Conduzione al guinzaglio. Ecco qualche consiglio

Passeggiare col nostro cane può essere un piacere o un vero e proprio incubo. Bastano alcuni semplici accorgimenti per far sì che questo momento sia unico.
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Non c’è nulla di più rilassante di una passeggiata con i nostri cani. Oppure, a volte, non esiste incubo peggiore! Perché andare a spasso con Fido non è cosa semplice, è un’attività che va affrontata con pazienza e attenzione, oserei dire un percorso da costruire insieme. E non si tratta di una semplice passeggiata in cui i nostri cani hanno necessità di espletare i propri bisogni fisiologici. Per loro è altrettanto importante conoscere il mondo e farlo ovviamente con noi, e con questa espressione intendo dire conoscere sia altri cani che altri umani e altri ambienti, sia urbani che extraurbani.

Pettorina e guinzaglio

Il mercato propone tantissimi guinzagli, collari, pettorine che si possono utilizzare per uscire col nostro cane. Tutti gli educatori hanno delle preferenze in merito e anch’io ho le mie:

  • pettorina ad H;
  • guinzaglio di almeno 1,5 metri (quando è piegato) che diventa di 3 metri quando si utilizza in tutta la sua lunghezza.

Perché questi strumenti e non altri? In primis rifiutiamo l’utilizzo di mezzi coercitivi o violenti dato che non sono idonei a far apprendere nulla, tantomeno la condotta al guinzaglio. La pedagogia non si fonda né sulla violenza né sulla coercizione , figuriamoci la relazione uomo-cane. La pettorina ad H è stata studiata affinché il cane non possa farsi tirare anche nel caso in cui tiri al guinzaglio, dato che nella parte anteriore il nastro della pettorina non poggia su tessuti molli e/o organi sottostanti. Inoltre, con la pettorina ad H la trazione che il cane può esercitare è ridotta rispetto anche ad altre tipologie di pettorina, poiché l’anello di aggancio del guinzaglio è posto circa a metà schiena. Diverso è l’effetto del collare che, invece, può lesionare la trachea. Sono disponibili studi scientifici che hanno evidenziato, ormai da tempo, i danni che derivano dall’utilizzo dei collari, specialmente se a strangolo o semi-strangolo.
Il guinzaglio che piegato misura 1,5 metri serve a consentire al cane di allontanarsi un po’ da noi. Dove possibile, invece, si può allungare il guinzaglio e farlo diventare 3 metri, in quelle occasioni, per esempio, dove non possiamo sganciare il cane perché non ci sono le condizioni necessarie.

Il guinzaglio non è un volante

È bene iniziare a insegnare ad andare al guinzaglio già a partire dai 2 mesi d’età o dal momento in cui il cane entra in casa nostra, in modo che, una volta diventato adulto, la passeggiata sia sempre un momento piacevole per uomini e cani e non una battaglia tra chi tira da una parte e chi trattiene dall’altra. Ricordiamoci, innanzitutto, che il guinzaglio non è un “volante” per dare al cane le direzioni da prendere, ma semmai è una “sicurezza”. Le direzioni (e relativi cambi) le possiamo indicare al cane con le mani.
Un consiglio è tenere il guinzaglio con la mano corrispondente al lato dove si trova il cane (con il cane a destra la mano destra tiene il guinzaglio) cosicché la mano sinistra sia libera di indicare le direzioni. Inoltre, cerchiamo di avere sempre il guinzaglio lasco (morbido e non in tensione), e in questo ci aiuterà il guinzaglio che da 1,5 metri diventa 3 metri, e ricordiamoci che attraverso il guinzaglio trasmettiamo (all’altro capo) più di quello che possiamo immaginare. Se mi trovo per strada con il mio cane e verso di noi si stanno muovendo un altro uomo con il suo cane, non accorcerò il guinzaglio per tirare l’animale a me: così facendo, infatti, gli trasmetterei tensione e non creerei i presupposti affinché anche il semplice incrociare un conspecifico si svolga serenamente. Inoltre, se il guinzaglio è teso, è difficile che l’animale si giri verso di me per guardarmi o chiedermi indicazioni. Generalizzando, potrei dire che con il guinzaglio lasco siamo insieme al nostro cane; mentre con il guinzaglio teso ognuno è per conto suo, e questo potrebbe essere un indizio del fatto che la relazione uomo-cane dovrebbe essere curata maggiormente e potenziata.

Comunichiamo sempre

Abituiamoci a dare indicazioni al cane mentre siamo in passeggiata con lui , possiamo comunicare sia verbalmente che con dei gesti e delle posture adeguate. Ad esempio, possiamo indicare con la mano libera le direzioni che intendiamo prendere. Non approfittiamo del momento dell’uscita quotidiana per disbrigare telefonate di lavoro o di piacere. I momenti che trascorriamo col nostro cane devono essere esclusivi, perché anche la passeggiata è un’occasione per fortificare la relazione.

Massimiliano Cavallari, Educatore cinofilo

Foto di copertina @Nehris/Shutterstock