Si tratta della prima specie estinta nel 2019. L’Achatinella apexfulva, un mollusco arboricolo hawaiano, era l’ultimo rappresentante della sua specie. È morto a Manoa, nel suo terrario dell’Università delle Hawaii, all’età di 14 anni.
In natura i ricercatori non rinvengono esemplari di Achatinella apexfulva da più di vent’anni. Gli ultimi erano stati prelevati nel 1997 con l’intento di farli riprodurre in cattività per poi reinserirli in natura in un secondo momento. Ma il progetto non andò a buon fine e delle chiocciole nate solo George sopravvisse.
Delle 750 specie di chiocciole terrestri che in passato popolavano le isole Hawaii, oggi ne resta solo un dieci per cento, un numero bassissimo che mette a rischio l’intero equilibrio dell’ecosistema delle foreste. Causa di quella che gli scienziati chiamano “la sesta estinzione di massa” della storia del pianeta è, come sempre, l’uomo. Con l’introduzione di altri animali, quali maiali, capre e cervi che degradano la vegetazione, e di specie alloctone, come i ratti e la lumaca lupo (Euglandina rosea) che ha decimato le chiocciole endemiche, ha messo a rischio l’habitat dei preziosi molluschi. I cambiamenti climatici, poi, hanno fatto il resto lasciando un grande vuoto nelle foreste hawaiane.
Le chiocciole hawaiane sono le protagoniste di una bellissima credenza popolare che le identificava come “la voce della foresta“. Si credeva che esse fossero in grado di cantare durante la notte, e vederle o sentirle era un segno di buon auspicio. “Gli hawaiani non avevano una lingua scritta e hanno trasmesso la loro conoscenza attraverso il canto e la danza”, ha spiegato David Sischo, biologo dell’Hawaii Department of land and natural resources, coordinatore dello Snail extinction prevention program. “Le chiocciole personificavano tale capacità di trasmissione orale tramite il canto.”