Da dove viene quello sguardo da cucciolo affranto che il nostro cane è pronto a sfoderare quando combina qualche guaio? A indagare è stata l’Università di Portsmouth spiegando che quello sguardo colpevole che solo i nostri cani sanno fare, è frutto dell’evoluzione, ossia della selezione che l’uomo ha messo negli ultimi 33mila anni.
Ad essere comparati sono stati 33 cani domestici con 13 lupi selvatici. Questi ultimi, infatti, sarebbero sprovvisti di quei piccoli muscoli facciali che permettono al cane domestico di assumere delle espressioni particolari, come inarcare le sopracciglia per assumere il tipico sguardo da “cane bastonato”. Nel corso dei secoli, dalla domesticazione ad oggi, il cane ha dovuto trovare il modo per farsi comprendere dall’uomo e l’espressione facciale è uno di quelli. Col passare del tempo, l’uomo avrebbe selezionato i cani maggiormente espressivi fino ad arrivare ai giorni nostri in cui sono poche le razze che non esprimono questo atteggiamento.
“Siamo stati proprio noi esseri umani a partire dall’addomesticazione del cane più di 33.000 anni fa a indirizzare in qualche modo l’evoluzione della loro espressività nel segno di una maggiore capacità di comunicazione con l’uomo. In questo modo, grazie alle nostre preferenze abbiamo contribuito in modo indiretto a rendere il loro sguardo particolarmente espressivo. Questo è il risultato delle nostre preferenze i cani capaci di maggiore mobilità del sopracciglio interno, quindi di espressività, sono stati avvantaggiati nella selezione operata dall’uomo. È in questo modo che si è rafforzato e diffuso lo specifico tratto genetico all’origine di quel comportamento che piace agli uomini” – Juliane Kaminski, psicologa comparativa all’Università di Portsmouth.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista dell’Accademia Nazionale delle Scienze americane. L’evoluzione ha riguardato il muscolo interno del sopracciglio (levator anguli oculi medialis) che i cani muovono molto più spesso e più intensamente rispetto ai lupi, assumendo la tipica espressione delle persone quando sono tristi. Questo probabilmente ha innescato una risposta educativa negli essere umani che hanno preferito selezionare gli “occhi da cucciolo” piuttosto che altri.
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