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Lombardia. A caccia di cinghiali con archi e frecce

La Regione Lombardia valuterà anche “l’utilizzo dell’arco, come strumento ecologico per attuare la selezione”, tra i “metodi per il controllo delle popolazioni”. È quanto stabilisce un punto della mozione approvata dal consiglio lombardo, di cui il primo firmatario è il consigliere della Lega Paolo Ghiroldi e alla quale si aggiunge un secondo testo presentato da Fratelli d’Italia, primo firmatario Franco Lucente, in cui si chiede anche di intraprendere interventi utili a contenere l’emergenza dovuta all’eccessiva proliferazione di questi ungulati.

Dopo la proposta di legge sull’abbattimento dei lupi approvata qualche giorno fa dalla terza commissione del consiglio regionale del Veneto, a farla da protagonisti in Lombardia sono i cinghiali. Incidenti stradali, danni alle colture, rischi per gli escursionisti. La numerosa popolazione selvatica, che sempre più spesso si avvicina al centro abitato, va contenuta.
Il documento di Fratelli d’Italia (46 sì e 12 no) chiede l’adozione di tutti gli strumenti necessari, inclusi i Piani di controllo e l’intervento delle guardie provinciali, ma anche degli stessi proprietari terrieri interessati alle invasioni, a patto che siano muniti delle apposite autorizzazioni e permessi di caccia. La mozione della Lega (35 sì e 21 no) chiede anche di valutare l’impiego dell’arco “come strumento massimamente ecologico” e di estendere gli abbattimenti all’imbrunire. In particolare, poi, chiede che presidente e giunta si attivino per “la rapida modifica della legge 157/1992, finalizzata a riconoscere la figura dell’operatore volontario”, un cacciatore appositamente formato per l’attività di contenimento con la supervisione delle polizie provinciali.

Nella mozione si esorta anche a “considerare l’ipotesi di eliminare la specie in particolari aree di pregio e vulnerabili del territorio”, e si chiede particolare attenzione agli agricoltori danneggiati. Il testo, infatti, impegna il presidente e la giunta regionale a “porre in essere le azioni più opportune per abbandonare il regime di indennizzo ‘de minimis’ in favore di un indennizzo del 100 per cento per i danni a colture, recinzioni e pertinenze dei fondi”. Per l’assessore lombardo all’Agricoltura, Fabio Rolfi, il pericolo è rappresentato anche dalla peste suina dopo i casi registrati in alcuni Paesi europei e che vedono i cinghiali come veicolo di trasmissione. “Se si registrassero casi da noi”, ha spiegato, “si avrebbero effetti devastanti anche su una parte importante del settore agroalimentare lombardo, dunque molto meglio intervenire subito”.

A favore hanno votato i Gruppi di centrodestra e il Pd, che però si è espresso negativamente sul punto della mozione della Lega che prevede la richiesta di valutare l’utilizzo dell’arco come mezzo di abbattimento. Contrari invece Movimento 5 stelle, Lombardi Civici Europeisti e +Europa.



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