Le cure palliative negli animali domestici

Scopri il ruolo delle cure palliative negli animali domestici per alleviare il dolore e migliorare la qualità della vita negli stadi terminali di malattie gravi o croniche.
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Quando si parla di cure palliative la maggioranza delle persone lo interpreta come cure inutili, mettendole alla stregua delle cosiddette cure placebo. Ma si tratta di una errata modifica della lingua italiana.

Cosa sono le cure palliative

Le cure definite palliative sono delle procedure e delle terapie mediche e farmacologiche che vanno a coprire o mitigare i sintomi di processi morbosi non guaribili. Per fare un esempio, la presenza di una neoplasia (tumore) non operabile sarà curata con cure palliative che eviteranno dolore e sofferenze all’animale senza però riuscire a togliere la causa, e cioè il tumore.

Palliativo deriva dal latino pallium che era il mantello che ricopriva la tunica nell’antica Roma, da qui il termine di palliare, nascondere, coprire, avvolgere. Le cure palliative hanno lo scopo di ridurre o abolire le sofferenze e il dolore, indipendentemente dall’esito della malattia, che molte volte non ha possibilità di risoluzione.

Sono cure che vanno a migliorare la qualità della vita senza il più delle volte renderla più lunga. Si tratta in linea di principio di un sistema che tiene conto non solo della parte strettamente medica ma anche del risvolto psicologico dell’animale e dei proprietari/famigliari, perché oggi nel 84% dei casi così si definiscono i proprietari degli animali da compagnia.

Cure palliative e hospice

Le cure palliative non vanno confuse con il concetto di hospice, che è un accompagnamento dell’ultima fase di vita di un soggetto. Le cure palliative possono accompagnare la vita dei soggetti per molti anni, come per esempio nei casi di artrosi degenerative. Mirano prevalentemente a togliere il dolore e migliorare la qualità della vita dell’animale. Sono indirizzate a dare maggior conforto fisico ai nostri pazienti, tenendo sotto controllo il dolore, gestendo adeguatamente la nutrizione, l’idratazione, l’igiene e, importantissimo soprattutto per i cani di grossa taglia, la loro mobilità.

Va poi tenuto conto della socialità dell’animale, la sua interazione con gli altri animali e membri della famiglia. Una diminuzione dei contatti e un allontanamento diminuiscono le capacità cognitive dei soggetti.

Come comportarsi

Importante informare ed educare i proprietari a gestire le situazioni che si verranno a creare per far sì che queste possano essere gestite al meglio da loro stessi e soprattutto creare le giuste aspettative per una convivenza agevole.

Cosa importante è non abbandonare il gioco. Ovvio che non potremmo tirare la palla lontano ma possiamo lanciarla a un metro o solo tirarla dove sta lui per dare comunque uno stimolo e mantenere un contatto fisico ed affettivo.

Le cure palliative si fanno a casa e non in clinica per mantenere un maggior confort psicologico all’animale e alla famiglia. Solo quando sia di fatto impossibile da gestire in casa bisogna portare il soggetto in una clinica che abbia però delle strutture adeguate, che non vuol dire gabbie asettiche e ambienti sterili, ma zone adibite specificatamente al ricovero di soggetti provenienti da casa e che hanno bisogno di vedere ricreato un ambiente casalingo, soprattutto quando le cure palliative sono alla fine e di fatto sono il proseguimento fino all’hospice.

Molto spesso si aspetta troppo tempo prima intraprendere la via delle cure palliative, il che porta spesso poi a trovare nell’eutanasia l’unica via di uscita caritatevole.

Non è così. Bisogna prendere in considerazione fin da subito le cure palliative, appena si è informati sulla diagnosi di certezza di una patologia non curabile, in modo da poter instaurare immediatamente un programma interdisciplinare che vedrà coinvolte più figure professionali. Quindi non solo veterinari con competenze specifiche nelle differenti branche della medicina, ma anche tecnici veterinari per l’assistenza giornaliera e la figura dello psicologo qualora si arrivi alla gestione della parte hospice e della successiva necessità di dover elaborare mentalmente la malattia e il lutto del proprio animale domestico, che per molti rappresenta un vero e proprio trauma, in considerazione del forte legame affettivo instaurato nel corso degli anni.

Foto di copertina @Africa Studio/Shutterstock