È uno degli argomenti più dibattuti nel web, ma google non ha sempre la risposta giusta. E allora proviamo a chiarire quali sono gli alimenti tossici per cani e gatti partendo dal distinguere alimenti tossici e alimenti potenzialmente pericolosi.
Un alimento tossico si definisce tale quando contiene una o più molecole che ledono le funzionalità, in maniera temporanea o permanente, fino anche a provocare la morte, di un organismo. La sensibilità a una specifica molecola e a un dosaggio dipende dalla specie, la maggior parte delle volte, ovviamente non sempre.
Iniziamo con il parlare degli alimenti tossici, cioè quelli che contengono una molecola in grado di provocare danni all’organismo, praticamente un veleno.
L’ingestione di avocado è stata associata a necrosi miocardica nei mammiferi e negli uccelli e con mastite sterile nei mammiferi in allattamento. Bovini, capre, cavalli, topi, conigli, porcellini d’India, ratti, pecore, pappagallini, canarini, struzzi, polli, tacchini e pesci sono sensibili. Esistono casi clinici di avvelenamento e conseguente danno post ingestione di avocado nei carnivori, essi comunque pare essere più resistenti di altre specie.
L’ingestione di polpa, foglie, gambi e semi di avocado è stata associata a tossicosi negli animali; pare però che le foglie siano la parte più tossica. Le varietà guatemalteche di avocado sono state più comunemente associate alla tossicosi.
La molecola tossica presente in questo alimento è la Persina, tossina fungicida solubile in olio strutturalmente simile ad un acido grasso. Quando purificata, causa la mastite nei topi che allattano a 60-100 mg/kg, e dosaggi superiori ai 100 mg/kg danno necrosi miocardica. Le capre sviluppano grave mastite quando ingeriscono 20 g di foglie/kg, mentre 30 g di foglie/kg provocano lesioni cardiache. Insufficienza cardiaca acuta viene riscontrata in pecore alimentate con foglie di avocado a 25 g/kg per 5 giorni; 5,5 g/kg di foglie alimentate per 21 giorni o 2,5 g/kg per 32 giorni hanno causato insufficienza cardiaca cronica. I pappagallini alimentati con 1 g di frutto di avocado hanno sviluppato agitazione e fenomeni di autolesionismo, mentre 8,7 g di purea di avocado hanno provocato la morte entro 48 ore. Lesioni miocardiche, mastiti e coliche sono state riportate nei cavalli che ingeriscono avocado e/o foglie.
Tutti questi numeri per dire che in realtà non si conosce esattamente la dose tossica per i carnivori domestici, ma considerando che esistono moltissimi altri alimenti che possono apportare beneficio in una dieta naturale, possiamo anche evitare di darlo, no?
Le sostanze presenti nella cioccolata, e responsabili di intossicazione, sono due metilxantine: la teobromina e la caffeina (quindi in realtà non è che nemmeno tè e caffè siano proprio sta manna dal cielo, se mai aveste pensato di condividere la merenda con loro). La teobromina è comunque la componente tossica predominante. Il meccanismo d’azione è complesso, ma favorisce la funzione delle catecolamine (adrenalina, dopamina, noradrenalina) e l’aumento della concentrazione di calcio libero. La caffeina è anche in grado di stimolare direttamente il muscolo cardiaco e il sistema nervoso centrale.
La teobromina ha un’emivita superiore nel cane rispetto all’uomo (diciassette ore contro sei). Nel cane la dose potenzialmente tossica è di 20-200 mgkg di peso vivo, ma dipende anche dalla sensibilità soggettiva. I sintomi di intossicazione acuta da teobromina sono vomito, diarrea, nausea, aumentata diuresi, aritmia, iperattività fino alle convulsioni. Nelle intossicazioni da caffeina, invece, i sintomi saranno tachicardia, ipereccitabilità, tremori, convulsioni vasodilatazione e ipertermia.
Niente cioccolata calda con panna, caminetto e copertina romanticamente in coppia per il binomio perfetto!!!
I cani risultano essere l’unica specie interessata dall’intossicazione da uva, che può manifestarsi con turbe gastrointestinali, insufficienza epatica e renale. Il meccanismo d’azione è attualmente ancora sconosciuto, si ipotizza dipenda dalla presenza di una micotossina sulla buccia del frutto, poiché in animali alimentati solo con il succo l’intossicazione non è presente. Le dosi di frutta ingerita che provocano intossicazione si aggirano tra i 12,5 g e i 19 g per kg di peso vivo per gli acini interi e 3g per kg di peso vivo per l’uvetta. I sintomi sono vomito dopo poche ore dall’ingestione e dopo un giorno o più anoressia, letargia, depressione, vomito, diarrea, disidratazione e tremori. E anche il panettone con l’uvetta è bandito!!
