È passato poco più di un mese da quando il Governo italiano ci ha imposto di stare a casa, protetti all’interno delle quattro mura domestiche h 24, a dividerci tra lavoro, famiglia e animali (per chi li ha). Non sosterrò mai che la fortuna di avere un cane in questo periodo sia dovuta al fatto di poter uscire a prendere una boccata d’aria, chi lo pensa non ha ben chiaro cosa significhi condividere la propria esistenza con un animale domestico. E soprattutto non ha ben chiaro cosa costituisca il momento della passeggiata nella vita di un cane.
Da circa un mese sono state poste diverse limitazioni per riuscire a sconfiggere questa pandemia che sta decimando le popolazioni di tutto il mondo. Alcune di queste limitazioni riguardano direttamente i nostri animali, altre li coinvolgono indirettamente. La maggior parte di noi, in tempi normali, trascorre quasi tutto il giorno fuori casa. I nostri animali sono abituati a non vederci così tanto e a non averci tutto il giorno a disposizione e questo, per alcuni di loro, potrebbe costituire un disagio. Gatti, abituati a godere di una “sana solitudine”, e cani, con una regolare cadenza di uscite, oggi devono fare i conti con la nostra continua presenza che per i primi potrebbe essere invadente e per i secondi potrebbe rischiare di far vivere male il ritorno alla normalità.
La parola ai comportamentalisti
Sul tema dello stress legato all’isolamento e alla quarantena da coronavirus sono intervenute, in questi giorni, Sabrina Giussani e Marta Pattaro, entrambe medici veterinari esperti in comportamento, in un webinar condotto da Maria Mayer, veterinaria anche lei ed esperta in nutrizione. Un modo per aiutare i proprietari in difficoltà e che vogliono migliorare la relazione con il loro animale in questo momento difficile e particolare per tutti. E se vogliamo che tutta questa faccenda diventi addirittura costruttiva, niente di meglio che approfittare di questo momento “particolare” per analizzare meglio il rapporto che abbiamo con Fido e Micio e smussare quegli angoli che finora, magari, ci hanno creato un po’ di dissapori. Ma facciamo un quadro completo di ciò che abbiamo imparato da questo bellissimo incontro virtuale con le professioniste del comportamento animale.
Come sta vivendo la quarantena il gatto di casa?
A darci una risposta è la dott.ssa Giussani, che in questa occasione ci racconta soprattutto dei piccoli felini.
“I gatti che solitamente sono abituati a uscire non stanno vivendo grossi disagi e la situazione per loro probabilmente non è opprimente perché possono appunto trascorrere del tempo all’esterno, anche se in questo momento non stanno sperimentando quelli che possono essere i pericoli della strada, come le macchine, il traffico regolare o i cani. I gatti che, invece, vivono solamente dentro casa si dividono tra quelli che sono contenti di poter trascorrere maggiore tempo con noi e partecipare alle nostre attività, e quelli che non tollerano la nostra presenza h24 e di avere una casa piena di rumori. Questi ultimi, magari, sono gatti abituati a stare tutto il giorno da soli e ora si ritrovano ad avere intorno sempre un mucchio di gente e si rifugiano nei posti più strani per trovare un po’ di pace.

E il cane invece come vive questo momento?
“Uno dei grandi cambiamenti che il cane sta vivendo in questi giorni è la limitazione che riguarda le uscite”, spiega la dott.ssa Pattaro che oggi ci parla dei cani. “La necessità di compiere attività cinetica, che permette la liberazione delle endorfine e quindi quella che è una sensazione di benessere per l’animale, si unisce ai bisogni perlustrativi e sociali, tutte cose da cui deriva un appagamento. Ci sono soggetti che riescono a trarre dei vantaggi da una situazione del genere, ossia quei cani che non amano il sovraffolamento e mostrano difficoltà nelle uscite che fanno durante il giorno. Di contro però c’è un sovraccarico di stimolazione olfattiva poiché, non potendosi allontanare oltre i duecento metri da casa, tutti gli odori si concentrano lì. Per alcuni ci sono più uscite, in diversi momenti della giornata anche se più brevi; per altri, come per esempio i cani di chi è risultato positivo al coronavirus, le uscite sono centellinate o non sono un momento piacevole per quei soggetti che, per esempio, fanno fatica ad affidarsi a qualcuno che non sia il proprietario.
Come mettere il gatto a proprio agio?
“Creando dei luoghi di privacy solo per loro”, spiega la comportamentalista Giussani, “più punti cibo, per esempio, in luoghi diversi della casa, specialmente se ci sono più gatti, in alto o in basso, ma mai vicini. Lasciamo qui e lì una scatola di cartone, anche di dimensioni ridotte, dove possano nascondersi e utilizzarla come meglio credano (in modo da stimolare anche le loro capacità cognitive); lasciamo a loro disposizione la cesta della biancheria o una cesta di vimini tanto amata da alcuni; foderiamo con una coperta il bidet dove loro possano acciambellarsi; posizioniamo delle cuccette al sole e sfruttiamo le altezze dei mobili o i ripiani delle librerie; lasciamo un vaso vuoto in terrazza dentro cui potersi appisolare. Inoltre, proponiamo loro un’attività condivisa come potrebbe essere bere dal rubinetto; recuperiamo le fontanelle d’acqua (meglio in ceramica) anche se il nostro gatto non ha mai mostrato un grande interesse: ripresentiamogliele mostrando come l’acqua scorre o mettendoci una pallina dentro.

