementi inorganici costituiscono la maggior parte delle famose ceneri, ovvero ciò che rimane della totale combustione di un alimento o di una materia organica. Le ceneri sono quindi un valore utile per esprimere la quantità di sali minerali presenti in un prodotto, utile indicazione poiché i fabbisogni sono specifici per alcune di queste molecole, motivo per cui è indispensabile conoscerne il loro contenuto e utilizzare l’alimento al meglio. Più di diciotto minerali sono indicati come indispensabili per i mammiferi. Per definizione, i macrominerali sono indispensabili nella dieta in percentuale rispetto al totale, mentre i microminerali solo in tracce, tipo mg/kg o ppm. Si contano sette macrominerali: calcio, fosforo, sodio, magnesio, potassio, cloro e zolfo. Mentre i microminerali sono undici: ferro, zinco, rame, iodio, selenio, manganese, cobalto, molibdeno, fluoro, cromo e boro.

Le funzioni dello zinco

Ma torniamo allo zinco. Le sue funzioni primarie sono:

  • entrare nel metabolismo degli acidi nucleici;
  • la sintesi proteica;
  • entrare nel metabolismo dei carboidrati;
  • avere immunocompetenze;
  • entrare nella ricostituzione e guarigione di pelle e ferite e nella replicazione e differenziazione cellulare;
  • essere fondamentale per crescita e riproduzione.

Lo zinco interagisce con la produzione di ormoni, come testosterone, adrenalina e insulina. Ovviamente la sua omeostasi, cioè il suo equilibrio all’interno nel corpo, dipende dal suo assorbimento e dalla sua escrezione. Il suo assorbimento avviene principalmente in duodeno, digiuno e ilio. Solo una piccola parte viene assorbita nello stomaco. L’assorbimento dipende dalla presenza di altre molecole nella dieta. I fitati (i sali degli acidi fitici), ad esempio, diminuiscono l’assorbimento dello zinco, mentre molecole a basso peso molecolare, come il citrato e alcuni aminoacidi (istidina e glutammato), ne aumentano l’assorbimento. I fitati si trovano principalmente in legumi e cereali: per quanto riguarda i legumi non c’è problema per i carnivori (non li dovrebbero mangiare); in piccole quantità si trovano anche in olii di semi e semi. La cottura fa sì che i cereali perdano moltissimi dei loro anti-nutrienti, quindi se li date ai vostri cani non ci sono problemi.

Il fegato è il primo organo coinvolto nel metabolismo dello zinco. Quando la concentrazione epatica di zinco aumenta sopra i livelli normali, lo zinco in eccesso viene legato ad una particolare proteina che ha il ruolo di gestire l’eliminazione, ma anche lo stoccaggio proprio di zinco, ma anche di rame, cadmio e altri metalli.
Lo zinco nel sangue è legato alle proteine in due forme: all’emoglobina e alla mioglobina (in maniera meno forte). L’immagazzinamento dello zinco avviene principalmente nelle ossa, ma i livelli stoccati aumentano di poco in proporzione alla quantità assunta con la dieta. La concentrazione nell’osso, infatti, viene utilizzata come indice dei livelli di assorbimento o comunque dei livelli del sale minerale nei giovani esemplari; lo zinco plasmatico pare essere troppo variabile come indice veritiero.

Le carenze

Sono molto più frequenti le carenze di zinco che non gli eccessi. I motivi sono molteplici, in primis non è un minerale con una tossicità elevata, ma soprattutto la sua biodisponibilità è modificata da molti fattori: la presenza di fitati, diete troppo ricche di calcio, di rame, ferro, cadmio e cromo, la presenza di fosfati. L’effetto antagonista del calcio è maggiore in presenza di fitati (attivi, ricordiamoci che la cottura li neutralizza), il risultato di questa interferenza è una molecola di unione tra zinco, fitati e calcio, che rende ovviamente indisponibile lo zinco stesso.

I sintomi di carenza di zinco (che come abbiamo visto non è detto dipenda direttamente dalla carenza della dieta) possono essere:

  • anoressia;
  • crescite rallentate e malformazioni scheletriche;
  • alopecia;
  • paracheratosi;
  • capacità riproduttiva alterata;
  • sistema immunitario depresso (con tutto quello che ne consegue).

In alcune razze è descritta una dermatite da carenza di zinco, soprattutto in razze nordiche come gli Husky.

Anche se gli eccessi sono molto rari, sono comunque da evitare, quindi prima di integrare lo zinco al di fuori della dieta sarebbe sempre meglio chiedere consiglio. Alcuni degli alimenti che contengono zinco, utili per i carnivori, sono:

  • fegato (di varia origine);
  • lievito di birra secco;
  • pasta di sesamo;
  • carne di agnello e di bovino (la carne rossa insomma fa benissimo);
  • uova.

Insomma come sempre la variabilità è importante, ma per lo zinco potremmo anche osare un pochino e provare qualcosa di nuovo.

Di Nicoletta Pizzutti, Tecnico nutrizionista e del benessere animale PhD
@riproduzione riservata

Foto di copertina @Evan Lorne/Shutterstock

Le domande frequenti sul tema L'importanza dello zinco e la sua integrazione

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