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Strage di visoni in Danimarca: anche in Italia si chiede la chiusura degli allevamenti

visone in gabbia

Oltre 2 milioni di visoni abbattuti e seppelliti in fosse comuni: questo è il quadro di quanto accaduto in Danimarca nel tentativo di fermare una mutazione del coronavirus e il rischio di trasmettere il virus agli uomini.

La strage di visoni è iniziata nei primi giorni di novembre, ma ora il premier danese, Mette Frederiksen, si scusa e ammette di aver preso una decisione senza alcuna base legale e che la strage si sarebbe potuta evitare.

Ma capiamo cosa è successo in Danimarca negli ultimi tempi. 

Primo Paese al mondo nella produzione di pellicce di visone, la Danimarca nelle ultime settimane ha assistito al compiersi di una vera e propria ecatombe con la soppressione di milioni di esemplari di questa specie, allevati esclusivamente per la produzione di pellicce.

L’abbattimento è cominciato nel momento in cui si è scoperto che, in 74 allevamenti situati nel Nord del Paese, i visoni cominciavano ad ammalarsi di Sars Cov 2, morendo nel giro di appena 24 ore.  

Le condizioni infelici in cui questi animali vengono allevati e tenuti, inoltre, stava provocando la rapida diffusione del virus. Così, il governo ha deciso l’abbattimento, non solo degli animali contagiati, ma anche di tutti quelli allevati nel raggio di una decina di chilometri, fino ad arrivare alla completa soppressione di tutti gli esemplari presenti negli allevamenti del Paese.

Gli scienziati stanno ancora indagando su come i visoni si siano infettati e sulla reale possibilità di diffondere il virus alle persone, oltre che di ridurre l’efficacia di un eventuale vaccino per combattere il Covid-19. Ma il governo danese non ha voluto perdere tempo e ha ordinato fin da subito l’abbattimento dei poveri animali, già venuti al mondo per avere un’esistenza breve e sofferente.

Nei giorni scorsi sono stati diffusi video scioccanti di migliaia di visoni morti gettati nelle fosse comuni scavate dagli operai.

Diversi agricoltori hanno protestato contro il massacro ordinato a livello nazionale, facendo presente che non vi erano basi legali per uccidere anche i mammiferi sani. Così la ministra Frederiksen si è trovata a dover ammettere di aver agito con negligenza.

Intanto, il tema scalda tutta l’Europa, compresa l’Italia, dove le associazioni animaliste si battono da tempo per la chiusura dei pochi allevamenti ancora rimasti (circa una decina). 

La Lav, Lega Anti Vivisezione Italiana, ha lanciato una nuova petizione per chiedere al Governo di vietarli, dichiarando:

Sono ormai consolidate le evidenze scientifiche che identificano gli allevamenti intensivi dei visoni (destinati alla produzione di pellicce) come veri e propri serbatoi del virus Sars-CoV-2, che nell’uomo causa la malattia Covid-19. Un virus che, per le condizioni di allevamento intensivo in cui migliaia di animali convivono in spazi estremamente limitati, trova un ambiente ideale per replicarsi, evolvere e dunque subire mutazioni.

Foto di copertina @Rokas Tenys/Shutterstock

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Daniele

Non si capisce se esiste una petizione per costringere il governo

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