Quando decidiamo di adottare o acquistare un cane, compiamo una scelta molto importante perché decidiamo di portare un cambiamento nella nostra vita. Non si tratta meramente di avere un animale da compagnia ma è una dimensione completamente diversa. L’ho notato pochi giorni fa in un locale pubblico: un signore proprietario di uno Shiba Inu è stato facilmente avvicinato da una terza persona che condivideva le sue esperienze e consigli di vita canini. Noi stessi tendiamo a ricercare persone simili nei rapporti interpersonali, per cui se io possiedo un cane e la persona di fianco anche, sarà tendenzialmente più facile iniziare una conversazione o scambiare qualche commento. È un’altra bellissima caratteristica degli animali, esseri in grado di farci sentire più vicini e anche più accettati.
Fatta questa premessa, concentriamoci sulla vera essenza dell’addestramento. Qualsiasi percorso di educazione comportamentale riguarda il 70% il conduttore ed il rimanente 30% il cane. Questo perché per lavorare con i cani bisogna saper pensare “da cani”. Sono animali dotati di una grande personalità, alcune razze hanno un’ammirevole intelligenza, ma restano sempre cani. Questo vuol dire che funzionano principalmente su stimoli e conseguenze o su azioni ed effetti. Quante volte è capitato di incontrare coppie con un cane ove l’animale dimostri più attaccamento a uno dei due conduttori: il motivo non è una regola chiara, ma è certo che la sensibilità delle persone viene ben percepita dal nostro amico. Non mi riferisco a una “sensibilità” caratteriale, bensì alla capacità di comprendere le esigenze del cane e quanto noi siamo in grado di coglierle.
Durante le mie lezioni, sottolineo sempre l’importanza di non variare mai le proprie abitudini in base al cane ma lasciare che questi ci venga dietro. Soprattutto, incoraggio a non mettere ostacoli alla fantasia durante le fasi di addestramento. Ogni momento è buono per fare pratica e ogni esercizio, che sia fatto in casa o all’esterno, è manna dal cielo per la costruzione di solide fondamenta di un rapporto che durerà per molti anni e che dovremo saper cogliere nelle differenza durante le fasi più anziane dell’animale. Di questo argomento avrò sicuramente piacere di parlarne in un’altra occasione.
Il percorso educativo inizia quando scelgo il mio cane: la razza va selezionata in base alle nostre esigenze e stile di vita, cercando di smarcare le mode, che sono il più delle volte fuorvianti. È storia recente che i canili facciano delle interviste a chi voglia adottare e, anche se sembra una perdita di tempo, lo reputo assolutamente necessario e utile. Io stesso ho consigliato più volte una razza piuttosto che un’altra perché ritengo di conoscerle bene e di sapere quali siano le più adatte a certe situazioni. Il mio percorso educativo ricade molto sul conduttore e mi piace parlare e discutere ogni dubbio che si crea; al primo incontro sono solito recarmi al domicilio perché l’addestramento è parte fondamentale della vita quotidiana. Non è una regola che il cane bravo in campo lo sia altrettanto in casa. Il lavoro in campo aiuta a costruire un rapporto di fiducia nel binomio ma non è sempre facile replicarlo in casa e nella vita di famiglia; gli impegni cambiano, le esigenze variano e noi e il cane non parliamo la stessa lingua. Per cui bisogna saper interpretare le emozioni del nostro amico peloso, bisogna ascoltarlo e osservarlo.
Io mi presento sempre come un educatore cinofilo e non come addestratore. Esiste una differenza sostanziale: colui che addestra, lavora esclusivamente in campo o aree dedicate ed il suo compito è rendere il cane capace di fare degli esercizi specifici.
L’educatore cinofilo deve edurre il cane. Questo significa che deve essere in grado di “tirare fuori” le capacità innate dell’animale con un focus specifico sulla relazione uomo-animale. Il compito dell’educatore cinofilo è anche quello di rendere ogni proprietario esso stesso educatore del proprio cane, insegnandogli a comunicare correttamente con lui e a comprenderne bisogni, etologia e linguaggio. Tutto ciò è utile a prevenire problemi comportamentali causati, molto spesso, da errori del conduttore stesso. Su questo specifico punto insisto sempre perché un bravo conduttore non deve pensare di compiere azioni sbagliate, ma piuttosto può sempre capire come migliorarle. Ovvio che bisogna sempre agire nell’etica ed evitare la coercizione o, peggio, la mano pesante, ma finchè il percorso si snoda su tentativi e risposte che seguono criteri educativi consolidati, allora saprò che i risultati sperati arriveranno in tempi brevi.
La pratica richiede pazienza ma non è necessario dedicare più del tempo che abbiamo a disposizione in quel momento. Basta una breve passeggiata per riscoprire un altro lato del nostro amato fido o una carezza e un attimo di gioco per portare realizzare dei piccoli esercizi che fanno da fondamenta sul vero rapporto uomo-cane.
La vera educazione risiede in noi stessi e deve cominciare ancora prima di possedere un cane, parlandone in famiglia, se la scelta è condivisa, di modo che tutti seguano le stesse regole quando il nostro amico arriverà. Il cane richiede collaborazione e confronto, pilastri dei rapporti umani che quotidianamente viviamo a lavoro o negli svaghi. Un rapporto che va costruito passo per passo, senza fretta ma con la consapevolezza di instaurare un rispetto e una dedizione che avranno modo di sorprenderci e meravigliarci per quanto forte questi possano divenire.
Luca Calegaro, educatore cinofilo Cinofilia Padova