Sono molte le attività che è possibile svolgere con il proprio cane: giocare, fare sport, passeggiare. Una di queste è il mantrailing, una disciplina che mette in risalto determinate qualità del cane (e del padrone).
Il mantrailing è l’attività di ricerca di un odore che permette al cane di trovare una persona specifica, discriminandola tra tante altre. Tale attività può essere utile per individuare persone smarrite ma può anche diventare un’incredibile attività ludica. Vediamo dunque cosa vuol dire fare mantrailing con il proprio cane.
Il mantrailing, contrazione dei termini inglesi man “uomo” e trailing “inseguendo, tracciando”, nasce negli Stati Uniti nel corso del secolo scorso, e negli anni si è diffuso in tutto il mondo.
I cani che svolgono mantrailing vengono usati per la ricerca di evasi e persone scomparse, in affiancamento alle unità cinofile. Rispetto a queste ultime, i quattrozampe di mantrailing hanno delle caratteristiche che li contraddistinguono nella ricerca in superficie. Prima fra tutte, la capacità di seguire un odore, distinguendolo tra tanti altri, anche per chilometri e chilometri, finché non trovano la persona cui appartiene.
Questo accade perché i cani hanno il senso dell’olfatto notevolmente sviluppato. Basti pensare che un cane è in grado di discriminare odori con una qualità 100mila volte superiore rispetto a quella dell’essere umano.
Il fiuto permette loro di individuare, attraverso i recettori nasali, circa mezzo milione di composti odorosi, anche a concentrazioni bassissime.
Ho già avuto modo di parlare dei meravigliosi sensi dei nostri amici cani ed è proprio grazie a queste caratteristiche fuori dal comune che abbiamo potuto sviluppare delle discipline dai risultati a dir poco sorprendenti.
È proprio sulla qualità olfattiva del cane che fa leva il mantrailing. In mezzo alla neve, alla pioggia, alla confusione o persino in un ambiente palustre, il cane riesce a trovare un individuo scomparso partendo dall’odore anche di un solo capello o un pezzo di carta. Il risultato di questa attività, ovvero quando il fiuto del cane viene utilizzato per la ricerca di persone, si chiama, appunto, mantrailing.
Tutti i cani hanno un fiuto particolarmente sviluppato. Sarebbe un errore dire che un cane ha un fiuto più sviluppato di altri, ma al contempo sarebbe comunque sbagliato affermare che tutti i cani hanno un’uguale predisposizione al mantrailing. Sebbene infatti non esista un cane più capace di altri a svolgere attività di ricerca, che sia un meticcio o un cane di razza, è giusto dire che ce ne sono alcuni più predisposti di altri.
Tra questi abbiamo ad esempio il Bloodhound, conosciuto anche col nome di cane di Sant’Uberto, che fin dal Medioevo è stato utilizzato per svolgere attività di ricerca. Particolarmente predisposti sono anche il Pastore Tedesco, il Pastore del Lagorai e molti altri segugi, senza disdegnare però i meticci, che a volte formano un mix perfetto.
Non posso far a meno di citare Argo, un pastore malinois che ho avuto in stallo per alcuni mesi e che è ora un eccezionale cane poliziotto e da soccorso. Averlo visto crescere nell’addestramento è stata un’enorme soddisfazione e il suo fiuto sarà in grado di salvare molte vite in futuro.
Sebbene tutti i cani abbiano un senso dell’olfatto certamente più sviluppato di quello umano, ognuno di essi va comunque addestrato a svolgere attività di mantrailing, se si vogliono ottenere dei buoni risultati in tal senso. Questo può avvenire grazie all’aiuto di addestratori cinofili che insegneranno al cane a perfezionare un’attività, quella di ricerca, che loro per istinto, in realtà, sanno già fare. Indipendentemente dalla razza, l’addestramento al mantrailing si svolge sempre allo stesso modo, adattando gli esercizi alle caratteristiche del nostro amico peloso.
Nel prossimo articolo vedremo come impostare i primissimi esercizi per avvicinarsi a questa bellissima attività cinofila.
Luca Calegaro, educatore cinofilo Cinofilia Padova