È il terzo allevamento di visoni della provincia di Ferrara, a Jolanda di Savoia, a cessare la sua attività, l’ultimo della zona. Il Ranch Wild era attivo dagli anni ’80 e ogni anno sopprimeva circa 3 mila visoni per produrre pellicce. La sua chiusura, dopo quelli di Fossoli (MO) e Misano di Gera d’Adda (BG), testimonia la crisi del settore e il fatto che la produzione sia crollata ormai in tutto il mondo, così come i prezzi: almeno il 20 per cento in meno degli animali allevati per la loro pelliccia e, entro il 2020, si stima un ulteriore calo del 35 per cento; stessa cosa per i prezzi diminuiti del 20 per cento rispetto al 2017. I numeri parlano chiaro: nel 2017 in Italia avrebbero chiuso 2585 imprese e la tendenza è ancora in calo. I dati Eurispes riportano anche un’alta percentuale, l’86 per cento, degli italiani contrari alla produzione di pellicce.

I paesi europei dicono no alle pellicce
A nemmeno un mese dal servizio di Report che ha mostrato la crudeltà che si cela dietro questi allevamenti, tutto questo fa ben sperare. Ma in Italia sono presenti ancora circa 20 allevamenti di visoni situati in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Sono tanti i paesi europei ad aver vietato gli allevamenti e la produzione, altrettanti quelli che daranno lo stop definitivo entro il 2025, come la Norvegia. Il governo della premier conservatrice Erna Solberg ha annunciato già lo scorso anno la decisione di cessare tutti gli allevamenti di animali da pelliccia, nonostante la Norvegia sia stata, in passato, una delle maggiori produttrici con un fatturato annuo di 46 milioni di dollari. Oggi il mercato mondiale è in mano alla Cina, con il 69 per cento del mercato totale. Olanda, Austria, Croazia, Inghilterra, Slovenia, Repubblica Ceca hanno già reso attuali i divieti. La Germania sta chiudendo gli ultimi allevamenti rimasti, la Spagna e la Svizzera hanno reso impossibile aprirne di nuovi, la Svezia e la Danimarca hanno chiuso quelli di volpi. Alcune delle più importanti case di moda hanno eliminati dalle loro collezioni inserti e giacche di pelliccia da tempo. Resta solo che il governo italiano prenda seriamente in considerazione le due proposte di legge depositate in parlamento per il “Divieto di allevamento, cattura e uccisione di animali per la produzione di pellicce” e ancora in attesa di essere discusse.