Chi è il tecnico veterinario? A parlarne finalmente è una testata giornalistica di tutto rispetto, corriere.it, che racconta la storia di un tecnico di Milano e spiega finalmente in cosa consiste il lavoro e quanto sia importante questa figura all’interno di una struttura veterinaria.
“Accoglie il cliente, prepara spazi e strumenti per le visite e per la chirurgia, assiste in queste procedure, svolge anche un bel po’ di lavoro di segreteria e burocratico, tra cui l’archiviazione dei dati dei vari pazienti, come i risultati delle analisi, lastre, cartelle cliniche e si occupa del laboratorio. Tra l’altro, un suo compito è «contenere» l’animale, ovvero tenerlo fermo, con dolcezza e fermezza, ma senza forzature, senza nervosismo e rispettando i suoi tempi. Il contenimento serve quando bisogna eseguire un prelievo venoso, arterioso o dalla giugulare, mettere un agocannula, fare un’iniezione intramuscolare, una medicazione o una fasciatura, un elettrocardiogramma o un’ecografia. Un mix equilibrato di accudimento e tecnica. A questo punto appare proprio come una figura indispensabile”, riporta corriere.it.
Questa pubblicazione suona come una sorta di riconoscimento ufficiale della figura nata ormai da diversi anni, ma per alcuni ancora un po’ ostica da accettare e comprendere. Il primo a crederci è stato Maurizio Albano, medico veterinario e fondatore dell’Abivet, il primo e unico Corso in Italia ad aver ottenuto un riconoscimento europeo della sua validità. Accreditato Acovene (Accreditation committee for veterinary nurse education), riconosciuto da Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari italiani) e certificato Bureau Veritas Cepas, il Corso di formazione offerto da Abivet è l’unico, ad oggi, a offrire la qualifica di Tecnico Veterinario e a permettere ai suoi diplomati di poter lavorare in tutti gli stati europei.
“Sono diversi anni che ci battiamo per ottenere le certificazioni e i riconoscimenti che fanno della nostra scuola un’eccellenza in Italia”, racconta il dott. Albano. “Siamo partiti da lontano, nel 2001, quando nessuno ancora credeva che questa figura potesse decollare, e abbiamo formato degli studenti motivati e validi, in grado di affiancare tutti i medici veterinari nella loro professione, dalla chirurgia all’assistenza in degenza. Tutti i nostri tecnici hanno le competenze necessarie per poter lavorare in autonomia sotto le direttive del medico veterinario. Il nostro percorso di studi è ricco e dettagliato e le prove di verifica finali non lasciano spazio a chi non è realmente preparato. Inoltre, il nostro diploma permette a tanti ragazzi di lavorare all’estero senza sostenere alcun esame aggiuntivo, la loro preparazione è sufficiente per entrare a far parte dell’albo degli infermieri del Royal College of Veterinary Surgeons (RCVS) e per accedere eventualmente a corsi di specializzazione che permettono un’importante crescita professionale”.
“Lavoriamo continuamente per migliorare il percorso formativo e permettere a questi nuovi operatori del settore di crescere sempre di più nelle loro competenze”, spiega Marco Mazzi, medico veterinario e Coordinatore della Didattica Abivet. “Un bravo tecnico veterinario, infatti, è un valore aggiunto per la struttura in cui lavora perché può essere di grande aiuto nell’assistenza del medico veterinario e del paziente, lasciando il primo di svolgere la sua professione e di concentrarsi esclusivamente sulla sua attività, affidandosi per il resto a personale altamente qualificato. Sapevamo che in Italia la strada sarebbe stata lunga, ma si iniziano a vedere i frutti di quanto fatto finora e continuiamo ad andare avanti”.
In Italia, dunque, esiste un corso altamente qualificato, quello Abivet, che rilascia un certificato con validità europea. Si tratta di un percorso di studi privato, ma non per questo meno valido di uno universitario, che prevede al suo interno un tirocinio curriculare della durata complessiva di 800 ore, solitamente non previsto dai percorsi accademici e che permette a un tecnico veterinario formato da Abivet di entrare a far parte del team di lavoro da subito, senza necessità di un’ulteriore formazione interna per la struttura veterinaria di accoglienza. Il tecnico veterinario non è, quindi, un “tutto fare” della clinica, come molti pensano, ma una figura altamente specializzata nei suoi compiti di settore. Auspichiamo che l’Italia si allinei presto al resto d’Europa e del mondo per tutto ciò che riguarda questa figura in piena crescita e che dia più importanza all’essenza del lavoro e alla reale capacità professionale dei lavoratori piuttosto che al “pezzo di carta”, come succede ancora oggi per tante altre professioni.
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