Il ringhio è un suono che mette subito in allarme chi è vicino. È il momento prima dell’attacco che vediamo in un film, è un suono gutturale che sembra provenire da molto in profondità, in grado di risvegliare subito gli istinti. È un brontolio che possiamo notare già nei cuccioli di cane, seppur con modalità e finalità differenti dagli adulti, ma si tratta pur sempre di un campanello che non dobbiamo mai ignorare. Il più pericoloso è il ringhio da dominanza e l’esempio per antonomasia è il nostro cane geloso del suo osso o del cibo in generale.
Prima di poter risolvere un tale problema, dobbiamo analizzarne l’origine. Il tuo cane ringhia con qualsiasi tipo di cibo o solo con uno in particolare? Conosco una meticcia super golosa che tende a ringhiare ogni volta che mangia, così come un gatto che non sopporta intromissioni mentre si gode le sue crocchette; addirittura riesce a ringhiare continuando a mangiare, un vero diavolo!
Appurato che spesso la dominanza riguarda il cibo, è importante se non mandatorio fare di tutto per risolvere questa sgradevole e potenzialmente pericolosa situazione. Innanzitutto, il ringhio è presagio di una possibile azione aggressiva, per cui va trattato con cautela e dovuta calma. Sconsiglio vivamente di punire istintivamente il cane mentre sta ringhiando; la sua dominanza non calerà e potrebbe tramutarsi in un attacco. Ricordiamo che il cane è in grado di fornirci diversi “avvisi” prima di agire, e uno di questi è proprio il ringhio. Traslandolo in una rissa, è un attimo prima che l’avversario tiri un bel pugno.
Come possiamo risolvere questo delicato problema? Ho avuto esperienza con molti cani “ringhiosi” ed erano tutti adulti e con problemi comportamentali post-traumatici.
Ho tuttora una meticcia bassotta soprannominata “tenaglia” che ha morso tutti i componenti della mia famiglia tranne il sottoscritto (non lo dico per vantarmi). Anche il cane più piccolo ha 42 denti e può fare male, se non a un adulto, quantomeno a un bambino.
Parlando di taglie grandi, ho risolto alcuni episodi di aggressività dominante legata al cibo con costanza e cautela. Alcuni esempi li ho riscontrati nelle razze lupoidi, territoriali per natura. Un pastore belga dal brutto passato era talmente dominante da ringhiare persino quando mi avvicinavo alla sua cuccia. La prova “osso” che faccio con questo tipo di problema consiste innanzitutto nell’osservazione. Accadeva che il cane belga in questione passasse dallo scodinzolio pre-pasto al ringhio in pochi secondi. Innanzitutto, mi fermavo ad una distanza sicura per me e l’animale, attendendo che ritornasse più tranquillo; poco alla volta mi avvicinavo lateralmente sino a un paio di metri per poi fermarmi. Notavo che il cane mi osservava, ricominciando poi a mangiare o, in alcuni casi, lasciava facilmente presagire di non provare ad avvicinarmi oltre.
In alcune circostanze, il cane può emettere una specie di lamento prima di attaccare, più frequente nell’aggressività da paura, ma mi preme sottolineare che la psicologia canina è molto complicata e le circostanze possono variare in pochi secondi: un cane timoroso può esprimere molta aggressività perché la paura è strettamente legata al panico, condizione tra le più pericolose da affrontare. Ho una discreta esperienza nell’equitazione e ho vissuto alcuni momenti di terrore quando un giovane cavallo in addestramento è andato in panico all’ingresso del suo box.
Ritornando ai nostri cani e alla loro ciotola, bisogna provare diverse volte l’avvicinamento prima di poter allungare le mani. Mia madre era solita farlo con il nostro San Bernardo perché aveva il timore che potessimo farlo noi da bambini, ma era un cane talmente docile e amichevole che pareva muoversi sul cotone, tanto era delicato nei movimenti.
Una setter dal passato duro mi ha dato del filo da torcere sulla possessività. La sua vera aggressività risaltava quando aveva un osso in bocca ed era solita continuare a spostarsi non appena mi avvicinavo. Per contro, rispondeva comunque al richiamo per poi allontanarsi nuovamente, quasi volesse giocare. Per educarla al “lascia”, un comando lungo da far apprendere, ho dovuto utilizzare dei guanti ben imbottiti, da sci. Mi mettevo a cavalcioni del cane e delicatamente appoggiavo la mano sul suo muso, scendendo lentamente verso i molari. In questo momento le davo il comando di “lasciare”, senza compiere movimenti improvvisi che avrebbero potuto farle rafforzare la presa; non dimentichiamo che queste razze sono in grado di frantumare le ossa della nostra mano.
Quando la situazione lo permetteva, perché il cane risultava più calmo e i muscoli rilassati, riuscivo ad afferrare il cibo e a dargli il comando; in aiuto potevo usare un altro “premio” ma molto spesso veniva ignorato. Una volta liberato l’osso dalla sua bocca, (sempre utilizzando i guanti), rimanevo con il cane sino a metterlo seduto o comunque condotto a uno stato di tranquillità. In ultimo, gli ritornavo l’osso per poi ripetere l’esercizio alcuni minuti più tardi.
Questi stati aggressivi sono facilmente spiegabili perché provengono quasi sempre da traumi e, se un cane ha sofferto la fame, la soffrirà tutta la vita. Circoscritto il problema dell’aggressività sul cibo, è dovere del padrone affrontarlo e risolverlo. Troppo spesso sono accaduti incidenti in cui una persona inesperta o inconsapevole si è avvicinata a un cane che stava mangiando; oltre le ferite che possono risultare, il cane potrebbe subire traumi ancora più profondi nel caso venga segnalato come “morsicatore”. I componenti della famiglia, spaventati da un’aggressività inaspettata, potrebbero attuare delle misure sbagliate come rinchiuderlo o punirlo se non decidere addirittura di darlo ad un canile che sono “purtroppo” obbligati a prendere l’animale.
In cuor mio ed entrando nella testa di un cane, non sarei felice se un’altra persona, senza nulla proferire, cercasse di rubarmi un pezzo della mia torta preferita ma l’animale lavora su istinti. Questi stessi “istinti” possono però esser mitigati perché se è cosa vera che secoli di addomesticamento hanno reso un parente dei lupi il nostro miglior amico, è anche sicuro che alcune accortezze sul cibo potranno dare fiducia a cane e proprietario. Il galateo a tavola vale per tutti!
Luca Calegaro, educatore cinofilo Cinofilia Padova