Sapevate che la salute del vostro animale dipende anche dalle sue emozioni? La visita veterinaria va a buon fine quando il paziente collabora accettando manipolazioni, ispezioni ed eventualmente iniezioni o prelievi. Quando questo avviene, il medico è in grado di raccogliere tutti gli elementi per una corretta diagnosi e il successo della visita dipende principalmente da tre fattori: la competenza del veterinario, il vissuto dell’animale e lo stato emotivo del proprietario.
Il medico veterinario deve saper mettere a proprio agio il vostro pet interagendo correttamente con lui, leggendo la sua comunicazione e comportandosi di conseguenza, dedicando alla visita il tempo necessario.
Sarebbe buona norma programmare le cosiddette “visite di cortesia”, durante le quali ci si reca presso l’ambulatorio senza che vengano eseguite procedure spiacevoli, ma solo per un veloce check-up, controllo del peso e magari un premietto. Questo fa sì che l’ambiente e lo staff veterinario non vengano associati solo ad emozioni negative. Purtroppo la routine frenetica delle cliniche veterinarie non sempre rende possibile la messa in atto di queste accortezze, perciò è bene arrivare preparati alla visita.
Per quanto riguarda il cane, è bene abituarlo fin da cucciolo alle manipolazioni: durante il gioco potete simulare la visita veterinaria ispezionando l’interno della bocca e delle orecchie, esaminando gli spazi interdigitali e palpando l’addome. Se vi sembra infastidito, procedete per gradi, senza forzarlo, ma premiandolo ogni volta che vi permette di approfondire il contatto; le sessioni devono essere brevi, per permettere al cucciolo di elaborare le capacità acquisite attraverso un riposo adeguato. Utilizzate la stessa tecnica per la pulizia di denti e orecchie: sarà più difficile farlo quando la procedura sarà necessaria e associata al dolore, ad esempio in presenza di otite.
Anche il viaggio verso la clinica è importante. Abituate gradualmente il cane all’auto, iniziando con degli spostamenti di pochi minuti; man mano che la lunghezza del viaggio aumenta fate sì che la meta non sia sempre e solo il veterinario. Nella sala d’attesa tenete il vostro amico vicino a voi legato al guinzaglio, nel rispetto degli altri clienti.
Quando è possibile, prendetevi il giusto tempo prima e dopo la visita: dategli il tempo di esplorare e scaricarsi prima di entrare, premiatelo con un’attività divertente quando uscite.
Nel caso del gatto, gli accorgimenti sono principalmente legati al trasportino. Così come l’auto, il trasportino non deve essere associato solo alla visita veterinaria, altrimenti il gatto sparirà dalla circolazione ogni volta che lo vedrà. Andrebbe lasciato sempre aperto in un angolo tranquillo della casa, magari con all’interno qualche bocconcino, così che possa fungere addirittura da rifugio.
Se durante la visita il gatto si stressa rilascia dei feromoni di allarme, che rimangono sulla superficie interna del trasportino e rappresentano uno dei motivi per cui risulta impossibile farlo entrare nuovamente; per eliminare questa componente è utile pulire a fondo il trasportino con sapone neutro e lavare la copertina dopo ogni utilizzo. In aggiunta si possono nebulizzare al suo interno feromoni di appagamento, facilmente reperibili nei negozi di animali.
Il trasportino va sempre coperto con un telo, soprattutto se si tratta di quelli in ferro, che lasciano il gatto completamente esposto; quando lo si trasporta è sempre meglio tenere una mano sotto anziché sollevarlo solo dalla maniglia, per una maggiore sicurezza e stabilità. Nella sala d’attesa dovrebbe esserci la possibilità di appoggiare il trasportino (da tenere sempre chiuso) su un ripiano rialzato, che fa sentire il gatto più al sicuro; i veterinari più attenti permettono a cani e gatti di aspettare in due sale differenti.
Anche il gattino può essere gradualmente abituato alla manipolazione, per facilitare pratiche come il taglio delle unghie o la somministrazione di terapie topiche; anche in questo caso non ci devono essere forzature, bisogna procedere per gradi in base alle sue reazioni: prima di puntare a una pulizia accurata dei denti potete iniziare massaggiando le guance all’esterno.
È sicuramente più facile applicare queste strategie con cuccioli o gattini che si trovano di fronte alle loro prime esperienze di vita (che, se ben gestite, concorreranno alla formazione di adulti equilibrati); ma anche con gli animali adulti si può lavorare e ottenere dei buoni risultati, scardinando l’associazione veterinario-sofferenza e creando una nuova prospettiva, eventualmente con l’aiuto di un educatore.
Se fossero necessari, esistono in commercio integratori calmanti che possono essere somministrati prima della visita, per aiutare il vostro animale a gestirla con minor stress.
Il proprietario, da parte sua, ha un ruolo fondamentale durante la visita: la cosiddetta “osmosi emozionale” fa sì che il vostro stato d’animo influenzi quello del vostro pet.
La comunicazione non verbale è molto più importante delle parole, perciò in questo contesto sono fondamentali toni pacati, una postura rilassata e movimenti lenti. Siate coerenti: chiedere al cane di stare calmo picchiettandolo nervosamente sul fianco non darà sicuramente il risultato sperato.
Se l’animale è preoccupato non va ignorato, ma rassicurato, senza enfatizzare la sua preoccupazione; mostratevi sereni e provate a distrarlo, eventualmente chiedete di poter attendere il vostro turno all’esterno.
Una volta messe in atto tutte queste accortezze, che ovviamente vanno declinate in base al temperamento del vostro amico a quattro zampe, siete pronti per affrontare il veterinario.
Come capire se le tecniche hanno funzionato? Il miglior feedback è l’animale che torna volentieri in ambulatorio.