La relazione tra cane e uomo si basa da sempre su scambi di momenti, sul lavoro, nella vita sociale o privatamente. A molti non piace sentir parlare di cani da lavoro, ma purtroppo molte delle razze conosciute, per non dire tutte, sono nate proprio per coadiuvare o svolgere direttamente uno specifico lavoro. Quella che adesso chiamiamo “attitudine di razza”.
Con il passare del tempo molti dei lavori che venivano condivisi tra uomo e cane, sono venuti a mancare nello svolgimento della vita quotidiana. Le attitudini di razza però sono rimaste: cani da pastori senza un gregge, da riporto senza una riserva, e così via. Ovviamente anche la vita delle persone è cambiata moltissimo, pochi di noi coltivano il proprio orto e allevano il proprio bestiame, è molto più facile oggettivamente rifornirsi al supermercato. Si è quindi passati da un rapporto lavorativo continuo, a un rapporto che possiamo definire hobbistico.
Il cane è diventato un compagno di avventurose passeggiate, grandi sonnellini sul divano e, perché no, di imprese sportive. Ormai possiamo trovare tantissime discipline sportive che possiamo svolgere con i nostri cani. Io stessa ne svolgo, o almeno ci provo, alcune. Troviamo quindi cani da pastore saltare degli ostacoli, inseguire dei dischi o lanciare palle, cani da caccia riportare dei salamotti, e cani da difesa cercare le persone che si sono perse nella, ormai sconosciuta, natura. Molti di loro, assieme al proprio umano, raggiungono anche ottimi risultati. Ed esattamente come succede agli atleti umani, per arrivare a grandi risultati bisogna intraprendere strade impegnative. Bisogna curare l’allenamento, la concentrazione, il benessere muscolare, ma tutto questo è assolutamente secondario se non si ha la benzina giusta. Una corretta alimentazione per un cane sportivo è fondamentale.
Definiamo però prima di tutto cos’è un cane sportivo. Vi sorprenderà sapere che la definizione sportivo non dipende assolutamente dalla razza, ma dipende dal livello di attività fisica giornaliero. Anche un cane corso, che preferirebbe sicuramente passare la giornata a poltrire da qualche parte osservando pigramente che nessuno varchi il suo territorio, se messo a fare agility, ma anche solo una passeggiata di 15 km in maniera costante, diventa un cane sportivo. Come, del resto, un border collie fermo tutto il giorno in casa, anche se fa un allenamento a settimana di sheepdog, non può essere definito esattamente sportivo. Si diventa sportivi nell’esatto momento in cui si cerca di superare i propri limiti, seguendo un piano di allenamento e di cure soggettivo e mirato allo scopo. Proprio per questo motivo, prima ancora di scegliere una razza per un determinato sport (cosa che mi è ancora difficile assimilare), bisognerebbe ragionare sulle attitudini soggettive. Sicuramente però, appartenere ad una determinata razza, e svolgere anche lo sport per cui si è nati, significa rasentare la perfezione. Se poi ci si adatta anche l’alimentazione corretta, vincere viene quasi naturale. Come per gli sport umani, ogni tipo di attività cinofila sportiva pesa su un determinato tipo di metabolismo, per attingere alle energie necessarie allo sforzo.
Prendiamo come esempio la corsa, sembra proprio tutta uguale vista da fuori, il cane corre da un punto A ad un punto B e fine. Purtroppo però la distanza tra A e B è fondamentale per definire uno specifico metabolismo. Pensiamo ai cani da slitta, corrono è vero, ma per molti km al giorno, alcuni a temperature basse altri meno (dipende da dove si svolgono le gare o gli allenamenti). Corrono per molte ore, quasi sempre allo stesso ritmo, e consumano moltissime kcal, anche più di cinque volte quelle che consumerebbero a riposo. Ma, da dove le prendono tutte queste kcal mentre corrono? Sicuramente si fermano a fare degli spuntini energetici. La cosa interessante è che questi spuntini sono composti anche fino al 98% di grasso (tipo il burro di cocco). Si perché questi metabolismi particolari, lavorano sul consumo dei trigliceridi nel sangue (e negli adipociti), che trasformano in zucchero. Inutile dare dei carboidrati per cercare di tenere alte le energie di questi soggetti, si otterrebbe solo l’effetto contrario, a loro servono kcal a lento rilascio.
Tutto il contrario di quei cani che riescono a raggiungere delle velocità elevate in pochissimo tempo, correndo per poche centinaia di metri, tipo i levrieri ad esempio. Il loro metabolismo è l’esatto opposto dei cugini da slitta, il consumo di glucosio del sangue è immediato durante lo sforzo, ma lo sforzo dura talmente poco che non riescono ad utilizzare i grassi. Il glucosio in questo caso deriva dalle riserve muscolari di glicogeno, l’unico zucchero di deposito che si trova nei mammiferi. Purtroppo però le riserve di questo zucchero non sono molte come per i grassi, e finito questo, se il levriero continua a correre può incorrere in qualche problema. Se il glicogeno non è sufficiente però, magari perché con l’alimentazione quotidiana non si riesce a re-immagazzinare perché non sono presenti carboidrati in dieta, il glucosio viene prodotto dalle proteine. Le stesse che dovrebbero costruire, ricostruire e mantenere la muscolatura (per i levrieri quasi imponente) e tutta la struttura legamentosa. Immaginate quindi un levriero sportivo, cioè che fa costanti allenamenti e anche gare, che non riceve il giusto apporto di carboidrati in cosa può incorrere. Io preferisco non immaginarlo.
Ovviamente abbiamo parlato, per portare come esempio, dei metabolismi più estremi, di norma le altre razze si dividono tra questi due metabolismi in base al tipo di lavoro sportivo che vanno a svolgere. Per farmi capire meglio vorrei portarvi un esempio:
Alba è un bracco tedesco femmina, che svolge il suo lavoro di cane da caccia, felicemente accompagnata da Maddalena. Maddalena è un’istruttrice di cani da caccia, prepara i cani per le gare, che ovviamente svolge assieme ai suoi cani, ad esempio Alba. Con Albetta, io e Maddalena abbiamo lavorato per 60 giorni prima di una grande prova di lavoro. Ai cani da cacca è richiesta grande resistenza ma, anche grande concentrazione. Praticamente devono usare muscoli, naso e cervello, tutto contemporaneamente. Non è facile, se ci provo io sicuro mi faccio male. Durante questi 60 giorni di allenamento, abbiamo pensato anche ad una dieta specifica. Pensata a step, abbiamo allenato non solo i muscoli, ma anche il metabolismo. Partendo da una certa quota di grasso disponibile, e pochi carboidrati. Per arrivare ad aumentare sia i carboidrati che i grassi, pur mantenendo sempre le proteine costanti. Questo ha permesso di far mantenere ad Alba sempre lo stesso tono muscolare, ma di imparare ad utilizzare l’energia in maniera differente. I grassi per lo sforzo fisico e i carboidrati per quello mentale. Non credo di dovervi spiegare com’è finita. Albetta volava! E Maddalena camminava qualche metro sopra il terreno. Allenamento fisico e metabolico, danno sempre grandi risultati.
Per ogni cane sportivo, e per ogni sport, c’è il giusto percorso, basta saperlo vedere.
Di Nicoletta Pizzutti, Tecnico nutrizionista e del benessere animale PhD
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