Negli ultimi tempi nel nostro paese, grazie alle migliori condizioni ambientali e gestionali, è aumentata molto la popolazione degli animali da compagnia anziani. Pur non essendo una malattia, l’invecchiamento comporta la riduzione delle funzionalità e delle capacità adattative di organi e apparati. Anche il sistema nervoso centrale ne risente con conseguente comparsa di alterazioni cognitive ed emozionali e (ove presenti) peggioramento di patologie comportamentali preesistenti.
Occorre distinguere tra invecchiamento cerebrale fisiologico e invecchiamento cerebrale patologico: si parla del primo quando si ha un semplice rallentamento delle attività psicomotorie con reazioni più lente agli stimoli esterni, aumento del sonno e ridotto adattamento alle condizioni ambientali; il secondo, invece, può portare a perdita dei comportamenti di autocontrollo, disturbi del sonno, variazioni dell’umore, con alterazione dei processi cognitivi ed emozionali.
Il cane presenta riduzione dell’attività in generale, può avere difficoltà a riconoscere persone, luoghi o oggetti, può apparire disorientato e confuso anche in posti conosciuti come la casa o il giardino. Può inoltre abbaiare in situazioni inusuali e presentare reazioni di paura mai manifestate prima (molto comune è la comparsa della fobia dei rumori). Alterazioni molto comuni sono le variazioni del ciclo sonno/veglia, con agitazione e irrequietezza notturni e aumento del sonno diurno. Spesso il cane perde le corrette abitudini eliminatorie e urina e defeca in luoghi inappropriati.
L’aggressività del cane anziano può essere associata a disturbi di origine organica (la più frequente) oppure può essere legata ad un’altra patologia comportamentale. Nel cane anziano spesso l’aggressività è associata ad affezioni dolorose, come artrosi, otiti croniche, dolore ai denti, neoplasie, ecc. Manipolare l’animale può scatenare l’aggressività. Anche la riduzione della vista e dell’udito possono determinare aggressioni da paura e da irritazione. Se il cane è cieco, occorre parlargli prima di avvicinarlo e, anche in caso di sordità, attirare l’attenzione e avvicinarlo solo quando si è accorto della presenza della persona.
Il cane presenta un ritorno ad una condizione infantile, che si manifesta con esplorazione orale (ed eventuale ingestione di corpi estranei), perdita delle corrette abitudini eliminatorie e a volte ingestione delle proprie feci (coprofagia). Capita frequentemente che il cane, anche se abituato a rimanere solo in casa, non sopporti più questa condizione e cominci, se lasciato solo, a piangere, urinare, defecare e distruggere oggetti.
In questa condizione il cane potrebbe presentare cambi repentini di umore. In genere, il motivo della visita comportamentale nella distimia del cane anziano sono gli episodi aggressivi. Si tratta di un’affezione più rara delle altre.
Per favorire un invecchiamento di successo possiamo avvalerci anche della fitoterapia. Il Ginkgo biloba è una pianta ornamentale di origini orientali, considerata un fossile vivente perché già presente nel periodo del mesozoico. Se ne utilizzano le foglie. È un protettivo e antiossidante neuronale e cerebrovascolare. Aiuta la memoria e la capacità di attenzione determinando un miglioramento sui segni clinici di invecchiamento cerebrale. Viene utilizzato anche in medicina umana nei pazienti con morbo di Alzheimer, demenza senile e aterosclerosi.
di Melissa Cavallari, medico veterinario comportamentalista in Roma
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