Dovevano essere tutti abbattuti e invece saranno per la maggior parte sterilizzati. È questa l’inversione di rotta che ha riguardato il Parco Nazionale del Circeo e il piano di gestione e controllo del daino all’interno della foresta dell’area protetta. In un recente incontro, infatti, il consiglio direttivo dell’Ente ha stabilito che i daini saranno sottoposti a sterilizzazione poiché si “ricorrerà a tutte le azioni non cruente applicabili al caso”.
Ridurre la popolazione dei daini del 30% ogni anno
Quello della crescita esponenziale del numero dei daini all’interno della foresta demaniale è un problema che risale già a qualche anno fa. La determina adottata dal direttore del Parco Nazionale del Circeo, Paolo Cassola, il 30 dicembre scorso faceva seguito a quanto stabilito dal Consiglio direttivo del Parco nella seduta del 23 gennaio 2017. In quella occasione i voti favorevoli all’abbattimento dei daini erano stati tre. L’unico contrario era stato l’allora sindaco di Ponza, Piero Vigorelli, che ancora oggi è rimasto contrario a questa decisione e già parlava di una mattanza dei daini, con una previsione di abbattimento di almeno 350 capi. L’obiettivo era, infatti, quello di ridurre la popolazione del 30 per cento ogni anno e per i prossimi tre anni. Un piano che ha messo in rivolta numerosi cittadini e associazioni animaliste, assolutamente contrari all’abbattimento. Ma questi non erano i soli a non essere d’accordo con la determina del Parco. Tanti i sindaci che avevano tentato una via diversa da percorrere, come Roberta Tintari, il sindaco facente funzione di Terracina, che aveva dato la propria disponibilità al Parco per adottare alcuni esemplari e creare, quindi, un’area idonea in cui detenerli:
“Comprendiamo le esigenze di gestione e di habitat del Parco, ma è innegabile che questi splendidi animali suscitino in tutti noi una particolare empatia”, aveva affermato la Tintari.
E ancora Emanuela Zappone, Assessore alla Tutela degli animali di Terracina, aveva parlato di una riserva da recintare, che potesse essere magari anche ripopolata nel tempo, con modalità di attuazione da concordare con il Parco e con l’Ispra per tutelare gli interessi di tutti. Proposte che erano state apprezzate anche da altri Comuni e da Legambiente, che aveva ipotizzato anche la possibilità di un trasferimento, previo accordo tra enti, nei parchi regionali più prossimi o in altre riserve faunistiche. E si era mobilitato anche il presidente della Commissione Ambiente di Roma Capitale, Daniele Diaco:
“Faremo di tutto per evitare una vera e propria strage, a nostro avviso crudele e intollerabile. Chiederemo un incontro ai vertici del Parco per capire come scongiurare questo pericolo, magari ospitando i daini destinati all’bbattimento nella nostra oasi di Castel di Guido, habitat ideale per gli esemplari in questione”.
Misure non cruente e senza sparo
I daini erano stati introdotti negli anni ’50 nel Parco del Circeo per un progetto di ripopolamento. È evidente che tale progetto non è stato tenuto sotto controllo se oggi ci si trova a dover affrontare il problema inverso, ossia quello del sovrannumero degli ungulati. Un piano di contenimento va, quindi, necessariamente attuato. Ma di fronte alle tante proteste di comuni cittadini e non, l’Ente Parco assicura che nessuno sparerà agli animali e che verranno adottati criteri scientifici e gestionali coerenti con le finalità dei Parchi. E, in una riunione in commissione straordinaria nella sede di Federparchi a Roma, conferma la necessità di attuare il Piano gestionale di controllo del daino per alleggerire la pressione determinata dal sovrannumero di esemplari all’interno della Foresta Demaniale, Riserva della Biosfera tutelata dall’Unesco, e garantisce che si farà tutto il possibile per attuare misure non cruente nei confronti degli animali. Ed è di qualche giorno fa la notizia che i daini verranno sottoposti a sterilizzazione, cosa che permetterà di evitare la morte di centinaia di esemplari.
“Come partito che tutela e difende il diritto alla vita degli animali, accogliamo con grande sollievo e profonda soddisfazione la notizia secondo cui il Parco nazionale del Circeo avrebbe deciso per la sterilizzazione dei daini e non per il loro abbattimento, come paventato in un primo momento, al fine di contenerne il numero”, ha affermato il segretario nazionale di Rivoluzione animalista, Gabriella Caramanica. “Siamo contenti, dunque, che l’Ente Parco sia tornato sui propri passi, ascoltando i moniti di cittadini, realtà animaliste e anche le nostre denunce mediatiche, insieme a quelle dell’ex sindaco di Ponza Vigorelli”.
Al Piano di contenimento, che prevede anche lo spostamento e le adozioni dei daini da parte delle amministrazioni che si sono rese disponibili ad accogliere un certo numero di esemplari, si aggiunge l’utilizzo di un farmaco immunocontraccettivo sperimentale da somministrare agli esemplari allo stato libero. Una sorta di vaccino, mai sperimentato in Italia, per il quale il Parco del Circeo diventa il laboratorio.
“Il Parco si appresta a diventare la prima area europea dove sarà verificata l’efficacia del vaccino su una popolazione di daini allo stato libero, dimostrando finalmente che esistono alternative alle uccisioni degli animali”, ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile Lav Animali Selvatici.
Nel nord America, quello della sterilizzazione è un metodo che si usa da decenni e che serve, appunto, per tenere sotto controllo il numero dei cavalli che vive allo stato brado nelle praterie. Il metodo è estremamente efficace perché si tratta di una sole dose di un vaccino immunocontraccettivo che rende sterili gli animali fino a un intervallo di tempo pari a cinque anni. Prima dell’attuazione di questo piano di sterilizzazione, sarà necessario spostare alcuni esemplari in altre aree del Parco proprio per alleggerire subito la pressione sulla Foresta demaniale. Poi, per quelle amministrazioni che si sono rese disponibili ad adottare un certo numero di daini, bisognerà stabilire i criteri di adozione e le spese riguardanti la sterilizzazione e la costruzione dei recinti, e gli standard di benessere degli animali. Resta in ultima istanza, e solo dopo aver valutato ogni altra possibilità, l’avvio dei daini alle aziende di macellazione secondo i criteri previsti dall’attuale piano.
“Le proteste che hanno investito il Parco dopo la dichiarazione che quest’anno sarebbero stati uccisi circa 500 daini, sono riuscite a bloccare le catture per avviare una fase di confronto con le associazioni e la prioritaria applicazione di metodi non cruenti e non letali”, ha spiegato la Lav. “Ora chiediamo che la parte del piano che prevede lo spostamento dei daini e la loro sterilizzazione sia avviata rapidamente”.
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