Quali accortezze usare coi cani?
“In parte le stesse che usiamo coi gatti”, continua la Pattaro. “Anche con loro è altrettanto importante rispettare la privacy e possiamo farlo posizionando una cuccia in più zone della casa, dando a Fido la possibilità di scegliere e permettendo anche a noi di capire la cuccia che più preferisce. Sfruttiamo bene i 200 metri concessi per l’uscita da casa, da considerarsi in tutte le direzioni. Spostiamoci anche al centro della strada se i lati sono molto carichi di odori, andando a perlustrare un territorio che solitamente rimane inesplorato. Ma, se il cane lo desidera, soffermiamoci pure sui punti più marcati senza limiti di tempo. Possiamo nascondere un oggetto a lui molto caro sul percorso che faremo, dando vita a una sorta di ricerca olfattiva per strada. E diamogli la possibilità di salutare e interagire con i cani che incontra. Al ritorno basterà pulire le zampe con acqua e sapone, senza utilizzare prodotti aggressivi che possano irritare la cute.
Cuccioli: come gestire un nuovo arrivato?
“Si tratta di situazioni da valutare caso per caso”, afferma la comportamentalista Pattaro. “Sappiamo che la socializzazione è fondamentale nel periodo sensibile del cucciolo. Non c’è nessun problema a tardare il suo arrivo in casa nostra, a patto che però l’allevamento da cui viene sia attento a queste sue esigenze e gli permetta, quindi, una socializzazione ambientale e umana. Se queste condizioni non possono essere rispettate, sarà bene accogliere in casa il cucciolo approfittando del fatto che ora abbiamo a disposizione più tempo da dedicargli e possiamo insegnarli gradualmente tante cose che gli serviranno nella sua vita futura, dal considerarci la sua base sicura a indossare la pettorina a riconoscere la cuccia come luogo confortevole. Evitiamo le traversine per i suoi bisogni, possiamo utilizzarle al massimo per la notte o posizionandole in terrazzo, e insegnamogli piccoli momenti di autonomia evitando particolare enfasi al momento del distacco o del ritorno. La mancanza di vaccinazioni potrebbe essere un problema legato all’uscita per strada, ma anche la mancata socializzazione potrebbe costituire un problema altrettanto importante a livello comportamentale. In questo periodo facciamoci aiutare dall’azione dei feromoni, da continuare a utilizzare, come diffusore e collare, anche quando torneremo alla vita di sempre.

Come possiamo gestire le emozioni?
“Dobbiamo fare attenzione, perché noi trasmettiamo tutte le nostre emozioni ai nostri animali, positive o negative che siano”, spiega la dott.ssa Giussani. “Approfittiamo di questo tempo per riflettere sulla relazione col nostro gatto, lui ci parla continuamente con i suoi vocalizzi e con il linguaggio del corpo. Poniamo attenzione ai segnali che ci manda: occhi, orecchie, baffi… tutto il suo corpo ci parla”. E lo stesso vale per il cane, continua la Pattaro. “Fido è meno criptico nel dirci delle cose e ad alcuni cani basta anche solo uno sguardo per essere ingaggiati. Ma facciamo attenzione al ‘troppo’ che potrebbe costituire in questo periodo un eccesso di interazione”.
Quanto è importante il gioco?
“Molto per entrambi”, ci dice la comportamentalista Giussani. “Con il gatto se ne possono fare diversi, anche con cose che abbiamo a casa: una borsa o una vecchia valigia svuotate del loro contenuto sono un ottimo nascondiglio; una scatola piena di pirottini con qualche croccantino appetitoso da trovare può costituire una ricerca olfattiva; un catino pieno d’acqua con dei cubetti di ghiaccio e una pallina che galleggia e che possiamo spingere, perché il gatto ama pescare con le zampe; un kong con del cibo dentro; un’uscita al guinzaglio in un luogo esterno sicuro da pericoli, che permetta al gatto di arrampicarsi su un albero o nascondersi nei cespugli. I gatti non amano giocare insieme, quindi meglio fare giochi individuali o utilizzando due set”. E anche per il cane la condivisione del gioco è molto importante. “Attenzione alla competizione che si crea tra due o più soggetti e ricordiamo che non è un test di intelligenza”, continua la Pattaro, “quindi dobbiamo aiutare i nostri animali laddove non riescano da soli per non farli andare in frustrazione e non far perdere loro interesse rispetto l’attività che stiamo facendo insieme. Inoltre, manteniamo la ritmicità che hanno avuto finora, che è una cosa molto importante soprattutto per gli animali anziani, che possono sì affrontare le novità, ma in maniera graduale, senza troppe destabilizzazioni. Anzi, approfittiamo di questo tempo insieme per osservare di più i nostri vecchietti e capire eventuali difficoltà che magari fino ad oggi hanno dovuto affrontare da soli durante la giornata senza la nostra presenza”.
Sabrina Giussani, Diplomato DVCM presso ENVF
Master in Etologia applicata e benessere animale
Presidente Senior Sisca – Vice Presidente AIRS
Marta Pattaro, Medico Veterinario Comportamentalista
Membro Sisca dal 2009