Sono molto contento quando mi chiamano per l’educazione di nuove adozioni; mi piace chiedere la storia del cucciolo e del motivo per cui lo hanno scelto. Ultimamente molti proprietari, spinti dal buon cuore, scelgono cani che provengono dal sud, talvolta da canili-lager. Grazie alle volontarie, l’animale raggiunge la sua nuova casa con delle staffette.
Fin qui tutto bene.
Come scegliere il cane da adottare
I cani dal passato ignoto sono sempre una scatola chiusa. Possono portarsi dietro molti problemi e creare situazioni che, mi duole dirlo, ledono la vita del proprietario. Non critico chi adotta da canili lontani dalla propria città perché si tratta pur sempre di un gesto d’amore, che non tutti fanno. A volte mi dispiace sentire che si tratta sempre di cuccioli o cani molto giovani, sotto i due anni di età.
Prima di adottare è giusto informarsi sul tipo di cane da prendere e assicurarsi che sia adatto al proprio stile di vita e al tempo che gli si può dedicare. Il cane non sa che noi lavoriamo o andiamo a salutare un amico; vede che usciamo e pazientemente aspetta, in grado di scandire perfettamente la giornata e comprendere quando siamo di ritorno. Se venissi contattato da qualcuno prima che scelga il suo cane, cercherei di capire se sia disponibile a selezionare anche un animale più “maturo”.
Io non ho mai avuto cuccioli e ho sempre deciso di prendere cani avanti con l’età. Sono nato con un cane e per tutta la vita ne avrò. Ne ho già avuti sette e tre all’attivo, ormai vecchiotti ma ancora in grado di regalarmi tanti bei momenti. Penso che un cane di 7/8 anni che abbia trascorso gran parte della sua vita in canile meriti una seconda possibilità di vivere alcuni anni in modo sereno; quindi, se possibile, sceglierò cani un po’ più vecchi perché sono sicuro che i cuccioli verranno sempre adottati più facilmente. È una cosa bella poter crescere con un cane ma altrettanto più meraviglioso è scoprire la seconda vita di altri pelosi più sfortunati.

Perché adottare un cane anziano: la mia esperienza
Non esiste animale che sappia regalare tanto amore incondizionato quanto un cane e questa loro caratteristica la scopro ancor di più negli esemplari maturi e formati. Andavo sempre con mia madre a scegliere il cane, parlavamo con le volontarie e chi li seguiva; dovevamo stare attenti perché abbiamo avuto tanti gatti ma fortunatamente la convivenza ha sempre funzionato alla grande.
Quando scegliemmo Lapo, un piccolo meticcio che mi guardava con aria tranquilla e interessata, non ebbi alcun dubbio che sarebbe diventato un mio compagno di passeggiate fedele. Visse con noi solo sei anni e se ne andò per un male incurabile. Un’altra cagnolina che tuttora abbiamo è una simil bassotta le cui speranze di essere adottata erano molto basse; si presentò con un abbaio continuo ma il suo era solo timore, paura che le venisse fatto ancora del male da noi esseri umani ed è talmente diffidente da essere tutt’oggi un’ombra silenziosa che lentamente mi segue ma che riesce a regalare sguardi dolci di assoluta dedizione che io posso solo contraccambiare con una carezza leggera.
Un’altra meticcia simil pastore entrò nella mia vita per caso, scelse lei stessa casa nostra, scavalcò la recinzione e rimase nascosta nella siepe per molti giorni. Con il cibo, grande rimedio universale, prese più confidenza e, una volta riempito il suo stomaco, divenne uno dei cani più umani che io abbia avuto e piansi per giorni quando fummo costretti ad addormentarla, colpita da una forte infezione ai reni. Non posso fare a meno di citare la setter Tosca che, all’alba dei suoi dieci anni, esprime una vivacità e voglia di vivere da cucciola, tanto che sembra voglia recuperare i suoi anni trascorsi spesso in solitudine e alle intemperie. Oggi è totalmente parte della famiglia e vederla dormire a pelle di leopardo sul suo grande cuscino morbido è un’immagine che mi desta felicità e profondo affetto, perché le è stata data una seconda possibilità di vita e la sua dedizione per la famiglia è talmente profonda che noi persone dovremmo saper cogliere e replicare con i nostri cari.

Tutti dovrebbero adottare un cane anziano
Tutti i cani che ho avuto e che ho sono una piccola parte della mia vita che io ho piacere di condividere con loro e spesso mi capita di trovarmi tre musi appoggiati alle gambe che gelosamente chiedono una carezza o un’attenzione in più rispetto al loro simile. Perché la gelosia tra animali esiste eccome ma non è da comparare in alcun modo alla nostra. Il loro è un profondo rispetto verso chi ha voluto crederci e rendere la loro ultima parte di vita speciale, finalmente in linea con il dna canino di avere un padrone ed essergli fedele.
Non biasimo chi adotta cuccioli, molti vengono abbandonati alla nascita e avrebbero un destino triste. Chiedo però a chi ha intenzione di prendere un cane nel prossimo futuro: siete in grado di valutare anche un animale più vecchio, consapevoli che il rapporto che si costruirà sarà tanto solido quanto quello di un cane di 2/3 mesi?
Vi invito ad adottare un cane anziano, ad esplorare anche questa possibilità perché non potete rimanere delusi da chi vi sarà eternamente riconoscente per avergli salvato la vita quando questa tanto pareva difficile.
Luca Calegaro, educatore cinofilo Cinofilia Padova
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A gennaio del 2015 ho adottato Heidi, che all’epoca aveva 8 anni.
Tra qualche giorno, festeggeremo il nostro settimo anno insieme e non avrei mai potuto fare una scelta migliore!
Heidi e io ci siamo letteralmente salvate a vicenda e la mia ormai anziana creatura non smette, giorno dopo giorno, di insegnarmi cosa siano fedeltà e rispetto.
E’ vero, all’inizio può essere complicato, ma ne vale mille volte la pena!
Adottate un cane adulto e salvatelo… vedrete che, in realtà, sarà lui a salvare voi!