L’iperplasia prostatica benigna (IPB) rappresenta il più comune disturbo della prostata nel cane. Si riscontra nella maggior parte dei cani maschi non sterilizzati sopra i 5 anni di età come conseguenza della continua stimolazione androgena, mediata in particolare dal diidrotestosterone, che determina un aumento di volume simmetrico della ghiandola.
La prostata è una ghiandola sessuale androgeno-dipendente, presente nel cane, cosi come nell’uomo, di forma rotondeggiante/ovalare che avvolge l’uretra, vicino al collo della vescica appena al di sotto del retto. Il suo sviluppo, dimensione e capacità secernente sono preservati e mantenuti dal testosterone (l’ormone maschile), prodotto dai testicoli, il quale viene prodotto in maggior quantità al raggiungimento della pubertà, fase in cui la mascolinizzazione si accentua, con cambio di carattere, aumento dell’aggressività, libido, sviluppo del pene, dei testicoli stessi e della prostata. La funzione della prostata è quella di produrre un liquido che crei un ambiente favorevole alla sopravvivenza e motilità degli spermatozoi. In condizioni normali questo si presenta chiaro e sieroso e ha proprietà battericida; viene prodotto durante l’eiaculazione, ma una piccola quantità viene secreta in continuazione e sospinta in uretra.
L’Iperplasia Prostatica Benigna (IPB) è un aumento uniforme delle dimensioni della prostata dovuto ad una proliferazione cellulare, normale con l’accrescersi dell’età del cane, per cui rappresenta una conseguenza naturale dell’invecchiamento e dell’influenza degli ormoni sessuali sul tessuto prostatico. Essendo un accrescimento pressoché fisiologico, finché è asintomatico non è considerata malattia, mentre quando compaiono sintomi, si sfocia nella patologia. Le cellule della prostata diventano più grandi e si moltiplicano e possono anche formare piccole sacche di liquido (cisti) all’interno della ghiandola. Per tale motivo, dopo il 5° anno di età sarebbe utile effettuare la palpazione rettale della ghiandola ad ogni visita di routine del paziente, al fine di tenerne monitorata la dimensione, consistenza e forma, simmetria e dolorabilità, soprattutto perché una sua modificazione nella struttura può passare inosservata.
La maggior parte dei cani con IPB non presenta segni clinici. Quando presenti, questi comprendono:
Alla visita clinica si può eseguire un esame rettale e palpare la prostata attraverso il retto per valutare se è ingrossata, asimmetrica o dolente; nell’iperplasia benigna la prostata è aumentata di volume in modo simmetrico e non è dolente.
La prostatomegalia viene confermata da studi radiologici e da un controllo ecografico nel quale si può evidenziare un coinvolgimento diffuso e relativamente simmetrico di tutta la prostata, con presenza di piccole strutture cistiche multiple e diffuse (iperplasia cistica). L’esame colturale delle urine, la valutazione dello sperma o l’aspirato prostatico forniranno ulteriori informazioni sul fatto che l’ingrossamento della prostata sia dovuto a qualche altro processo patologico come infezioni o tumori. Il liquido dalla prostata può essere prelevato e valutato al microscopio per aiutare a escludere altre cause di ingrossamento della prostata (infezioni, cisti o tumori).
Nei cani asintomatici, nei quali l’ingrossamento della prostata non causa alcun sintomo, il trattamento non è necessario. Mentre per i cani che mostrano segni clinici l’intervento di elezione è la castrazione. L’involuzione prostatica di solito risulta evidente entro poche settimane dalla rimozione delle gonadi e si completa entro 12 settimane dopo l’eliminazione della stimolazione ormonale. Nel caso in cui la sterilizzazione non fosse un’opzione terapeutica attuabile, per esempio soggetti giovani o riproduttori, si può cercare di ridurre la dimensione della prostata attraverso farmaci alternativi, la cui efficacia però non è assolutamente paragonabile alla asportazione dei testicoli e inoltre molti di questi farmaci hanno effetti collaterali negativi significativi e con risultati solo temporanei.
Questi trattamenti sono a base di steroidi antiandrogeni simil progestinici e servono a tentare di protrarre nel tempo la vita riproduttiva del soggetto, ma comunque, se sospesi, portano a recidiva.
In passato si utilizzava la finasteride, uno steroide sintetico ad uso umano che è risultato particolarmente efficace, sicuro e senza effetti negativi sulla libido e capacità riproduttiva. Il problema di questo farmaco è che necessita di protocolli terapeutici molto lunghi, anche 5 mesi e in seguito la dimensione della prostata va monitorata e si riprende un altro ciclo quando riprende ad aumentare.
Il farmaco d’elezione oggi è l’osaterone acetato (YPOZANE) che va somministrato per una settimana e ha efficacia minima per 6 mesi fino anche a 12-16. Porta ad una riduzione della prostata del 15% già dopo 20 giorni circa sino ad avere un’involuzione completa in un mese e mezzo circa, con protocollo che si può ripetere più volte al recidivare dell’iperplasia. Inoltre non ha effetti collaterali sulla libido e fertilità.
Un’altra possibilità è la sterilizzazione chimica con un farmaco detto deslorelina. Viene effettuata con una iniezione di un farmaco a lento rilascio che rende sterile il cane per un periodo variabile dai 6 mesi ad un anno. Terminato questo periodo, il cane torna ad essere riutilizzabile per la riproduzione. Benché la maggior parte degli studi abbia dimostrato che i progestinici somministrati in basso dosaggio risultano efficaci e sono privi di effetti indesiderati sulla riproduzione, nei pazienti sottoposti a trattamenti prolungati è necessario controllare l’eventuale sviluppo di diabete mellito e noduli mammari.
di Francesca Calamusa, medico veterinario in Roma
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