Abbiamo già parlato della funzione dei carboidrati e della loro utilità in alcuni casi, di questa categoria però non fanno parte i disaccaridi come il saccarosio, presente nei dolci. Un eccesso di zuccheri semplici può modificare in maniera drastica sia la flora batterica che l’osmosi intestinale, provocando vomito eo dissenteria copiosa. Per non parlare di zuccheri particolari come lo xilitolo, anche chiamato zucchero del legno, estratto da betulle, fragole, lampone, prugne e grano. È utilizzato come dolcificante in gomme da masticare e caramelle, prodotti fermentati oppure da forno, viene utilizzato perché previene le carie e aiuta a rimineralizzare la dentina.
Nella maggior parte dei mammiferi lo xilitolo non ha effetti significativi sul livello di insulina, mentre nel cane può provocare una profonda ipoglicemia già a 75-100 mgkg di peso vivo. Cani che non presentano intossicazione a questi dosaggi, ma riescono a resistere fino a 500 mgkg peso vivo presentavano necrosi epatica. I sintomi sono spesso riconducibili ad altre patologie, quindi questa intossicazione è difficilmente individuabile.
Ma sicuramente se stiamo attenti agli ingredienti (pay attention soprattutto ad alcuni yogurt), non dovrebbe essere difficile evitare gli avvelenamenti.
L’ingestione di noci di macadamia da parte dei cani è stata associata a una sindrome non fatale caratterizzata da vomito, atassia, debolezza, ipertermia e depressione. I cani sono le uniche specie in cui sono stati segnalati segni di intossicazione.
Il meccanismo di tossicità non è noto. I cani hanno mostrato sintomi clinici dopo aver ingerito 2,4 g di noci/kg di peso corporeo. Cani sperimentalmente trattati con noci di macadamia a 20 g / kg hanno sviluppato segni clinici entro 12 ore ed erano clinicamente normali senza trattamento entro 48 ore.
Pare che entro 12 ore dall’ingestione, i cani sviluppano debolezza, depressione, vomito, atassia, tremori e / o ipertermia. I tremori possono essere secondari alla debolezza muscolare. Le noci di macadamia possono essere identificate nel vomito o nelle feci, ma attenzione, siccome possono essere contenute in alcuni prodotti energetici è possibile non riconoscerle. Lievi aumenti transitori di trigliceridi sierici, lipasi e fosfatasi alcalina sono stati riportati in alcuni cani dosati sperimentalmente con noci di macadamia; questi valori sono rapidamente tornati nella norma da soli, dopo la sospensione del trattamento.
Quindi attenzione, potete dare mandorle, noci nostrane, noccioline… anacardi (buoniiiii), ma niente noci di macadamia.
Aglio e cipolle sono noti per avere una tossicità in cani e gatti. Possono essere ingrediente principale dei tuoi piatti preferiti, anche alcuni piatti che condividi con il tuo cane. Ma dovresti pensarci due volte prima di lasciare che il tuo animale domestico lecca il resto del tuo brodo a base di aglio e cipolla dalla zuppa di pollo fatta in casa.
“Qualsiasi membro della famiglia di cipolle di Allium, aglio, porri ed erba cipollina sono i più comuni a causare tossicità – contiene N-propil disolfuro”, afferma il dott. Ann Hohenhaus, medico dello staff presso l’Animal Medical Center di New York. la sostanza trasportata dall’ossigeno presente nei globuli rossi chiamata emoglobina”.
Questo tipo di danno può causare la rottura dei globuli rossi ed essere liberati dalla circolazione più rapidamente del normale. Questa condizione, emolisi, provoca anemia e urine rosse o marroni. “Nei casi gravi, l’anemia può causare danni agli organi interni, insufficienza d’organo o addirittura la morte”, afferma Konecny. Se il tuo animale domestico ha mangiato aglio o cipolle, lui o lei potrebbe anche provare irritazione gastrointestinale.
“Il consumo di soli 15-30 g/kg nei cani ha portato a cambiamenti ematologici clinicamente importanti”, afferma Hohenhaus. “La tossicità della cipolla viene costantemente rilevata negli animali che ingeriscono più dello 0,5% del loro peso corporeo in cipolle in una volta. “Quindi, pensate che un quarto di tazza può far ammalare un cane da 20 libbre: può verificarsi tossicità se i prodotti sono freschi, cotti o in una forma secca/in polvere come nelle spezie. Anche cipolle e aglio possono causare anemia piccole quantità vengono mangiate per un lungo periodo di tempo”.
Inoltre, il consumo di succo, integratori alimentari o preparati alimentari derivati o contenenti specie di Allium può essere potenzialmente tossico per cani e gatti. “Possono essere fritti (come negli anelli di cipolla), disidratati (come nella zuppa) o preparati in qualche altra forma saporita, come saltati con i funghi o nascosti in un soufflé”, avverte Konecny.
Di Nicoletta Pizzutti, Tecnico nutrizionista e del benessere animale PhD
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