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Nuovo piano lupo, nessun abbattimento

Il Ministero dell'ambiente ha elaborato il nuovo "Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia". Non ci sarà alcun abbattimento controllato.

Il nuovo “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia” elaborato dal Ministero dell’Ambiente non prevede gli abbattimenti controllati di cui si era parlato nei documenti precedenti.

Vittoria di animalisti e ambientalisti

Le associazioni animaliste e ambientaliste, così come i cittadini che si erano battuti alacremente, tirano un sospiro di sollievo. Il lupo è una specie protetta dalla normativa comunitaria e internazionale, e l’Italia rappresenta un importante bacino per la sopravvivenza della specie, circa il 9-10% del numero totale a livello europeo.

“Occorre conoscere con la maggiore precisione possibile quanti lupi abbiamo in Italia, perché spesso si grida ‘al lupo, al lupo’ ma si tratta di ibridi o di cani vaganti. Con questo piano ribadiamo che non servono gli abbattimenti, ma una strategia, che abbiamo delineato in 22 azioni. Questo non toglie che occorra un continuo aggiornamento delle linee guida del Piano e che altre iniziative verranno prese anche parallelamente, in sinergia col Piano” – Sergio Costa, ministro dell’Ambiente.

Secondo il ministro Costa, infatti, non servono abbattimenti, ma sono necessarie delle azioni, individuate in 22, dove prevedere un maggiore contrasto al bracconaggio e prevenzione dell’ibridazione tra lupi e cani, spesso più pericolosi dei lupi stessi.

Il Ministero dell'ambiente ha elaborato il nuovo "Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia". Non ci sarà alcun abbattimento controllato.

L’ultimo step

Il nuovo piano lupo deve comunque superare il vaglio della Conferenza Stato-Regioni prima di cantare pienamente vittoria.

“Ci auguriamo che le Regioni ratifichino questo provvedimento. È un piano necessario per la conservazione e la tutela di questo importante predatore, che valorizza il percorso sperimentato sull’Appennino con il progetto Life Wolfnet, e giustamente punta sulla prevenzione delle predazioni agli animali al pascolo e sulla risoluzione dei conflitti con gli allevatori, rinunciando agli abbattimenti selettivi, che non sono in alcun modo utili a una strategia di convivenza di lungo respiro” – Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette e biodiversità di Legambiente.

La Coldiretti, dal canto suo, resta dalla parte degli animali, ma si schiera col bestiame vittima delle aggressioni dei lupi. Ovvio che dietro questo schieramento c’è la volontà di tutelare gli allevatori.

Non si possono costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le montagne, ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane” – Coldiretti.

Ben 22 azioni mirate

Ma le 22 azioni di cui parla il ministro Costa mirano proprio a rendere possibile e serena la convivenza tra l’uomo e il lupo.

“Si tratta di un piano in grado di fare la differenza, quello per cui ci siamo battuti fino ad oggi, deve promuovere la ricerca e il monitoraggio, combattere il bracconaggio, individuare e sostenere le azioni di prevenzione dei danni, che sono la migliore risposta ai conflitti. Il lupo in Italia è il protagonista di una storia di successo. Quasi eradicato da pratiche e leggi che lo consideravano nocivo, era sopravvissuto negli anni 70 con meno di 100 individui. Grazie alla sua intelligenza e all’azione illuminata del Wwf e della società civile, il lupo ha avuto un lento recupero, tornando a vivere in territori da cui era scomparso. Il ritorno del predatore è stata la pietra miliare di un recupero della naturalità delle nostre campagne e dei nostri boschi, un cruciale tassello per gli equilibri ecologici dei territori” – Wwf.

Foto di copertina @Martin Prochazkacz

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